Il piano di dismissione della quota slitta con l'ok della Commissione europea, "alla luce e in linea con l’interlocuzione in corso in merito a un’operazione di derisking della banca", ovvero la riduzione delle attività rischiose presenti nel bilancio. Il ministero dell'Economia (quindi lo Stato italiano) oggi ha il 68% delle quote
Slitta al 2020 il termine per la presentazione alla Ue del piano di dismissione della quota detenuta dal Tesoro nel Monte dei Paschi di Siena. Via XX Settembre, che oggi ha il 68% dell’istituto, domenica sera ha spiegato che “i servizi della Commissione europea e del ministero dell’Economia e delle Finanze, su richiesta delle autorità italiane, hanno concordato di posticipare all’inizio del 2020″ la presentazione “alla luce e in linea con l’interlocuzione in corso in merito a un’operazione di derisking della banca”, ovvero la riduzione delle attività rischiose presenti nel bilancio.
Il gruppo Mps lunedì ha annunciato tre nuove operazioni di cessione di crediti deteriorati per un importo totale di circa 1,8 miliardi di euro. Gli accordi si sommano ai precedenti conclusi nel corso del 2019 e portano a circa 3,8 miliardi di euro i non-perfoming exposures complessivamente ceduti dal gruppo nel corso dell’anno. Le tre operazioni comprendono una cessione pro-soluto di crediti non performing per circa 1,6 miliardi di euro a illimity Bank e due operazioni per complessivi circa 0,2 miliardi di euro per la cessione pro-soluto di crediti unlikely to pay verso clientela corporate di titolarità di Banca Mps e Mps Capital Services.
La conclusione di questi accordi rappresenta un “ulteriore e significativo passo avanti – è scritto nella nota della società – nel processo di accelerazione del derisking previsto dal piano di ristrutturazione 2017-2021 e nel rispetto degli impegni presi con la Commissione Europea”.