Un piano straordinario per i ricercatori che garantisca nuovi ingressi e rientri dall’estero. E risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie per i meno abbienti. Sono queste le priorità per l’università italiana indicate solo una settimana fa – commentando “con delusione” i contenuti della legge di Bilancio – da Gaetano Manfredi, rettore della Federico II di Napoli e dal 2015 presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane. Venerdì, a tre giorni dalle dimissioni di Lorenzo Fioramonti, il premier Giuseppe Conte ha scelto proprio Manfredi come ministro dell’Università e della ricerca. Viene quindi nuovamente spacchettato il dicastero che i governi Berlusconi II e Berlusconi IV nel 2001 e 2008 (attuando decisioni prese dai due governi Prodi che li hanno preceduti) avevano accorpato con quello dell’Istruzione. E a guidarlo arriva l’ingegnere napoletano, docente di Tecnica delle costruzioni, che è stato tra i grandi sostenitori del – tramontato – progetto di una “Normale del Sud” da istituire presso la Federico II.
Nato il 4 gennaio 1964 a Ottaviano, in provincia di Napoli, Manfredi si è laureato in Ingegneria nel 1988. Tecnica delle costruzioni, ingegneria civile e rischio sismico sono le sue specializzazioni. E’ stato molto critico riguardo ai contenuti della manovra per il 2020 sul fronte dell’università e della ricerca. “Siamo molto delusi”, ha spiegato il 20 dicembre parlando a nome di tutti i rettori. “I finanziamenti che aspettavamo servivano in primis per i giovani: un piano straordinario per i ricercatori e risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie (per la cosiddetta no-tax area). Tenendo conto che siamo già il Paese europeo con il minor numero di laureati, e che notoriamente la crescita economica nella società della conoscenza non può che basarsi sulla conoscenza, non credo che questa legge renda un servizio al futuro prossimo dei nostri cittadini”.
Ieri, intervistato da Repubblica, ha ribadito che quel miliardo in meno (rispetto ai 3 chiesti da Fioramonti) “preoccupa” perché “è il gradino minimo da cui riguadagnare prospettiva: non per oggi o domani, dobbiamo necessariamente pensare a dopodomani, avere quel respiro di cui la formazione e la cultura devono necessariamente disporre”. L’Italia, ha sottolineato, “rischia di marginalizzarsi sempre di più e di “esportare” i più preparati e motivati, che cercano all’estero quelle opportunità non disponibili nel loro Paese. Con un impoverimento non solo economico, ma soprattutto culturale e sociale, i cui esiti danneggiano l’intera società”. E ancora: “Se non interveniamo ora, non potremo più dare ai ragazzi le possibilità che noi abbiamo avuto. E resteremo da soli in questo Paese: i più anziani e i meno fortunati“.
Per quanto riguarda le risorse, dalla crisi del 2008 “il taglio storico è stato di parecchio superiore al miliardo, e il comparto italiano degli atenei è sottofinanziato da anni in ambito europeo. È anche un problema di competitività. Siamo indietro: rispetto alla Germania, che ha fatto grandi investimenti industriali e ha innescato quel meccanismo virtuoso con la ricerca, dietro alla Svezia, alla Danimarca. Per non dire della Francia, tra i maggiori terreni di approdo: giovani ricercatori e professori italiani hanno raggiunto lì posizioni di prestigio”.
Il fratello Massimiliano, ex deputato del Pd
Se i collegamenti con la politica di Gaetano Manfredi si limitano a due anni, tra il 2006 e il 2008, durante i quali è stato consigliere del ministro per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, durante il governo Prodi II, il fratello Massimiliano è un ex deputato del Partito Democratico. Fino ad ottobre 2001 è stato segretario provinciale della Sinistra Giovanile a Napoli, dal 2006 al 2008 è stato capo della segreteria di Nicolais, nel periodo in cui il fratello era consigliere. Dal 2008 al 2009 è stato poi coordinatore per le attività programmatiche nazionali del Pd e prima di diventare deputato, dal 2010 al 2013, è stato Presidente del Pd in provincia di Napoli.
Corrao: “Scherzo di Fioramonti è costato mezzo ministero al M5s”
L’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, non ha ancora digerito l’addio di Fioramonti al ministero e, dopo la nomina di Manfredi e Azzolina decide di esprimere il suo disappunto su Facebook: “Come avrete visto lo scherzetto di Fioramonti, che al momento non si è ancora dimesso da parlamentare e se non lo farà sarà un altro responsabile alla Scilipoti, ci è costato mezzo ministero. Perché prima era tutto in quota M5s e adesso Conte ha voluto dividerlo nominando quello all’Università e Ricerca e lasciando a noi l’Istruzione (buon lavoro alla mia conterranea Lucia Azzolina). Ovviamente, a pensare male si può dire che adesso abbiamo mezzo ministero, ma è pur sempre meglio di prima, di non avere neanche questo mezzo”.