Quando ha saputo che una sua dipendente era incinta, ha scelto di trasformare il suo contratto a termine in uno a tempo indeterminato, dandole anche un aumento per fare fronte alle spese che avrebbe comportato il rientro al lavoro dopo la maternità. Venerdì l’imprenditore dell’azienda di ingegneria meccanica Cpi-Eng di 44 anni, triestino, Christian Bracich è stato insignito dal titolo di Cavaliere dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per quel “suo esemplare contributo nella promozione di politiche aziendali fondate sulla conciliazione tra vita professionale e familiare e sulla tutela del valore della persona anche nel mondo del lavoro”.
“Volevo – spiega l’imprenditore – vivesse la sua gravidanza in maniera serena perché per me, all’interno di una azienda, la cosa più importante sono proprio i dipendenti. Se loro stanno bene anche il lavoro va bene”. Era l’aprile del 2018 e la sua storia, in una Italia in cui le donne, stando alle statistiche, continuano a essere penalizzate nei luoghi di lavoro, diventa un modello virtuoso. Amministratore unico di Cpi-Eng che conta oggi 60 dipendenti, di cui 6 donne, si dice molto “emozionato e grato al capo dello Stato e, al contempo, sorpreso per questo riconoscimento. Non capisco chi licenzia una dipendente perché è incinta”.
E poi precisa: “La signora ha avuto una bambina che oggi va all’asilo. E quando è stato il momento di tornare in azienda per i primi sei mesi le ho dato la possibilità di lavorare da casa, con piena flessibilità di orario e non ho mai controllato quanto lavorasse”. Un metodo di gestione dell’impresa che non si è fermato al caso dell’impiegata neomamma: qualche tempo fa un dipendente gli ha confessato di non potere andare a Bari per tenere un corso di tre settimane in azienda perché economicamente non avrebbe potuto sostenere le spese di trasferta anche per la moglie e i suoi tre figli: “A quel punto ho deciso di offrire alla sua famiglia il soggiorno per l’intero periodo”.