Stimo Gianluigi Paragone, è stato il primo a portare in Tv argomenti che in precedenza si trattavano solo su blog o su libri poco noti al grande pubblico. Il suo è stato un lavoro di denuncia e di informazione alto che gli va riconosciuto.
Tuttavia, temo che oggi Gianluigi sia rimasto prigioniero di quel ruolo e non abbia bene inteso che il Parlamento italiano non è uno studio televisivo. È qualcosa di molto più complesso. Oggi, dopo l’inevitabile accordo con le forze di sinistra, egli contesta al M5s di aver perso identità. Ricordo che in una calda riunione di agosto elencò le nefandezze del Pd, il suo “essere sistema”. D’accordo, ma la Lega con cui fino a poche settimane prima avevamo stipulato un accordo di governo, non è il partito più vecchio d’Italia? Non è il partito che ha governato con Berlusconi? Non è il partito che deve 49 milioni di euro al popolo italiano? Non è il partito che ha un numero esorbitante di condannati e inquisiti? Non è il partito che ha votato il pareggio di bilancio in Costituzione? Perché Paragone, quando si era al governo con Salvini salterellava felice tra i corridoi di palazzo Madama e poi si è incattivito così tanto da vomitare in Tv sul M5s ogni nefandezza?
Chi scrive reputa i partiti politici più o meno equivalenti perché tutti hanno governato e tutti hanno contribuito a devastare questo Paese e, se abbiamo dovuto trovare delle convergenze sui temi, è per via di una legge elettorale infame appositamente votata per non farci governare da soli.
Alcuni più severi sostengono che l’atteggiamento di Paragone sia scaturito dal non aver avuto la presidenza della Commissione Banche. Anche se registro una costante correlazione positiva tra poltrone anelate ma non avute e crescita di critica, io non credo che Gianluigi sia un voltagabbana. Temo che il suo lavoro oggi sia stato più subdolo, di recente egli ha adoperato il suo mandato elettorale per brandire una “coerenza” fine al suo personaggio televisivo.
Gianluigi, ma davvero ritieni che noi, impossibilitati a governare da soli, avremmo potuto in pochi mesi abbattere dei pilastri che contraddistinguono da quasi un secolo la nostra collocazione geopolitica? Nel bene e nel male la storia del nostro Paese ha tre fondamentali orientamenti: 1) quello europeista, 2) atlantista e 3) con una vocazione verso il mediterraneo. Scardinare questi pilastri senza avere una prospettiva solida che non sia quella degli slogan pronunciati in studi televisivi, francamente rileva un’ingenuità e temo anche un’inconsapevolezza imbarazzante. Chi scrive di certo non è tenero verso le politiche economiche imposte a Bruxelles e quelle di politica estera sovente auspicate da Washington. È evidente e indispensabile che l’Italia si debba liberare da scelte scellerate come l’austerity e dalle “guerre umanitarie”. L’ho scritto e lo rivendico.
Noi siamo un Paese che dopo la sconfitta del secondo conflitto mondiale ha reso la nostra sovranità limitata, sovranità che ora stiamo riacquisendo passo dopo passo. Nemmeno Salvini, noto per le sue balle spaziali, potrebbe affermare nei suoi comizi che è sufficiente un anno e mezzo di governo per raggiungere una piena autonomia decisionale.
I cambiamenti strutturali richiedono del tempo, noi li stiamo realizzando, stiamo convertendo l’inquietante sistema neoliberista che domina in Europa e ovunque, ricordando l’importanza del ruolo dello Stato. Un’idea di Stato che è stata sbriciolata dopo la controrivoluzione degli anni 80 di Thatcher e Reagan. In Tv Paragone si dice contro l’Ue, ma il M5s è stato in passato molto critico contro la moneta comune e le politiche d’austerity imposte da Bruxelles, ma non ha una vocazione anti europeista, noi siamo per un’Europa dei popoli. Ma poi, ammesso che l’Italia uscisse (viva) addirittura dall’Ue come propugnato da Paragone, cosa cambierebbe? L’Italia potrebbe davvero adottare massicce politiche di stampo keynesiano?
