Dopo la revisione decisa durante il passaggio al Senato gli introiti totali previsti ammontano rispettivamente a 58,5 milioni per l'imposta sullo zucchero e 140 per quella sulla plastica
Coca-Cola minaccia di chiudere uno tra gli impianti di Marcianise (Caserta) e Oricola (L’Aquila) perché dovrà pagare 160 milioni complessivi come combinato disposto di sugar tax e plastic tax. Il nuovo avvertimento è arrivato dal direttore Affari istituzionali di Coca Cola Hbc Italia Giangiacomo Pierini, che ha annunciato come la multinazionale abbia già “bloccato 49 milioni di investimenti nel nostro Paese – previsti per il 2020 – e tutti i piani di assunzione” e non escluda di interrompere la produzione nei due stabilimenti dove produce bibite gassate in contenitori di Pet impiegando rispettivamente 350 e circa 290 dipendenti diretti. I 160 milioni stimati sono l’11% in meno rispetto ai 180 calcolati prima della revisione delle due tasse decisa durante il passaggio al Senato, dopo il confronto tra le forze di maggioranza.
La plastic tax, nella versione finale, è stata ridotta da 1 euro a 45 centesimi al chilo e andrà versata solo da luglio, mentre la sugar tax da 10 centesimi al litro slitta a ottobre. Il gettito atteso per lo Stato si è di conseguenza ridotto, per il 2020, a soli 140 milioni per la plastic tax e 58,5 per la sugar tax. Coca Cola sostiene dunque che pagherà l’80% dell’ammontare totale delle due tasse.
Dal canto suo il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in audizione alla Camera, ha commentato le polemiche sulle microtasse inserite in manovra dicendo che “la sugar tax esiste in diversi paesi dove non sembrano esserci crolli di occupazione. Forse c’è un eccesso di catastrofismo, in ogni caso la misura è stata rimandata per permettere all’industria di limitare i quantitativi di zucchero nelle bevande”. Quanto alla plastic tax, “più si ricicla meno si paga e questo si accompagna a misure di sostegno al settore che attueremo e potremo implementare nei mesi successivi”.
Assobibe, l’associazione di Confindustria delle imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia, va comunque all’attacco: “Imprese e lavoratori ricevono un bel regalo di Natale: un futuro pieno di incertezze”. La sugar tax “non ha subito alcuna modifica o miglioramento, ma solo lo slittamento di 6 mesi. A regime sarà quindi aumentata del 28% la pressione fiscale media su un litro di prodotto, in aggiunta al 22% di Iva. L’obiettivo “è fare cassa”. “La plastic tax invece è stata ridotta ma l’importo fissato rappresenta comunque un aumento del 60% del costo di approvvigionamento della plastica, con effetti pesanti sui bilanci dei medesimi produttori già gravati della nuova sugar tax”. “E’ evidente – è l’avvertimento – che si dovranno fare scelte e revisioni sui piani di investimenti e livelli di occupazione anche alla luce degli effetti di queste nuove misure. Sono a rischio 5.000 posti di lavoro nella filiera, di cui oltre 1.500 della filiera a monte (fornitori di materie prime agricole, macchinari, ingredienti, eccetera.) e oltre 2.000 della filiera a valle (commercio, trasporti, eccetera)”.
articolo modificato da redazioneweb alle 17 del 19 dicembre