“La tipologia d’accusa che ha colpito Roberto Rosso è la peggiore, è abominevole, qualcuno ha detto vomitevole, condivido”. Alberto Cirio, governatore del Piemonte, ha aperto così le comunicazioni al Consiglio regionale sull’arresto dell’esponente del centrodestra con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Sempre in Consiglio regionale, Fratelli d’Italia ha presentato un ordine del giorno per chiedere “la tempestiva sospensione da consigliere regionale” dell’ormai ex assessore. Lo ha annunciato il capogruppo Maurizio Marrone, in apertura della seduta. L’ordine del giorno chiede anche la costituzione di parte civile della Regione Piemonte nell’eventuale processo nei confronti di Rosso, che è stato già espulso da Fratelli d’Italia ed è in carcere da venerdì mattina.
Il governatore ha detto di essere stato male per l’accaduto e ha affermato che “Rosso non ha fatto male solo a se stesso, ma al concetto di rappresentanza, alle istituzioni, alla democrazia”. La notizia lo “ha fatto sentire tradito”, ha aggiunto. Cirio ha tenuto a sottolineare l’onestà dell’amministrazione: “Siamo gente per bene, qui c’è seduta gente per bene, ecco perché dobbiamo essere arrabbiati. Ed è sbagliato pensare che il caso di un singolo possa infangare tutta l’istituzione”.
Il governatore piemontese si è chiesto davanti ai consiglieri comunali se qualcuno, da Fratelli d’Italia, al consiglio e al governo regionale, avesse colpe nell’aver riposto fiducia in Rosso, affermando poi di credere “che a nessuno di questi soggetti possano esser mosse colpe di superficialità o sottovalutazione. Non c’è stata leggerezza da parte di nessuno”, ha aggiunto, sottolineando che “la candidatura di Rosso ha seguito i canali delle candidature di ciascuno di noi, atti, pubblicazione, verifiche fatte a lui le hanno fatte a tutti noi”.
“Guardo il curriculum del consigliere Rosso – ha proseguito Cirio – e vedo una persona con decenni di attività politica alla spalle, nessuna macchia, nessun chiacchiericcio che avrebbe magari potuto far nascere qualche dubbio. Questo – conclude – è quello che preoccupa”. Rosso in passato aveva anche contribuito a dare il via a Rimborsopoli, denunciando comportamenti illeciti di alcuni politici. Cirio ha affermato che non nutriva “alcun sospetto. Se l’avessi avuto, se avessi mai sentito anche solo un chiacchiericcio non ci sarei neanche andato a prendere un caffè”.
Cirio ha poi confessato di sentirsi impotente di fronte alla mafia: “Assumiamo consapevolezza che la mafia ce l’abbiamo di fianco, nonostante la burocrazia, la carta, non riusciamo a difenderci. Questo l’insegnamento di questa vicenda”. Il governatore ha poi annunciato che parteciperà personalmente alle sedute della Commissione consiliare sulla legalità. “L’informazione che traggo da questa vicenda – ha proseguito Cirio – è che la mafia esiste, ce l’abbiamo seduta di fianco e non abbiamo anticorpi per individuarla. Questo è rischioso. Ti accorgi che non siamo immuni, non abbiamo gli strumenti nonostante le attenzioni. O che ci sono forse, ma sono aggirabili”.
Per questo il governatore ha dato alla magistratura la disponibilità di tutti i funzionari regionali che abbiano avuto contatti con Rosso. Cirio ha inoltre sollecitato il Consiglio regionale e la Commissione Legalità a “costruire argini, barriere che ci possano permettere di costruire anticorpi che oggi non abbiamo. Mi auguro che in Commissione, a cui parteciperò personalmente, si voglia iniziare questo lavoro con i soggetti che hanno fatto della lotta alla criminalità il loro impegno”. “Se la vicenda sarà confermata – ha concluso – dobbiamo dire grazie alla magistratura per averci aiutato a fare pulizia e dobbiamo chiedere indicazioni e modelli per salvaguardare le istituzioni e la dignità di ciascuno di noi che non vuole tradire la fiducia dei cittadini”.