Migliaia di manifestanti iracheni hanno attaccato l’ambasciata americana a Baghdad dopo che nei giorni scorsi hanno sferrato attacchi aerei contro milizie sciite di Kataib Hezbollah in Iraq e Siria, causando 25 morti. Gli insorti, al grido di “Morte all’America”, hanno dato fuoco a una delle torrette di guardia del complesso che ospita la sede diplomatica, costringendo gli ufficiali di guardia a respingerli con l’uso di gas lacrimogeni. Almeno dieci dimostranti sono rimasti feriti. Duro l’intervento del presidente americano, Donald Trump, che ha di nuovo puntato il dito contro l’Iran, colpevole a suo dire di essere il vero architetto dietro alle manifestazioni dei gruppi sciiti nel Paese: “Sono pienamente responsabili”.

Nella mattinata, i manifestanti hanno sfondato i checkpoint della Green Zone, l’area dove sono concentrati i palazzi delle istituzioni protetta, dal 2003, da un importante cordone di sicurezza per il costante pericolo di attacchi, bruciando bandiere a stelle e strisce, sventolando drappi delle Forze di mobilitazione popolare, storicamente anti-americane, e scandendo cori che invocavano la distruzione degli Stati Uniti. Alcuni di loro sono riusciti a entrare nel compound dell’ambasciata di Washington, venendo però respinti dalle forze di sicurezza intorno alla struttura con l’uso di lacrimogeni. Secondo i media satellitari arabi, il personale e l’ambasciatore Matthew H. Tueller sono già stati evacuati.

Il portavoce della milizia sciita Kataib Hezbollah, Jaafar al-Husseini, in una dichiarazione riportata dall’emittente irachena Alsumaria smentisce che i manifestanti abbiano cercato di assaltare l’edificio: “Non c’è assolutamente alcuna intenzione di assaltare o attaccare l’ambasciata americana a Baghdad, ma piuttosto di fare un sit-in fino alla chiusura dell’ambasciata e all’espulsione dell’ambasciatore”, ha spiegato. Il primo ministro iracheno, Adel Abdel Mahdi, ha chiesto ai dimostranti di lasciare l’ambasciata.

Il presidente Usa si è di nuovo scagliato contro l’Iran, colpevole a suo dire di aver orchestrato l’attacco all’ambasciata: “L’Iran ha ucciso un contractor, ferendo molte persone – ha scritto in un tweet – Noi abbiamo risposto duramente e lo faremo sempre. Adesso l’Iran sta orchestrando un attacco all’ambasciata americana in Iraq. Saranno ritenuti pienamente responsabili. Inoltre, noi ci aspettiamo che l’Iraq impieghi le sue forze per proteggere l’ambasciata, così siete avvisati!”. In un tweet successivo, poi, il tycoon ha invitato gli iracheni ad agire contro l’influenza di Teheran: “A quei milioni di iracheni che vogliono la libertà e che non vogliono essere dominati e controllati dall’Iran, questo è il vostro momento!”, ha scritto.

Dopo ore di assedio, dal Pentagono arrivano rinforzi a protezione dell’ambasciata, come annunciato dal ministro della Difesa, Mark Esper: “Abbiamo preso misure di protezione adeguate per garantire la sicurezza dei cittadini, militari e diplomatici americani nel Paese e per garantire il nostro diritto all’autodifesa. Inviamo forze supplementari per sostenere il nostro personale all’ambasciata”. Secondo una fonte militare, si tratta di un piccolo numero di Marine.

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