Preso a bastonate nel garage seminterrato mentre rientrava a casa. Un magistrato è stato aggredito la notte scorsa a Cosenza. Si tratta di Giuseppe Greco, in servizio nell’ufficio Gip-Gup del Tribunale. Due persone, armate di bastoni e con il volto travisato, lo hanno atteso vicino a dove il giudice è solito posteggiare l’auto. Sono sbucati dal nulla e non appena è arrivato lo hanno colpito ripetutamente.
Le sue condizioni non destano preoccupazione. Il giudice Greco, infatti, non ha riportato ferite gravi, ma resta l’inquietudine per la facilità con cui i malviventi hanno portato a termine il pestaggio.
Sul posto sono intervenute le volanti e gli agenti della squadra mobile di Cosenza, guidati da Fabio Catalano, che hanno avviato le indagini per risalire al movente.
Nei pressi del garage non c’erano le telecamere ma, avvertita la Procura di Salerno competente per i fatti che riguardano i magistrati in servizio nel distretto di Catanzaro, gli investigatori stanno verificando i filmati di videosorveglianza della zona nel tentativo di trovare qualche elemento che possa ricondurre agli autori del gesto e al mezzo con cui si sono allontanati.
Al momento non c’è una pista privilegiata. La mobile sta cercando di capire se l’aggressione sia riconducile a motivi privati o, piuttosto, legati al lavoro della vittima.
Greco, infatti, nel corso della sua attività professionale negli uffici giudiziari cosentini, ha firmato numerosi provvedimenti restrittivi nei confronti di esponenti della criminalità locale, in particolare per spaccio di droga, estorsioni e “cavalli di ritorno”, le auto rubate e poi restituite dopo il pagamento di un riscatto. Il giudice si è occupato anche di procedimenti relativi all’Azienda sanitaria provinciale nell’inchiesta sui falsi precari. Poche settimane fa, inoltre, Greco ha convalidato i fermi emessi dalla Dda di Catanzaro contro le cosche cosentine.
“Sconcerto e sdegno” per l’accaduto è stato espresso dalla sottosezione dell’Anm di Cosenza. Per l’Associazione nazionale magistrati è un episodio grave “rappresentativo evidentemente – è scritto in una nota – di una subcultura della violenza che merita di essere censurata pubblicamente e perseguita penalmente”.
Espressa la “piena solidarietà al collega”, l’Anm cosentina coglie l’occasione per sottolineare che episodi “così efferati dimostrano come in questo particolare momento storico i magistrati siano esposti a continui attacchi che tendono a delegittimarne l’operato e che in taluni casi, seppure sporadici, sconfinano addirittura in aggressioni fisiche violente. Gesti di tale gravità non intimoriscono né condizionano l’esercizio delle funzioni giurisdizionali, che resta immune da certe azioni inutilmente dimostrative, inidonee ad esercitare qualsiasi forma di pressione sul singolo magistrato o sulla intera categoria”.