“Se hai coraggio, non scappi“. All’interno del governo la prima a rompere il muro del silenzio dopo le dimissione di Lorenzo Fioramonti da ministro dell’Istruzione è Fabiana Dadone. Titolare del dicastero della Pubblica amministrazione, sua compagna di partito nel Movimento 5 stelle, in un lungo post su Facebook critica duramente la scelta del suo ex collega, senza mai citarlo direttamente. È la prima manifestazione palese di un forte fastidio sia nei Cinquestelle che nel Governo e nelle forze di maggioranza per il comportamento tenuto da Fioramonti, che però fin dal suo insediamento aveva chiarito che senza le risorse necessarie per scuole e università avrebbe lasciato la poltrona da ministro: “Alle ragazze ed ai ragazzi che fanno vivere la scuola e l’università italiana chiedo di non dimenticare mai l’importanza dei luoghi che attraversano per formarsi, senza arrendersi alla politica del ‘non si può fare’“, ha scritto l’ormai ex ministro su Facebook. Tra i Cinquestelle a difendere la scelta di Fioramonti è Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura alla Camera: “Un segnale in totale controtendenza. Ora il focus principale del dibattito è progettare le misure necessarie. Non abbiamo intenzione di mettere la testa sotto la sabbia“.

Il premier Giuseppe Conte per ora non commenta, così come il Pd. Da Italia Viva arrivano critiche, mentre il M5s fa trapelare solo una dichiarazioni attribuita a fonti interne: “Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l’istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c’è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell’istruzione, la scuola non può aspettare”. Sullo sfondo c’è la possibilità che Fioramonti possa anche formare un nuovo gruppo alla Camera (a favore del governo), portandosi dietro altri deputati pentastellati. L’indizio è contenuto nell’ultima frase del post su Fb in cui ha annunciato le dimissioni: “Il mio impegno per la scuola e per le giovani generazioni non si ferma qui, ma continuerà – ancora più forte – come parlamentare”, ha scritto l’ormai ex ministro. “La vicenda Fioramonti dice che questo governo perde i ministri come le foglie d’autunno di un albero. La sua credibilità è ridotta a zero, e ogni giorno sono sempre più convinto di aver fatto bene a non votare la fiducia“, commenta il leader dei Moderati Giacomo Portas, indipendente di Italia Viva.

Dadone: “Non scappi da responsabilità”- Di “coraggio” parla Fioramonti su Fb, sostenendo che il governo ne avrebbe dovuto avere di più per investire almeno 3 miliardi nella scuola e nell’università: la sua richiesta iniziale, disattesa dalla manovra. Nonostante lui stesso avesse proposto una soluzione: si era battuto perché passasse nel governo una strategia che secondo lui avrebbe permesso di liberare risorse e far ripartire scuola e università, quella delle tasse di scopo. Microtasse su attività inquinanti come i voli aerei o su stili di vita non sani come cibi e bibite ultra-zuccherate. “Cos’è il coraggio in politica?”, si chiede la sua ex collega Dadone. “Trovo stucchevole che chi professi coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche“, aggiunge la ministra M5s.

“Se condividi davvero una battaglia, non scappi, ma mangi sale quando devi e porti avanti un progetto (ammesso che lo si abbia mai realmente condiviso)”, si legge su Facebook. “Dividere l’opinione pubblica scappando dalle responsabilità con scuse variopinte premia nell’immediato – aggiunge continuando a non citare Fioramonti – La stampa ha bisogno di gossip, ma le persone hanno bisogno di gente che sappia governare. Governare è difficile, perché riduce al nulla gli slogan o le promesse senza criterio. Governare non è per tutti, perché bisogna parlare poco e lavorare molto. Governare spesso non è trendy, non è pop e non è ‘social‘”, attacca ancora Dadone. “La coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità“, continua la ministra della Pa.

Gallo (M5s): “Facile fare polemica su dimissioni. Ora trovare risorse” – “Il coraggio in politica è anche ammettere che non si è in grado di governare, è saper chiedere scusa se non si ha più coraggio. Il resto non è certamente coraggio, sono scuse, incapacità, protagonismo, gossip. Tutto alla fine viene a galla. Tempo al tempo… che come sempre saprà essere galantuomo!”, conclude il post di Dadone. A parziale difesa della scelta di Fioramonti si schiera però Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura del M5s alla Camera: “È facile trasformare le dimissioni in un grande polemica politica”, scrive in un post su Fb. “Innanzitutto a me stupisce che in un epoca di egoismi, di arrivismo e di ambizioni sfrenate Lorenzo abbia dato un segnale in totale controtendenza anteponendo il proprio prestigio personale alle politiche e alle risorse di cui ha bisogno questo Paese nelle scuole, nell’università, nella ricerca e questo è un dato di fatto”, aggiunge Gallo. “Per questo il focus principale del dibattito, se vogliamo fare una cosa sana per i nostri figli e le future generazioni, è progettare le misure necessarie che mancano nel nostro Paese per raggiungere la sufficienza europea, ovvero quel 10,2% di investimenti della spesa pubblica che è la media europea e che chiederebbe al nostro Paese, tra gli ultimi in Europa (fermo con gli investimenti al 7,9%), un impegno di 25 miliardi“, sottolinea Gallo.

