Mario Occhiuto correrà sostenuto da tre liste civiche a governatore della Calabria contro il suo ex braccio destro Jole Santelli, candidata da Forza Italia e appoggiata da Fratelli d’Italia e dalla Lega. “Siamo stati trattati molto male. Jole (suo vicesindaco e assessore alla cultura che ha rassegnato le dimissioni a inizio dicembre e giovedì è stata designata a rappresentare il centrodestra unito, ndr) – ha detto Occhiuto – non mi aveva neanche avvisato che avrebbe potuto sostituirsi a me. Anzi, subito dopo la sua designazione mi ha telefonato per dirmi che potevo considerarmi ‘libero’. Devo ammettere invece che Berlusconi mi ha difeso sinceramente e tantissimo e credeva in me. Lo stimo e l’ho sempre ammirato. Alla fine ha dovuto scegliere tra me e la Lega e ha scelto la Lega”.
Al momento sono tre le liste che sosterranno il sindaco di Cosenza. “E pensare – ha aggiunto Occhiuto – che per più due anni ha condiviso il mio progetto innovativo per la Calabria e che ha sempre sostenuto che sarei stato l’unica speranza per la Calabria. Non c’è limite al tradimento, e in questa occasione ne sto verificando l’amarezza osservando i comportamenti di tanti che erano sempre intorno a me. Ma questa è la vita, figuriamoci la politica. Ora Jole cosa farà? Proporrà ai calabresi il mio programma?”.
In giornata Santelli ha ricevuto l’appoggio di Fratelli d’Italia, che ha anche dato l’ok alla candidatura di Lucia Borgonzoni in Emilia-Romagna. Giorgia Meloni quindi sposa i nomi indicati dai due alleati del centrodestra alle regionali del 26 gennaio. Ma lo fa rilanciando mettendo in campo due sue pedine: Raffaele Fitto per la presidenza della Puglia e Francesco Acquaroli per quella delle Marche. Nomi che registra una certa freddezza da parte della Lega che con il segretario regionale pugliese, Luigi D’Eramo, sembra fare spallucce: “Sono certo che al momento giusto la nostra coalizione troverà il nome giusto per vincere”.
Il centrodestra inizia quindi a comporre almeno la base del puzzle per le prossime regionali. Gli ultimi tasselli aggiunti oggi sono due nomi che hanno già puntato alla poltrona di governatore: è stato così per Fitto, ex ministro berlusconiano passato un anno fa a FdI e che nel 2000, a 31 anni, la conquistò davvero diventando il più giovane governatore d’Italia. Ora ci riprova e anche per questo lo sfidante e attuale presidente Michele Emiliano lo definisce “un ritorno al passato” e scherza sulle loro origini: “Sarà un bel derby Bari-Lecce“.
Ci aveva provato ma era arrivato terzo, Acquaroli con un passato di sindaco di Potenza Picena, 15 mila anime in provincia di Macerata e che nel 2015 tentò l’impresa della Regione, ma invano. Un anno fa la sfida alla Camera, dove è stato eletto. “Sono due candidature estremamente competitive”, li benedice Meloni nella festa di FdI allestita per la prima volta a due passi da Montecitorio. Ma su Puglia e Marche, oltre alla Campania, manca il sì della Lega. Quello più spinoso finora. La leader di FdI non sembra preoccupata: “Lo do per scontato”, e ricorda: “Mi aspetto che sia assolutamente d’accordo, come noi siamo stati d’accordo sui candidati leghisti”.
Ma come per la Puglia, anche in Campania la freddezza della Lega lascia intendere che la partita non sia ancora chiusa: “Sono convinto che la coalizione di centrodestra troverà al momento giusto il nome giusto per riconquistare la Campania”, sentenzia infatti Nicola Molteni, coordinatore leghista della regione.