Un milione e mezzo di euro destinati all’accoglienza degli sfollati colpiti dal sisma del centro Italia dell’ottobre 2016, finiti nelle tasche di una struttura alberghiera, oggi fallita, e utilizzati per altro, tra cui l’acquisto di 51 lingotti d’oro. È la frode milionaria scoperta dai finanzieri della tenenza di Camerino che fa luce sulle erogazioni di contributi derivanti dal terremoto di oltre tre anni fa. L’operazione, coordinata dal Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio e dal Sostituto Procuratore Vincenzo Carusi, è stata denominata El Dorado e ha portato al sequestro preventivo di oltre un milione di euro, oltre a 19 lingotti d’oro trovati nascosti all’interno di una botola, sotto al letto di uno degli indagati, per un valore complessivo di 200mila euro.
Nel mirino della procura di Macerata è finita una società, composta da 5 persone, tra soci e amministratori, tutti collegati da stretti legami familiari, ora iscritti nel registro degli indagati, proprietaria dell’Hotel 77 di Tolentino, uno dei primi ad offrire ospitalità dopo le scosse sia ai cittadini che al personale delle Forze di polizia. Secondo quanto appurato dalla guardia di finanza, la struttura nei mesi dell’emergenza ha ospitato in tutto tra gli 80 e i 90 clienti al giorno, accolti in pensione completa grazie a una somma di 1,5 milioni di euro pubblici erogata dalla Regione Marche e dalla Prefettura di Macerata, senza però fornire a tutti i servizi promessi e, soprattutto, dichiarando dopo 13-14 mesi di attività, bancarotta, nonostante i fondi pubblici. Proprio la “prolungata e illecita distrazione di risorse economiche dai conti correnti societari”, secondo gli accertamenti, ha portato alla “declaratoria di fallimento”. In pratica un milione e mezzo destinato ai terremotati finito nelle tasche degli albergatori, che hanno poi chiuso la struttura.
Le indagini hanno permesso non solo di quantificare la condotta distrattiva, pari ad oltre 1.000.000 di euro, ma anche di ricostruire l’utilizzo di circa 500mila euro, reinvestiti nell’acquisto di 51 lingotti d’oro, per un peso complessivo di 13 chilogrammi. Ma non solo. Le fiamme gialle hanno accertato anche un’evasione fiscale: la società ha omesso di dichiarare i redditi per il periodo d’imposta 2016 e 2017. Somme ancora da quantificare ma che saranno recuperate.