Non più un solo ministero, ma una separazione della scuola dall’università e ricerca. Il rilancio dell’azione di governo con un confronto a gennaio, per dettare i tempi dei nuovi obiettivi. tra cui resta forte la lotta “contro l’evasione fiscale, un furto che svantaggia i cittadini onesti“. Infine il no a un gruppo ‘contiano’ in Parlamento che sarebbe “destabilizzante“. Alla conferenza stampa di fine anno a villa Madama, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annuncia quale sarà la linea che guiderò l’esecutivo nel 2020, partendo nell’immediato dalla sostituzione del ministro dimissionario Lorenzo Fioramonti: “Sono convinto che la cosa migliore per potenziare il settore sia separare la scuola dall’Università”, spiega il premier. “In dirittura d’arrivo” è anche la riforma del processo penale, mentre dal primo gennaio entrerà in vigore lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio: “Non è un obbrobrio giuridico“, chiarisce Conte, ma ora servono “meccanismi di garanzia per la durata ragionevole del processo“.

Lucia Azzolina, dirigente scolastico e attualmente sottosegretario alla Scuola in quota M5s, sarà proposta da Conte per guidare il ministero della Scuola. Gaetano Manfredi, rettore della Federico II di Napoli, guiderà invece il nuovo dicastero dell’Università e della Ricerca. La notizia dei due nuovi volti del governo arriva dal premier nel mezzo di una conferenza stampa in cui ribadisce come l’esecutivo abbia bisogno a gennaio di un momento di confronto per stabilire i tempi dell’azione di governo, “scegliere l’ordine temporale delle misure”. Conte fa un bilancio dell’anno appena trascorso, in cui ha guidato due maggioranze diverse: diventa inevitabile una coda di polemiche con Matteo Salvini, sia sul tema migranti che sulle banche. “Abbiamo migliorato la performance degli sbarchi e dei ricollocati” senza slogan e “clamori”, dice il premier, sottolineando i dati: “Da settembre sono 98 i migranti ricollocati, ogni mese“. E specificando: “I nostri porti non sono mai stati chiusi“.

Il premier Conte quindi elenca le priorità e gli obiettivi per “la maratona” dei prossimi 3 anni: c’è la burocrazia da snellire, il fisco da semplicare, il sud da rilanciare, le infrastrutture da migliorare. Con una sottolineatura: per mettere i conti in ordine “l’unica prospettiva seria e credibile è lottare contro l’evasione fiscale, un furto che svantaggia i cittadini onesti“. Per portare avanti tutto questo, spiega Conte, la maggioranza avrà bisogno di compattezza: “Dar vita a nuovo gruppi” in Parlamento, anche a sostegno della maggioranza e del premier “rischia di destabilizzare l’iniziativa di governo”, chiarisce il premier, specificando che “non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento”.

IL DISCORSO DEL PREMIER
“In questi primi giorni del nuovo governo siamo stati costretti a correre i cento metri, anzi una corsa a ostacoli, per mettere paese in sicurezza e reperire i 23 miliardi per disinnescare l’Iva. Sono orgoglioso di aver raggiunto gli obiettivi prefissati“. Comincia così la conferenza stampa di fine anno. L’occasione per tirare una riga al termine di un anno che ha visto il premier a capo di due diverse maggioranze parlamentari e per soffermarsi sulle prospettive future: “Ora abbiamo davanti a noi una maratona di tre anni, non significa che andremo a passo lento, marceremo spediti, ma questo spazio temporale ci consentirà di programmare senza l’affanno di questi mesi le nostre iniziative di governo. Vogliamo un piano ambizioso riformatore per realizzare quelle misure che il paese attende da anni per migliorare la qualità della vita dei cittadini”.

Burocrazia, tasse, evasione – “Gennaio sarà l’occasione per fermarsi a riflettere e confrontarsi per cercare di rilanciare l’azione di governo“, prosegue Conte, sottolineando che “già scegliere l’ordine temporale delle misure da adottare sarà una scelta politica, nell’interesse dei cittadini e del Paese”. “Abbiamo già presenti alcune priorità“, assicura il premier. La prima che cita è la volontà di “snellire la macchina burocratica“. “Nessuno può illudervi che questa riforma sia facile, è una delle riforme tecnicamente più difficili“, specifica Conte. Tra gli obiettivi c’è poi “semplificare il fisco“, “rimodulare e ridurre le aliquote per abbassare la pressione fiscale“. Per abbassare le tasse e tenere i conti in ordine evitando una procedura di infrazione dell’Ue, sottolinea però Conte, “l’unica prospettiva seria e credibile è lottare contro l’evasione fiscale, un furto che svantaggia i cittadini onesti”. “Abbiamo già dato un segnale ben preciso – aggiunge – l’economia sommersa vale circa 100 miliardi. Pagare tutti per pagare meno”.

Pa, sud e infrastrutture – Un altro obiettivo è velocizzare i processi: “Questo sarà un pilastro del nostro disegno riformatore. Siamo molto ambiziosi, dobbiamo mettere mano alla giustizia tributaria, devono essere sufficienti solo due gradi di giudizio“. Con la riforma della pubblica amministrazione “cercheremo di intervenire con assunzioni, un rinnovo è essenziale. Un altro pilastro della riforma sarà la digitalizzazione“, aggiunge ancora Conte. Un’altra priorità è un “piano strutturale per il sud: una parte fondamentale sarà l’incremento delle infrastrutture. Non siamo così velleitari da pensare che porremo fine alla questione meridionale ma se il sud non riparte il Pil avrà sempre percentuali scarse”. “Il 34% della spesa pubblica dovrà a priori essere destinato al Sud, è il principio che abbiamo fissato”, spiega il premier. “Bisogna lavorare per incrementare le infrastrutture, migliorare e manutenerle in modo efficace: quello che abbiamo osservato fino qua non ci piace. Serve una manutenzione più efficace“, continua poi Conte dettando un altro obiettivo del governo nel 2020.

