Hanno approvato alla Camera la legge di Bilancio, che per la sanità prevede una spesa (ma non ci sono mai voci di risparmio?) di 7,5 miliardi di euro in tre anni: tra questi 3,5 miliardi per il fondo sanitario (2020 e 2021), altri 2 miliardi per l’edilizia e 739 milioni per cancellare il superticket. A queste somme si aggiunge un altro miliardo e 260 milioni per tutta una serie di misure che vanno dalla farmacia dei servizi alle specializzazioni mediche.
Tralascio di andare nei dettagli perché preferisco, come sempre faccio, commentare un solo argomento, quello che mi colpisce quando le mie idee sono contrarie. Così leggiamo insieme i Commi da 449 a 450 (“Apparecchiature sanitarie dei medici di medicina generale”): Per migliorare il processo di presa in cura dei pazienti e ridurre il fenomeno delle liste d’attesa, viene autorizzato un contributo pari a 235.834.000 euro per l’acquisto di apparecchiature sanitarie per i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Lo stanziamento andrà a valere sull’importo fissato dal fondo per l’edilizia sanitaria nell’ambito delle risorse non ancora ripartite alle regioni. I trasferimenti in favore delle regioni saranno disposti sulla base di un piano dei fabbisogni predisposto e approvato nel rispetto dei parametri fissati con decreto del Ministro della salute, da adottarsi entro il 31 gennaio 2020, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Con lo stesso decreto dovranno essere definite la distribuzione delle risorse alle Regioni, in quota capitaria, e le modalità con cui le stesse Regioni, all’interno degli accordi integrativi regionali, dovranno individuare le attività assistenziali all’interno dei quali verranno utilizzati i dispositivi medici di supporto, privilegiando ambiti relativi alla fragilità e alla cronicità, anche prevedendo l’utilizzo di strumenti di telemedicina finalizzati alla second opinion.
Le apparecchiature sanitarie, di proprietà delle aziende sanitarie, saranno messe a disposizione dei medici di secondo modalità individuate dalle aziende stesse avendo cura di misurare l’attività svolta attraverso indicatori di processo.
Il preambolo è scritto come una certezza che certezza non è mai stata: ma come si può pensare che spendendo 235.834.000 (sono i 4000 che mi preoccupano, quasi abbiano spulciato il conto!) per nuove apparecchiature (di proprietà delle Asl ma destinate ai medici del territorio) si possa migliorare la presa in carico del paziente? In realtà la presa in carico è un’altra spesa, ad esempio per la Regione Lombardia è di 120.000.000 di euro anno! Non bastano più.
Per migliorare il rapporto tra medico del territorio e paziente – affinché il medico segua di più il suo assistito, si aggiorni e nel contempo si riduca l’attesa al Pronto Soccorso – basterebbe non spendere altri soldi per strumenti che negli ospedali esistono, ma spostare e far turnare i medici del territorio in ospedali di zona come dico da anni.
In ultimo, le liste di attesa per visite specialistiche ed esami non possono ridursi dal medico del territorio, che anzi le filtra per lo Stato per far spendere meno al sistema, ma controllando il privato che è entrato nel sistema salute con una copertura del 50% circa e che proprio perché privato vuole soldi freschi e subito. Bisogna controllarlo come dico da anni affinché non si possa “incartare” quel sistema sanitario nazionale che lo scorso 23 dicembre ha compiuto solo 41 anni. Manteniamolo giovane e soprattutto solo pubblico ancora nel prossimo decennio.
Tanti auguri a tutti quelli che hanno la benevolenza di leggermi.