Sotto l’albero di questo blog, in attesa dei botti di fine anno, recupero il tradizionale appuntamento con i dischi migliori del 2019, insieme a Joyello Triolo. Giornalista, musicista e, senza stancarsi di ripeterlo, “Un musicofilo attento e severo”.
“Il Ragazzo” alimenta la passione per la musica mediante un blog che merita di essere scoperto; una fonte autentica di conoscenza che vi lascerà letteralmente a bocca aperta. Joyello su queste pagine lo abbiamo incontrato per la prima volta nel 2013. Da allora, in questo periodo, è divenuta una piacevole consuetudine per me scoprire insieme quali dischi hanno inesorabilmente segnato l’anno; della serie: “Piccole tradizioni crescono”.
Partiamo!
9. No Geography – Chemical Brothers
“Un difetto il disco ce l’ha: insiste un po’ troppo su uno stilema compositivo dal sapore vagamente di comfort zone”.
Tom Rowlands e Ed Simons, in questo giro, non hanno voluto rischiare di impantanarsi in strategie sperimentali azzardate, rimanendo ben ancorati a quella che è la loro tipologia compositiva. Il punto è che questa tipologia, a cinque lustri dall’esordio, è diventata scuola. La capacità di Tom Rowlands e Ed Simons di abbinare i campioni con le ritmiche, di scegliere il suono giusto per ogni singolo frammento, colpendo sempre nel segno, nella scelta di guest star cui affidare questo o quell’altro brano, è qualcosa che somiglia a un marchio di fabbrica e a qualcosa di talmente connotato da diventare istantaneamente classico.