L'ex portiere si è raccontato a Caterina Balivo nel salotto di Vieni da me e ha parlato dell'incidente nel quale, nel 2001, perse la vita a 17 anni il figlio Niccolò
“Era magrissimo, bruttino. Dissi a mia moglie dopo il parto: “Lo potevi fa più bellino”. Lui aveva la passione per il calcio, mi ha sempre seguito quando mi allenavo. Ma amava anche lo studio. Volevano fargli fare il portiere ma non era bravo. Poi in difesa trovò il suo ruolo”. A parlare del figlio scomparso a soli 17 anni è Giovanni Galli che si è raccontato nel salotto di Caterina Balivo a Vieni da Me. L’ex portiere ha deciso di parlare del grande dolore della sua vita: “A 16 anni (Niccolò, ndr) decise di andare a Londra per provare a sfondare là – ha raccontato a Caterina – Voleva vedere se le attenzioni verso di lui erano solo per il nome che portava o perché era veramente bravo. Tornato in Italia, a Bologna, ha esordito in serie A.
Era la partita d’esordio del campionato contro la Roma all’Olimpico. Giocò contro il suo idolo Batistuta. Furono gli unici sette minuti della sua carriera in A. Il 9 febbraio del 2001 ci chiamarono per dirci che Niccolò aveva avuto un incidente. Quando arrivammo in ospedale capimmo che non c’era più vedendo tutti i suoi compagni piangere”. Un dolore impossibile da superare: “Dopo la sua morte – ha proseguito Galli – due cose sono state fondamentali: la vita e la fede. Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio. Puoi solo impararci a convivere, mi è mancato poter piangere, lo facevo di nascosto sotto la doccia”.