“Inceneritori e filtri antiparticolato delle auto sono responsabili di emissioni incontrollate di particolato ultrafine e nanoparticolato, emissioni che eludono le normative esistenti perché queste particelle sono talmente piccole che non esistono gli strumenti per misurarle. Uno studio pubblicato nel 2013 dalla prestigiosa rivista Lancet Oncology dimostra che un aumento di 10 milligrammi a metro cubo di particelle con diametro inferiore a 10 micrometri (10 millesimi di millimetro) portano a un aumento del 22% di rischio di insorgenza di patologie polmonari, mentre con quelle con diametro inferiore il rischio aumenta quasi del doppio. Più piccola è la particella, più grande è il danno alle cellule umane e quindi alla salute. Chi sostiene che i termovalorizzatori di nuova generazione producono emissioni, la cui qualità dell’aria in uscita è migliore a quella in entrata, è in malafede o non sa quello che dice” (P. Pedicini, fisico ed europarlamentare).
In sintesi: più sono efficaci i filtri, sia degli inceneritori che delle auto, di minori dimensioni sono le nanoparticelle prodotte e di conseguenza più tossiche! In pratica, risulta più tossica una auto euro 6 ma di cilindrata e peso elevati (Suv) rispetto a una misera e leggera utilitaria euro zero. Il piombo usato come antidetonante era neurotossico, mentre il benzene che lo ha sostituito nella cosiddetta “benzina verde” è il più potente cancerogeno conosciuto.
La sostenibilità ambientale a tutela della salute pubblica di tutte le combustioni ad alte temperature è quindi direttamente legata non certo alla qualità dei “filtri”, ma solo ed esclusivamente alla quantità della combustione: più si incenerisce, più ci si fa male!
Le nanoparticelle nell’aria sono più tossiche e lo diventano anche le ceneri. Nulla si crea e nulla si distrugge: se tutto diventa più piccolo, diventa pure più tossico o con ceneri più difficili da smaltire. Da un punto di vista tossicologico è tutto molto chiaro: la battaglia contro gli inceneritori non è una mera questione ideologica, ma un preciso dovere tossicologico a tutela della salute pubblica.
Ma la stiamo perdendo. Perché?
Perché non siamo mai stati chiari e competenti sulla quantità e qualità reale dei rifiuti da smaltire. Come urlo da decenni e oggi i dati Ispra confermano, la quantità dei soli rifiuti urbani prodotti è oggi circa 500 kg/procapite/anno, pari a circa 1.3 kg/procapite/die, ma questi sono non più del 15% dei rifiuti realmente prodotti e da riciclare o smaltire. Sommando i rifiuti speciali industriali dichiarati Mud arriviamo a circa 3.5 tonnellate l’anno procapite reali in Europa. Stiamo parlando quindi di non meno non meno di 9.5 kg/procapite/die, in Lombardia non meno di 9.8. A Roma e Napoli non meno di ulteriori 4.5 kg!
Se a questa cifra, autocertificata e quindi ampiamente sottostimata, aggiungiamo quella dei rifiuti prodotti da attività manifatturiere in regime di evasione fiscale, ogni cittadino lombardo deve vedersela con lo smaltimento di non meno di 12.5 kg/die al giorno. Di questi 12.5, circa 2-2.5 kg sono obbligatoriamente occulti!
Nessun sindaco delle nostre città metropolitane è stato adeguatamente formato per la battaglia vera che doveva combattere. Il sindaco è responsabile del corretto smaltimento dei “soli” miseri 1.3 kg/procapite/die di Rsu, ma si vede piombare addosso una massa reale di rifiuti non inferiore ai 6.5 kg/procapite/die a Roma e Napoli. E non abbiamo, come al Nord, impianti, capannoni abbandonati o inceneritori dove occultare al meglio questo imbroglio del “gioco dei tre sacchetti”!
In tutta Italia non si pensa nemmeno a impianti di incenerimento di dimensioni medie europee, cioè non superiori alle 130mila tonnellate all’anno. Nessun impianto di incenerimento che oggi si propone risulta inferiore alle 500mila tonnellate anno: deve ricevere un flusso di Tir giornaliero non controllabile con sufficiente efficienza. E poiché la tossicità reale di un impianto è legata non certo ad essere “di ultima generazione”, ma esclusivamente alla quantità della combustione, ne consegue che dobbiamo scegliere se subire il ricatto di avere strade sporche o pulite, ma incenerendo tutto e non certo solo rifiuto urbano.
Qualunque sindaco che non ci sta viene deriso, delegittimato e quindi politicamente eliminato. Dobbiamo però ammettere che chi li ha disinformati li ha illusi sino ad oggi, parlando soltanto di rifiuti urbani senza volere prioritariamente affrontare la massa enorme di rifiuti speciali, industriali e tossici – e soprattutto quella massa enorme di rifiuti speciali occulti e sovrapposti agli Rsu.
Abbiamo disperato bisogno di impianti e non certo di altri maxi inceneritori. Gli impianti indispensabili (per rifiuti speciali ospedalieri o amianto per esempio) non li vogliono fare! Smettiamola di parlare soltanto di quei miseri 1.3 kg/procapite/die di Rsu e decidiamo come vogliamo combattere quei circa 2 kg/procapite/die di rifiuti “occulti” illegali, da molti decenni il vero oro degli imprenditori criminali che governano incontrastati la mala gestione complessiva dei rifiuti in Italia.