“Oggi ha perso lo sport, non certo loro”. Si era sfogato così Marco Giazzi, 26enne di Castiglione delle Stiviere, coach della squadra di basket under 13 Amico basket Carpenedolo, poco dopo aver ritirato lo scorso gennaio la sua squadra di ragazzini, in vantaggio, in risposta agli insulti che i genitori della formazione avversaria avevano rivolto all’arbitro 14enne che aveva preso decisioni contrarie alla squadra dei loro figli. Dopo aver tentato di richiamarli alla calma aveva deciso che l’unica soluzione possibile: quella di abbandonare la palestra di Carpenedolo (Brescia) con tutta la squadra anche se ciò significava perdere la partita a tavolino.
A undici mesi di distanza quel gesto è stato premiato venerdì con l’onorificenza al Merito civile dal capo dello Stato Sergio Mattarella come “esempio di correttezza e affermazione dei valori sportivi” e inserito nell’elenco dei 32 benemeriti che si sono distinti, nel corso dell’anno, per gesti di eroismo o di semplice affermazione dei principi della convivenza civile. “Mi è arrivata la mail dal Quirinale – racconta il giovane allenatore nonché arbitro in serie C e insegnante di educazione fisica all’istituto comprensivo di Ceresara, Piubega e Gazoldo degli Ippoliti – e mai me lo sarei aspettato. Era passato tanto tempo dalla vicenda e pensavo fosse finita lì, anche se la federazione e le società si erano impegnate molto per sensibilizzare l’opinione pubblica. Il mio messaggio è passato e questo è l’importante”. Già all’epoca dell’interruzione della partita aveva ricevuto il plauso del numero uno del Coni, Gianni Malagò ed era stato invitato a Palazzo Chigi dal sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti. Avevano espresso ammirazione gli allenatori più in vista del basket nazionale ed europeo come Simone Pianigiani e Valerio Bianchini.