IL CONGRESSO A MILANO - L'ex ministro dell'Interno si presenta all'appuntamento che completa la transizione al sovranismo con il presepe sottobraccio e annuncia: "Al governo cambieremo la Costituzione per eliminare i senatori a vita". Evita la polemica con il fondatore, ma dice: "Bisogna aprire con intelligenza, con il 30% non si può ragionare come se avessimo ancora il 3%". Lo storico leader accolto da un'ovazione ma smentito dal partito ("non servono le firme per il simbolo"). Calderoli: "La Lega Nord continuerà ad esistere perché ha dei carichi pendenti con la Procura"
“Quando torneremo al governo, tra le modifiche alla Costituzione, ci sarà anche quella di cancellare i senatori a vita”. Nel giorno in cui cambia lo statuto della Lega Nord, Matteo Salvini annuncia l’intenzione di cambiare anche la Costituzione. “Non esiste il senatore a vita”, ha detto l’ex ministro dell’Interno, dal congresso che “svuota” la Lega Nord per l’indipendenza della Padania per lasciare spazio solo alla “Lega per Salvini premier”. Un cambiamento il cui senso è sintentizzato da Roberto Calderoli: “La Lega Nord continuerà ad esistere perché ha dei carichi pendenti con la Procura”. Il padre del Porcellum in pratica confessa il vero motivo per cui la vecchia struttura continua a restare in piedi. “Ma avrà – aggiunge – anche un ruolo identitario, di 40 anni della nostra storia, un grande valore”. Il nuovo statuto del Carroccio, preparato proprio da Calderoli, è stato approvato all’unanimità dal congresso dopo le 14. Tante le modifiche, dal doppio tesseramento al quorum per sciogliere il partito, meno la figura di presidente a vita posizione creata a suo tempo, e conservata, per Umberto Bossi.
Proprio Bossi ha risposto a chi parla di “funerale della Lega“, acclamato sul palco con una standing ovation: “Oggi non si chiude nessun partito. I giornalisti mi hanno chiesto se oggi è il funerale della Lega. Col cazzo il funerale, non c’è nessun funerale alle porte. La Lega – ha aggiunto – è il partito nazionale dei popoli del Nord e questo ormai tutti li hanno capito”. Lo storico leader, a differenza di Calderoli, non considera l’esistenza della Lega Nord per l’indipendenza della Padania come una necessità tecnica dovuta alla restituzione dei 49 milioni, ma una scelta politica: “Sono contento di dirvi che oggi non si chiude nessuna Lega, questo congresso nella sostanza dà la possibilità di avere il doppio tesseramento, sarà possibile essere iscritti alla Lega e alla Lega per Salvini”. E manda un messaggio, esplicito, all’ex ministro dell’Interno: “Questo glielo possiamo concedere, siamo noi che concediamo non è Salvini che ci impone. Salvini non può imporci un cazzo lo diciamo con franchezza. Le cose imposte non funzionano”. Di più: “Se Salvini vuole avere la possibilità di avere il simbolo della Lega nel partito che sta facendo, deve raccogliere le firme“. In realtà poco dopo la Lega ha smentito ufficialmente il suo fondatore: “Nessuna raccolta firme. Il futuro legale rappresentante della Lega Nord, previo passaggio nel prossimo consiglio federale, potrà concedere il simbolo alla Lega Salvini Premier”.
D’altra parte che il partito fondato da Bossi e quello ereditato da Salvini abbiano preso direzioni opposte lo dimostra lo stesso senatùr che a un certo punto rispolvera le vecchie offese al Meridione: “Mi sembra giusto aiutare il Sud altrimenti straripano come l’Africa, la nostra gente del Nord deve vivere tranquillamente e pagare meno residuo fiscale di 100 miliardi di euro”. Vivo imbarazzo da parte di Salvini, seduto due sedie al fianco del fondatore, alla fine però i due si sono abbracciati.
Il segretario della Lega Salvini, che si è presentato al congresso con un presepe sottobraccio a favore di telecamera (video di Simone Bauducco), concede una battuta al fondatore (“Il sogno di Bossi non è morto”), ma non nasconde di avere un’idea molto diversa sul nuovo assetto, pur evitando la polemica: “Oggi è l’inizio di un bellissimo percorso, è il battesimo di un movimento che ha l’ambizione di rilanciare l’Italia nel mondo. Quando ho iniziato questo percorso sei anni fa con la Lega al 3% non avrei mai immaginato di avere l’onore e la fortuna di rappresentare il primo partito del Paese e una speranza per tutti gli italiani. Bisogna aprire con intelligenza, ma con il 30% non si può ragionare come se avessimo ancora il 3%. Ovviamente non subappaltando il movimento a portatori di voti dell’ultim’ora”.
Poi si è dedicato alla richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso Gregoretti, con nuovi attacchi ai giudici.”Io rispetto la stragrande maggioranza dei giudici che fanno bene il loro lavoro, qualcuno ha un pregiudizio. Non penso che questi giudici attacchino me, attaccano un popolo. Non c’è in ballo la libertà personale di Salvini è un attacco alla sovranità nazionale, alla sovranità popolare, al diritto alla sicurezza e alla difesa dei confini”. Quindi il leader si è prodotto in una serie di offese agli ex alleati del Movimento 5 stelle, rei di aver annunciato il voto a favore dell’autorizzazione a procedere. “Da Grillo e Di Maio non mi aspetto più nulla, penso che abbiano lasciato per strada qualsiasi tipo di dignità e di senso dell’onore. Non si lamentino se poi gli elettori ed eletti dei 5 Stelle, che invece la dignità la mantengono, fanno altre scelte. Però auguri, ognuno raccoglie quello che semina, chi semina tradimento raccoglie tradimento”, ha attaccato il leader del Carroccio. Che poi ha chiesto sostegno ai suoi: “Propongo al congresso di autodenunciarci in massa se dovessero procedere”.