Nel suo LP Polli d’allevamento (1978), Giorgio Gaber recitava in Dopo l’Amore: “Generalmente la domanda è, a voce alta, ‘Sei stata bene?’ [… ] . Mi spiego meglio [… ]. Per l’uomo è chiaro, no? Cioè, si vede quando arriva al massimo no? […] Ecco, c’è la prova. Sì ma, lei, voglio dire, le donne… come funzionano?”. Atavico interrogativo al quale, nei giorni scorsi, hanno tentato di dare una risposta Cristina Tedeschi, ginecologa, e Debora Rossi, psicologa clinica, nel corso di un meeting tenutosi a Genova, nel Palazzo Ducale, e definito attrattivamente Aperitivo Orgasmico. E hanno fornito numeri allarmanti, tanto da non crederci: secondo i ricercatori americani Charlene L. Muehlenhard dell’University of Kansas e di S.K. Shippee (dati 2010), il 90% delle donne (americane) durante i rapporti sessuali con un partner non raggiunge l’orgasmo regolarmente e circa il 10% non lo raggiunge mai; inoltre, agli autori della ricerca risulta che il 67% ha simulato l’orgasmo almeno una volta nella vita.
Mentre nella sala genovese risuonavano voci di donne italiane (e di qualche isolato maschio presente) che contestavano i dati del Kansas, affermando che forse sarà così in America, ma non certo in Italia, Tedeschi e Rossi si chiedevano per quale motivo quelle donne non solo si accontentino, ma addirittura siano disposte a fingere. Ancora una volta la risposta (una delle tante possibili… ovviamente) giunge da oltreoceano: i ricercatori Lang e Mesko dell’Università Westside Behavioral Health di Westlake (Ohio) hanno analizzato la relazione tra lo “stile di attaccamento” della persona e la sua predisposizione/tendenza a simulare l’orgasmo. Lo “stile di attaccamento”, teorizzato dallo psicoanalista britannico John Bowlby è “parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba” e, per dirla in parole povere, è quello relativo al rapporto fra bambino e una figura primaria di riferimento, solitamente la madre. In sintesi, se il piccolo sente di poter contare sulla vicinanza della mamma, da adulto avrà una vita sessuale non problematica, al contrario, se lei creerà un rapporto evitante, il figlio, da adulto, proverà disagio ad entrare in un’intimità autentica con il partner.
Beh, a questo punto, ammesso che abbiate fiducia in queste statistiche americane (e nelle statistiche in generale) analizzando il rapporto che avete avuto con la mamma (o chi per lei) e che avete, oggi, con il partner, potreste chiarirvi parecchi dubbi circa quanto avviene (o non avviene) a letto. Hanno spiegato Tedeschi e Rossi (chi fosse maggiormente interessato può rivolgersi al loro sito (www.babeland.it): “Simulare un piacere non reale implica infatti una serie di conseguenze negative che riguardano tanto chi finge, quanto il partner”. E comporta “la creazione di una frattura tra noi e noi stessi, ma al contempo anche tra noi e il nostro compagno. Simulare l’orgasmo, inoltre, ci priva dell’opportunità di raggiungerlo veramente: fingendo, comunico al mio partner che tutto è andato bene e che sono soddisfatta”. “Piuttosto che dire ‘non mi hai fatta venire’ (la responsabilità ricade unicamente sul partner), possiamo dire ‘non sono ancora venuta, ti va di aiutarmi?'”.
Inoltre, è importante “individuare la motivazione alla base della difficoltà nel raggiungere l’orgasmo: potrebbe trattarsi di fattori situazionali e temporanei” come momenti di particolare ansia o stress; relazionali (comunicazione disfunzionale nella coppia); individuali (educazione sessuofobica, ansia da prestazione, visione negativa di sé stessi e della sessualità); fisiologici (disfunzionalità del pavimento pelvico, ipostimolazione clitoridea) o, infine, iatrogeni (dovuti all’assunzione di farmaci). Inoltre, nelle donne dall’orgasmo clitorideo e non vaginale, l’inarrivabile “punto G” non è mai nello stesso posto… Strano ma vero, però, esistono decine di siti che insegnano alle donne come simulare l’orgasmo, mostrando spesso il mitico filmato con Meg Ryan che ne simula uno a scopo didattico in un pubblico ristorante del Village newyorkese, davanti a un imbarazzatissimo Bill Crystal (da Harry ti presento Sally, 1989) di Bob Reiner.
E l’uomo? Può fingere l’orgasmo? Secondo il sito www.gigolo.cloud, può eccome. L’“uomo da marciapiede” di turno consiglia l’uso del preservativo, la posizione “da tergo” e altri piccoli accorgimenti come la velocità di allontanamento dal letto o dal sofà e la fuga in bagno.