“Credo nelle idee sociali di Matteo Renzi. Mi sono rivolto alla Casaleggio perché per quel tipo di lavoro sono leader in Italia“. A dirlo è l’armatore Vincenzo Onorato, che tra il 2018 e il 2019 ha siglato alcuni accordi economici con le società di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Solo che quei bonifici sono stati segnalati dell’Unità antiriciclaggio di Bankitalia e sono finiti sul tavolodella Guardia di Finanza. Sono definite come “operazioni sospette” “sia per gli importi, sia per la descrizione generica della prestazione ricevuta, che per la circostanza di essere disposti a beneficio di persone politicamente esposte”. Il dubbio, in pratica, è che il proprietario della compagnia di navigazione Moby abbia sottoscritto le partnership commerciali con la società che gestisce il blog del fondatore del M5s e con quella del presidente del presidente dell’Associazione Rousseau (che gestisce il blog delle Stelle) per avere favori dal governo guidato appunto dai 5 stelle.

Onorato, però, smentisce: “Non mi aspettavo ‘favoritismi e non a caso il Ministro Toninelli (con cui più volte ho duramente polemizzato) ha sempre attaccato, non conoscendo i fatti, la mia compagnia”. Tra i 2018 e il 2019, in effetti, sia il Movimento 5 stelle in Sardegna sia l’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli hanno attaccato duramente Onorato. Nello stesso, periodo, invece, il blog di Beppe Grillo rilanciava le raccolte firme di Onorato per far ottenere benefici fiscali agli armatori con dipendenti marittimi italiani o comunicatri. Per questo motivo sono in corso accertamenti per capire se le cifre pagate da Onorato sono allo stesso livello di quelle delle altre aziende. “Le cifre pagate – si difende l’imprenditore – sono cifre di mercato”. Nel dettaglio la società dell’armatore ha siglato un accordo commerciale con la Beppe Grillo srl che prevede 120mila euro l’anno per due anni – 2018/2019 – in cambio dell’inserimento di messaggi pubblicitari e “contenuti redazionali con interviste a testimonial della Moby da pubblicare anche su Facebook, Twitter e Instagram” sul blog del fondatore del M5s. Con la Casaleggio Associati, invece il 7 giugno 2018 e prevede la “stesura di un piano strategico e la gestione di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo sulla limitazione dei benefici fiscali del Registro Internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari“. In pratica la vecchia battaglia di Onorato: tasse più agevoli per armatori che come lui usano personale comunicatario.

Proprio per questo motivo Onorato aveva esultato nel 2017 quando l’allora governo di centrosinistra – voluta dal senatore Pd Roberto Cociancich – per disciplinare il regime fiscale per gli armatori italiani. L’armatore ribatte però che “la legge Cociancich, su cui mi sono battuto e continuerò a farlo, non prevede aiuti e sgravi fiscali per gli armatori, questi già esistono da più di 20 anni, bensì occupazione per i marittimi italiani”. E aggiunge: “Le mie navi viaggiano con stipendi base di 1.600 euro al mese, quelle dei miei ‘colleghì armatori con 300 dollari al mese con lavoratori extracomunitari sfruttati e sottopagati. È giusto? No”.

Di recente Onorato è subito una perquisizione ordinata dalla procura di Firenze nell’ambito delle indagini della procura di Firenze sui fondi versati alla fondazione Open, l’ex cassaforte che ha accompagnato l’ascesa di Matteo Renzi. Sotto la lente ci sono i 50mila euro versati “a titolo personale” e i 100mila elargiti dalla sua società. “Ho finanziato Open perché credo nelle idee sociali di Matteo Renzi – dice l’armatore – E l’ho finanziata in modo libero, chiaro e trasparente”.

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