L’Associazione Nazionale Magistrati si schiera al fianco del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo le critiche arrivate dal Procuratore Generale, Otello Lupacchini, che ha lamentato scarsa collaborazione tra la Direzione distrettuale antimafia, guidata appunto da Gratteri, e la Procura Generale, oltre ad accusare gli uomini della Dda di procedere con operazioni spettacolari che successivamente vengono ridimensionate: “Almeno in questo anno – aveva dichiarato Lupacchini – i risultati sono stati molto al di sotto delle aspettative. Quando si catturano tante persone che poi vengono rimesse in libertà o si censurano i provvedimenti, non da parte mia ma da parte della Corte di Cassazione, tacciandoli di pregiudizio accusatorio e di evanescenza indiziaria. Non ha visto come son finite tutte le indagini del signor Gratteri? ”. Ma l’Anm non ci sta e risponde: “Le valutazioni del Procuratore Generale Lupacchini, come riportate dalla stampa, relative a ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip in seguito ad indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e in attesa di ulteriori verifiche giurisdizionali, sono sconcertanti in sé e ancor più perché provenienti dal vertice della magistratura requirente del distretto”. Area e Magistratura Indipendente chiedono l’apertura di una pratica a tutela dei magistrati.

Ogni esternazione, continua l’Associazione, “che si risolva in una critica dei provvedimenti giudiziari, non argomentata e non fondata sulla conoscenza degli atti, rappresenta una lesione delle prerogative dell’autorità giudiziaria, una delegittimazione del suo operato, e può, nel caso di specie, implicare, in ragione del ruolo ricoperto da chi l’ha resa, un’inaccettabile forma di condizionamento dell’autonomia e indipendenza dei titolari delle indagini e incidere sulla serenità dei magistrati chiamati ad occuparsi dei relativi accertamenti nelle diverse fasi processuali”. L’Anm si dice comunque “certa che la Magistratura non ne sarà influenzata e saprà operare con serenità ed indipendenza in un territorio purtroppo interessato da una delle forme più aggressive di criminalità organizzata”.

Solidarietà a Gratteri è arrivata nella giornata di venerdì anche dai portavoce del Movimento 5 Stelle in Commissione Giustizia alla Camera, definendo il magistrato un “bersaglio delle polemiche mediatiche del procuratore generale Otello Lupacchini. Onestà, trasparenza e competenza caratterizzano da sempre l’operato di Gratteri al quale va ascritto, tra gli altri, il merito di aver coordinato e realizzato un recente blitz che ha permesso l’emissione di misure cautelari nei confronti di 330 persone, tra presunti boss di ‘ndrangheta, affiliati, politici e professionisti”.

In occasione di operazioni di tale portata, continuano i Cinquestelle, è fondamentale che tutti gli apparati dello Stato cooperino per debellare la mafia e non si dividano in inutili e pretestuose polemiche. Nel ribadire solidarietà e sostegno a Gratteri, il nostro auspicio è che questa fase di incomprensioni sia archiviata al più presto all’insegna di un sentire comune: il ripristino della legalità e la lotta alla criminalità organizzata”.

Le dichiarazioni di Lupacchini hanno causato anche la reazione di Area, il principale gruppo di consiglieri togati al Consiglio Superiore della Magistratura, che ha così chiesto l’apertura di una pratica su di lui in Prima commissione competente sui trasferimenti d’ufficio dei magistrati per incompatibilità ambientale e funzionale, giudicando “allarmanti” le dichiarazioni del Procuratore Generale: “Si tratta di dichiarazioni particolarmente allarmanti in ragione del ruolo rivestito dall’intervistato e in quanto riferite a un provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Catanzaro sul quale dovrà pronunciarsi nei prossimi giorni il Tribunale per il riesame di Catanzaro”. Di qui la richiesta di apertura di “una pratica in prima commissione per l’adozione di urgenti provvedimenti a tutela della credibilità della autorità giudiziaria di Catanzaro e dell’esercizio sereno, imparziale ed indipendente della funzione giudiziaria in quella sede”.

Stessa richiesta avanzata anche dal gruppo di Magistratura Indipendente, i cui consiglieri al Csm, Paola Braggion, Antonio D’Amato e Loredana Miccichè, hanno depositato al Comitato di Presidenza la richiesta di apertura di pratica a tutela dei magistrati del Distretto della Corte d’appello di Catanzaro “in considerazione delle allarmanti dichiarazioni del Procuratore generale di quel Distretto ed anche di quelle non meno gravi di un parlamentare della Repubblica all’indomani dell’esecuzione degli arresti”.

I magistrati si soffermano prima di tutto sul post Facebook della Deputata del Partito Democratico, Enza Bruno Bossio, in cui si legge “Gratteri arresta metà Calabria. È giustizia? No è solo uno show! Colpire mille per non colpire nessuno. Anzi sì. Colpire la possibilità di Oliverio di ricandidarsi”. “Le parole attribuibili all’onorevole Enza Bruno Bossio – scrivono da Mi – non si rinvengono più sulla sua pagina Facebook, ma alla stessa deputata sono riferibili, secondo i quotidiani La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e Il Riformista“.

Poi anche loro si concentrano sulle parole di Lupacchini: “Nemmeno due giorni orsono, anche il Procuratore generale di Catanzaro, intervistato su reti televisive a diffusione nazionale, ha testualmente dichiarato, in merito agli arresti, che la Procura generale, da lui diretta, ‘può rispondere soltanto di ciò che generalmente accade e cioè l’evanescenza come ombra lunatica di molte operazioni della Procura distrettuale di Catanzaro’, lamentando anche di avere saputo dell’operazione solo dai giornali”. Le dichiarazioni, secondo i consiglieri di Magistratura indipendente, “sono particolarmente allarmanti, ove si ponga mente alla loro qualificata provenienza, e cioè da un soggetto preposto ai vertici della magistratura del Distretto di Catanzaro. Con la richiesta di apertura di pratica a tutela intendiamo assicurare un tempestivo intervento a tutela dell’indipendenza e della serenità di giudizio dei magistrati del Distretto di Catanzaro, ed in particolare di quelli della Procura distrettuale preposti allo svolgimento di ulteriori indagini; dei giudici per le indagini preliminari; dei magistrati del Tribunale del Riesame di Catanzaro e di tutti gli altri magistrati del Distretto, direttamente o indirettamente chiamati a svolgere il loro ruolo nell’ambito del procedimento penale relativo all’esecuzione dei recenti arresti”.

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