Un gruppo di riferimento – “Non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento”, spiega il premier rispondendo alle domande dei cronisti presenti. “Non è nelle mie corde. Per me sarebbe una missione diversa da quella assunta di fronte ai cittadini italiani”. “Non penso che dei parlamentari che possono apprezzare la mia iniziativa debbano ricorrere al mio nome per formare un gruppo – aggiunge Conte – Rivolgo loro un pubblico appello: rimanete nelle vostre forze di governo. Se c’è dissenso, ed è successo dalla notte dei tempi, manifestatelo all’interno, per portare avanti le vostre posizioni”. Infatti secondo il presidente del Consiglio “dar vita a nuovi gruppi” in Parlamento “rischia di destabilizzare l’iniziativa di governo e non di stabilizzarla”.

Giustizia e prescrizione – “Siamo in dirittura d’arrivo sulla riforma del processo penale” nella quale “introdurremo meccanismi di garanzia” per quanto riguarda la riforma della prescrizione: “Su questo obiettivo ci ritroveremo tutti“, garantisce Conte dopo la presentazione da parte del Pd di una proposta che supera la riforma Bonafede in vigore dal primo gennaio. “La prescrizione sospesa alla sentenza di primo grado non è un obbrobrio giuridico – sottolinea – c’è in Germania, c’è in Francia, ma rischieremmo di andare in difficoltà sul piano della garanzia ai diritti dei cittadini senza meccanismi di garanzia per la durata ragionevole del processo”.

Migranti e porti chiusi – “Avete visto che nel dibattito generale non ci sia più l’immigrazione, è uscita dai radar. Vedete come la propaganda politica spossa agire: stiamo ottenendo risultati senza clamori. Abbiamo migliorato la performance degli sbarchi e dei ricollocati”, afferma Conte. “Questo – aggiunge – perché l’accordo di Malta ha raggiunto risultati, per la prima volta abbiamo richiesta congiunta dei ricollocamenti”. Il premier allude alla precedente gestione del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “I nostri porti non sono mai stati chiusi, la differenza era di trovare soluzioni automatiche o meno, la differenza era tenerli in mare più giorni o meno giorni”.

A Salvini: “Sua idea di leader insidiosa” – “Ritengo che” la Lega “sia una forza pienamente legittimata a partecipare al gioco democratico. Quello che mi ha meravigliato è il modo con cui Salvini interpreta la sua leadership, con slabbrature e strappi istituzionali“, commenta poi il premier. “Questa modalità di interpretare il suo ruolo la ritengo insidiosa, la Lega in sé no”. Poco dopo arriva un altro riferimento, almeno parziale, al leader del Carroccio: “Troppe dirette Facebook distraggono per quanto mi riguarda” anche se “non le guardo con sfavore” e non rappresentano un vulnus per l’attività giornalistica di intermediazione.. Delle dirette, sottolinea Conte, “non bisogna abusare perché tra la preparazione e l’intervento vanno via alcune ore e chi ha responsabilità di governo deve operare al 100%” sui propri impegni.

Popolare di Bari – Su PopBari “non ho interloquito con nessun vertice, mai contattati i vertici amministrativi”, chiarisce Conte. “Questo dossier non nasce come un fungo, era una situazione monitorata e il premier doveva essere avvertito di eventuali crisi bancarie per non esserne sopraffatto”, aggiunge. Il premier torna su quanto detto da Bruxelles il giorno del commissariamento dell’istituto da parte di Bankitalia, quando affermò che non c’erano decreti su crisi bancarie in vista. “Mi son trovato a rispondere a una domanda su Popolare di Bari al termine del Consiglio europeo, la sera stessa ho convocato un consiglio dei ministri – ribadisce il premier – C’era il segreto d’ufficio, Bankitalia stava completando la procedura di commissariamento, di cui ero preavvertito. Avevamo mercati aperti e sportelli aperti. Cari cittadini italiani, sono stato omissivo – ripete Conte – se volete è stata una vera e propria bugia, ma sapevo che la procedura si stava completando. “Poi abbiamo fatto un decreto legge non per il salvataggio della banca, ma per un intervento sistemico“, afferma il presidente del Consiglio.

Concessioni autostrade e Alitalia – “Per quanto riguarda le concessioni autostradali confidavo di poter completare l’istruttoria entro questo mese, ci sarà uno slittamento ma siamo in dirittura finale”, afferma il premier Conte. “Con massima serenità concluderemo questo procedimento che è impegnativo, non ci chiamate incerti. Lo porteremo a termine con rigore”, aggiunge. “Per noi i 43 morti del Ponte Morandi rivendicano giustizia. Relazioni che attestano una manutenzione insufficiente non ci lasciano indifferenti. Non vogliamo fare sconti a nessun privato, noi vogliamo tutelare il pubblico”, aggiunge Conte prima di passare al dossier Alitalia. È una “compagnia in difficoltà, non vogliamo svilirla né regalarla a nessuno. Ci stiamo incaponendo e siamo determinati a ristrutturarla per poi offrirla a soluzioni di mercato”.

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