L’ipotesi nuovo gruppo. Silvestri: “Smentisco mia presenza” – Il riferimento potrebbe essere alla diverse volte in cui Fioramonti si è già posto come anti-Di Maio, discostandosi dalla linea M5s o enfatizzandone gli errori. Con il sospetto di alcuni parlamentari M5s che stesse già lavorando a un gruppo alternativo alla Camera. “Leggo il mio cognome tra i possibili uscenti per creare un nuovo gruppo con Fioramonti. In questo bel clima di tombola oltre ai numeri a caso pare escano anche i nomi, ma non per questo permetto che il mio venga tirato in ballo in questo modo. Smentisco categoricamente qualsiasi ipotesi mi veda lontano dal M5s”, chiarisce in un post su Fb il deputato e tesoriere del gruppo M5s alla Camera, Francesco Silvestri, citato dall’Huffington Post come possibile partente. “Ho piena fiducia nel oresidente Conte per individuare un nuovo ministro per l’istruzione. La scuola, l’università e la ricerca non possono aspettare”, conclude Silvestri.

Italia Viva: “Non lo abbiamo mai visto” – È Italia Viva ad accusare apertamente Fioramonti di essersi già di fatto “tirato fuori” da questo esecutivo: “Se veramente ci si vuole battere per avere più risorse per la scuola bisogna stare in Parlamento, non all’estero, non a presentare un libro o a fare conferenze stampa”, scrivono i renziani Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capigruppo in Commissione Cultura a Camera e Senato. “In quattro mesi – ricordano – questa maggioranza ha votato un decreto scuola, con 50mila assunzioni e risorse. Non è quanto volevamo, ma nella legge di Bilancio, di risorse per l’istruzione, ci sono. Tutto questo grazie ai parlamentari di maggioranza, perché di contributi del Miur ne abbiamo visti pochi e soprattutto non abbiamo mai visto il ministro“. Per questo, concludono Toccafondi e Sbrollini, “ora auspichiamo che chi arriva in Viale Trastevere, abbia a cuore la scuola, l’Università e la ricerca, e non la propria visibilità“.

LE OPPOSIZIONI
“Le dimissioni del ministro Fioramonti costituiscono un atto grave e irresponsabile“, scrivono invece in una nota i deputati di Forza Italia in commissione cultura alla Camera. “Avere maggiore disponibilità finanziarie per le politiche della scuola, dell’Università e della ricerca è da sempre aspirazione legittima di tutti i ministri dell’istruzione della Repubblica, ma Fioramonti sembra aver sottovalutato irresponsabilmente di essere arrivato a Viale Trastevere da soli quattro mesi, in un momento di crisi economica del Paese”. Forza Italia annuncia quindi che “formalizzerà nelle prossime ore una richiesta di audizione urgente del presidente del consiglio Conte in commissione per conoscere le determinazioni che intenderà assumere per far fronte alla grave situazione che si è determinata”.

Non sentiremo la mancanza del ministro Fioramonti che avrebbe dovuto rassegnare le sue dimissioni già da tempo per i suoi post ignobili e deliranti contro le Forze dell’Ordine e le donne. Lo ha fatto solo dopo l’approvazione della manovra, ammettendo il fallimento su scuola e università di un Governo guidato da un professore. La sua eredità è un pessimo decreto scuola e la sciagurata invenzione di sugar e plastic tax, due folli tasse che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro in Italia”, dichiara la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Se ne va uno dei peggiori ministri che l’Italia repubblicana abbia avuto. E ora questo Governo faccia un altro bel regalo agli italiani: vada a casa”, aggiunge. Sulla stessa linea anche la Lega con Roberto Calderoli: “Grazie a Babbo Natale per aver pensato ai nostri bambini mandando a casa con un sacco di carbone il pessimo ministro Fioramonti, uno dei peggiori ministri della storia repubblicana, quello che voleva tassare le merendine, quello che voleva togliere il crocifisso dalle aule perché non ci rappresenta”, dice il senatore del Carroccio.

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