L'annuncio sulla sua pagina Facebook pochi giorni dopo aver lasciato il ruolo di ministro dell'Istruzione: "Gli attacchi più feroci sono arrivati dal Movimento 5 stelle, non criticando la mia scelta, ma colpendo la mia persona"
L’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha lasciato il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle alla Camera e si è iscritto, “a titolo puramente individuale”, al gruppo Misto. L’annuncio, a pochi giorni dalle dimissioni dalla guida del dicastero, è stato pubblicato su Facebook. “Il Movimento 5 stelle mi ha deluso molto”, ha scritto il professore. “So che esiste un senso di delusione profondo, più diffuso di quanto si voglia far credere. È come se quei valori di trasparenza, democrazia interna e vocazione ambientalista che ne hanno animato la nascita si fossero persi nella pura amministrazione, sempre più verticistica, dello status quo”.
Fioramonti ha esordito parlando delle difficoltà vissute subito dopo l’annuncio delle dimissioni da ministro. “Questi giorni sono stati difficili“, si legge. “Il mio nome sballottolato sui giornali per ogni sorta di retroscena, speculazione e cospirazione”. E, dice, “perché tutto questo? Perché ho mantenuto la parola”: “Avevo accettato l’incarico di ministro per dare una discontinuità totale alle politiche passate, e mettere la scuola, l’università e la ricerca al centro della programmazione politica. L’avevo promesso da Viceministro e l’ho confermato da Ministro: o si torna ad investire con coraggio sul futuro delle giovani generazioni o non resto a scaldare la poltrona. Siamo l’ultima nazione in Europa per investimenti in formazione e ricerca. Anche un paese in serie difficoltà economiche come la Grecia fa meglio di noi. Non c’è altro settore della società che meriti più attenzione”.
L’ex ministro però, dice, se si aspettava “l’assalto dei media”, meno aveva previsto quelli M5s. “Per aver mantenuto la parola sono stato preso d’assalto da alcuni media, e va bene. Ma gli attacchi più feroci sono arrivati dal Movimento 5 Stelle, non criticando la mia scelta, ma colpendo la mia persona. Anche se tutti, ma proprio tutti, sapevano da mesi come la pensavo”. Fioramonti era stato scelto dai 5 stelle proprio tra le figure di eccellenza della società civile e con loro ha iniziato il percorso in politica. In particolare, tra le accuse che vengono fatte all’ormai ex ministro, c’è quella di non aver mai restituito parte del suo stipendio e di essere tra i 18 parlamentari morosi da inizio 2019. “Non ho mai nascosto nulla”, ha continuato. “Mi sono adoperato con proposte, idee innovative e visioni programmatiche. Ho fatto il mio lavoro con il massimo impegno, e chi mi ha visto all’opera lo sa bene. Quando si è trattato di sollevare delle critiche, l’ho fatto internamente, nelle modalità più opportune. Quando poi ho capito che nessuno ascoltava, le ho rese pubbliche, nella speranza di stimolare un dibattito. E l’ho fatto per mesi, non solo negli ultimi tempi”.
Fioramonti ha anche difeso il suo metodo di lavoro: “In questo percorso, ho incontrato tante persone che mi hanno sostenuto. Dentro e fuori dal Movimento. E non c’è niente di male se con alcune di queste persone si è cercato di collaborare per riportare in auge temi cruciali come l’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la formazione e la ricerca. Sono questi i veri temi del presente e del futuro. E invece tutti parlano di altro. Si è parlato di gruppi, correnti, partiti. Tutte parole al vento per riempire giornali e pagine web”.
E infine, sempre nel lungo post su Facebook, ha attaccato direttamente il M5s, lasciando intendere che la situazione interna sia molto più tesa di quello che si vede all’esterno: “Il Movimento 5 stelle mi ha deluso molto. So che esiste un senso di delusione profondo, più diffuso di quanto si voglia far credere. È come se quei valori di trasparenza, democrazia interna e vocazione ambientalista che ne hanno animato la nascita si fossero persi nella pura amministrazione, sempre più verticistica, dello status quo. Eppure sono quelli i valori che lo hanno reso essenziale nell’evoluzione politica del nostro Paese e che io non posso rinnegare”.