“Troppe evidenze su scarsa manutenzione”. Il Pd fa un passo avanti verso la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, con il ministro dei Trasporti in quota dem Paola De Micheli che in un certo senso ha anticipato le linee guida del dossier messo a punto dal suo dicastero e che sarà centrale nella discussione sulla eventuale revoca. Nel corso di un intervento a Radio 24, però, il ministro ha anche sottolineato che la politica deve sia proteggere i cittadini, sia evitare la perdita di molti posti di lavoro, con chiaro riferimento ai dipendenti di Aspi, società del gruppo Atlantia, controllato dalla famiglia Benetton. Nel frattempo il Movimento 5 Stelle continua a spingere per la revoca. “Il prossimo passaggio cruciale sarà togliere le concessioni ai Benetton, Riusciremo anche in questo”, scrive il capo politico Luigi Di Maio in un post su facebook con cui rivendica “40 provvedimenti approvati in 20 mesi”.
Il Movimento promette anche pedaggi più bassi ai caselli in caso di addio ad Atlantia. Parole che non hanno fatto piacere ai renziani di Italia Viva, che ha definito le norme contenute nel Milleproroghe “un blitz che mette a repentaglio crescita e sviluppo”. Il tutto mentre Il Sole 24 Ore avanza un’ipotesi che, se confermata, farà parecchio discutere: in caso di subentro ad Autostrade per l’Italia, Anas è pronta a chiedere uno scudo penale in caso di altri incidenti alle infrastrutture
Il ministro De Micheli: “Troppe evidenze su scarsa manutenzione” – “Il governo dovrà valutare oltre che le risultanze delle verifiche fatte, l’impatto finanziario e soprattutto l’impatto occupazionale di qualunque decisione. Si dovrà comunque far carico della soluzione di entrambi i problemi perché stiamo parlando di una situazione molto articolata e complessa”. È questa la posizione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che a Radio 24 ha parlato del dossier sulle concessioni ad Autostrade per l’Italia (gruppo Atlantia). A sentire il ministro, “ci sono due categorie di persone che non devono e non possono pagare le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi decenni: la prima, i lavoratori e le lavoratrici; la seconda, gli utenti, i cittadini, le persone che viaggiano sulle autostrade“. Il ministro in quota Pd, inoltre, ha parlato anche dei tempi di diffusione del documento: “Il dossier, prima di renderlo pubblico, credo sia corretto farlo vedere al presidente del Consiglio e ai miei colleghi ministri. È ovvio però, è evidente a tutti, che qualcosa in questi anni è successo, o meglio temo che qualcosa non sia successo: abbiamo troppe evidenze, ahimè concrete, di situazioni di mancata manutenzione, di ritardi o di manutenzioni fatte secondo criteri che non sono oggettivi. Le conseguenze – ha proseguito – le decidiamo insieme” ai colleghi di governo “perché è una responsabilità collettiva“.
M5s: “Con revoca concessioni ci saranno anche pedaggi più bassi” – Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle continua a chiedere che sulla revoca della concessione non si perda altro tempo. La conferma arriva da quanto dichiarato all’AdnKronos da alcune fonti interne al M5s: “Crediamo che sulla tragedia del Ponte Morandi si sia detto molto e troppo, ma ora bisogna dare una risposta. Sono morte 43 persone e non si può far finta di nulla – hanno detto – la politica non può chiudere gli occhi di fronte al dolore di quelle famiglie, di fronte alle perizie e alle indagini che hanno svelato uno scenario inquietante. Non può continuare a parlare e poi di fronte ai fatti mostrarsi titubante, altrimenti perde giustamente di credibilità”. Per le stesse fonti M5s, inoltre, “parallelamente alla revoca bisogna rivedere tutto il sistema degli affidamenti statali, con cui in passato alcuni colossi hanno tratto profitti spropositati, il che porterà ad avere anche pedaggi più bassi per gli italiani”.
Il renziano Librandi: “Da governo blitz che mette a repentaglio crescita e sviluppo” – Una promessa, quella dei pedaggi più bassi, che non è piaciuta a Italia Viva, contraria alla revoca della concessione ad Aspi: “Dopo mille ripensamenti è proprio nel Milleproroghe che Di Maio vuole dare il via alla revoca delle concessioni di Autostrade. Esattamente come l’ex Ilva siamo di fronte ad una politica che lancia il sasso e nasconde la mano” ha detto il deputato Gianfranco Librandi, secondo cui “se saltano le concessioni il primo effetto collaterale sarà proprio quello della perdita di tanti posti di lavoro”. Poi altri attacchi alla maggioranza di governo (di cui fa peraltro parte Italia Viva): “La vicenda del ponte Morandi è proprio in questo modo che viene strumentalizzata; eliminata la prescrizione i 5 stelle non hanno lo stesso fiducia nella giustizia? – ha continuato Librandi – Il Milleproroghe è la soluzione per un problema che i cittadini non hanno chiesto di risolvere e per convincerli adesso promettono anche pedaggi più bassi dopo la revoca. Ovviamente non sarà così e un blitz come questo mette a repentaglio la crescita e lo sviluppo del Paese“.
“L’Anas vuole lo scudo penale per subentrare ad Atlantia” – L’indiscrezione è pubblicata nell’edizione odierna del Sole 24 Ore e ha già creato polemica. Secondo il quotidiano di Confindustria, una delle condizioni richieste da Anas per subentrare ad Aspi è uno scudo penale per mettersi al sicuro da eventuali responsabilità in caso di nuovi incidenti alle infrastrutture della rete autostradale. Lo scudo, a leggere la ricostruzione del giornale economico, è uno dei tre nodi da sciogliere in vista del possibile subentro. Anas, inoltre, vuole capire come sarà possibile sostenere l’equilibrio finanziario nella gestione delle autostrade liguri considerata la sospensione momentanea del pedaggio. Ultimo punto, sempre secondo il Sole 24 Ore: Anas non ha ancora ricevuto dal Gruppo Toto il pagamento della concessione per l’autostrada dei parchi, dove per i periodi 205-2016 e 2017-2018 i pagamenti sono stati rimandati per legge alla fine della concessioni (2030) a causa dei problemi del territorio a seguito del terremoto. La questione si sta ripetendo anche per il 2019 e Anas vuole capire chi sanerà la questione dei mancati incassi. La questione dello scudo, peraltro, ha già suscitato le prime reazioni politiche. “Bizzarro cortocircuito: il governo delle manette per tutti sta per varare per Anas uno scudo penale sul modello dell’ex Ilva – ha detto Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Fi – Una clausola che escluda responsabilità imputabili ai dirigenti in caso di incidenti riconducibili a inadempienze degli attuali gestori. Lo Stato, insomma, che chiede lo scudo penale allo Stato. Manette per gli altri, immunità per sé stessi”.