“Questa canzone è per tutti quelli stanno al 41-bis, per una presta libertà e con la speranza che possano tornare dalle loro famiglie”. La dedica da brividi ai boss della mafia è del cantante neomelodico Niko Pandetta, che si è esibito a Fisciano (Salerno), fuori da un esercizio commerciale. Nel brano, racconta la storia di un detenuto e si rivolge a “zio Turi”, a cui dice “grazie per quello che fai per me. Sei una scuola di vita. A causa dei pentiti ora sei in carcere al 41-bis”
Zio Turi non è altri che Salvatore Cappello, uno dei boss più potenti e spietati della mafia catanese. Tra i responsabili di una sanguinosa faida a cavallo degli anni Ottanta-Novanta, Cappello sancì un’alleanza tra criminalità organizzata siciliana e ‘ndrangheta. In più, aveva legami e contatti con la camorra, tanto che nel 1992 venne arrestato a Napoli poco prima che incontrasse il boss Carmine Alfieri. Ora “zio Turi” sta scontando l’ergastolo.
Il consigliere dei Verdi in Campania, Francesco Emilio Borrelli, ha denunciato quanto accaduto a Fisciano: “È assurdo che le autorità non fermino questi spettacoli di indecenza e inciviltà, che vanno contro la legge e che inneggiano a schierarsi contro lo Stato. Chi è al carcere duro merita di non passare il Natale con la propria famiglia. Per chi si è macchiato di crimini così gravi ed efferati non riesco a muovere alcuna compassione”.