Se davvero si vuole affrontare con profondità certe questioni bisogna avere la forza di dire che il dramma è stato la perdita di sovranità monetaria, dopo il divorzio tra banca d’Italia e Tesoro nel 1981. Anche sul famigerato debito pubblico (cresciuto proprio dopo il 1981) bisogna ricordare che l’Italia è pressocché sempre stata in avanzo primario negli ultimi 30 anni e che il debito aumenta per via degli interessi che paghiamo su di esso. Ma su questo silenzio, colpa dell’Europa matrigna. Troppo semplice scaricare sull’Ue, la realtà è che il nostro vero nemico è quel sistema economico neoliberista, quel pensiero unico che ha creato un’egemonia culturale che l’Italia da sola (figuriamoci solo una forza politica) non può sconfiggere in meno di 2 anni.
Mi rammarica costatare che Gianluigi non abbia voluto scorgere i segnali di cambiamento, quell’inversione di tendenza che senza il M5s sarebbe stata impossibile. Il Reddito di cittadinanza, cioè lo Stato che si prende cura dei più fragili, ha ridonato dignità a quasi 2 milioni e mezzo di persone, l’Istat ci dice che il livello di povertà si è ridotto del 60%. E i rimborsi dei truffati delle banche? Il decreto fiscale? Il decreto dignità? Lo stop alla prescrizione? Il ricollocamento in tutta Europa dei migranti? Il superamento della legge Fornero? Ma ci rendiamo conto che senza il M5s questi risultati epocali non si sarebbero mai potuti realizzare?
Troppo comodo ora massacrare il M5s e non cercare di collaborare per perseguire la strada del cambiamento. Impuntarsi solo sul proprio tassello di puzzle e non avere la capacità e l’umiltà di comprendere l’intero disegno mi sembra un atteggiamento egoico e poco proficuo.
Ci stiamo aprendo al mondo inaugurando una nuova fase che è quella del multipolarismo, il memorandum firmato con la Cina è un passaggio storico che dovrebbe essere colto da un giornalista attento.
Mi sarei augurato che Paragone fosse rimasto, donando al M5s il suo contributo critico ma positivo, e non facendo di tutto per farsi espellere (Ha votato contro la legge di Bilancio). Invece ha persistito con un atteggiamento da bambino dispettoso cercando di coagulare istanze di malessere di altri colleghi, favorendo di fatto la Lega. Ora mi auguro che abbia l’onestà intellettuale di dimettersi del resto è legittimo non rivedersi più in un progetto. La vera coerenza sarebbe stata quella di resistere, di continuare a combattere una battaglia che si sapeva essere lunga e dura. Troppo comodo invece è fare del fuoco amico e tradire chi ci ha votato affinché resistessimo fino alla fine.
Gianluca Ferrara
Già senatore M5s e direttore di GFE
Politica - 2 Gennaio 2020
Caro Paragone, il Parlamento non è uno studio tv. La vera coerenza sarebbe stata resistere
Stimo Gianluigi Paragone, è stato il primo a portare in Tv argomenti che in precedenza si trattavano solo su blog o su libri poco noti al grande pubblico. Il suo è stato un lavoro di denuncia e di informazione alto che gli va riconosciuto.
Tuttavia, temo che oggi Gianluigi sia rimasto prigioniero di quel ruolo e non abbia bene inteso che il Parlamento italiano non è uno studio televisivo. È qualcosa di molto più complesso. Oggi, dopo l’inevitabile accordo con le forze di sinistra, egli contesta al M5s di aver perso identità. Ricordo che in una calda riunione di agosto elencò le nefandezze del Pd, il suo “essere sistema”. D’accordo, ma la Lega con cui fino a poche settimane prima avevamo stipulato un accordo di governo, non è il partito più vecchio d’Italia? Non è il partito che ha governato con Berlusconi? Non è il partito che deve 49 milioni di euro al popolo italiano? Non è il partito che ha un numero esorbitante di condannati e inquisiti? Non è il partito che ha votato il pareggio di bilancio in Costituzione? Perché Paragone, quando si era al governo con Salvini salterellava felice tra i corridoi di palazzo Madama e poi si è incattivito così tanto da vomitare in Tv sul M5s ogni nefandezza?
Chi scrive reputa i partiti politici più o meno equivalenti perché tutti hanno governato e tutti hanno contribuito a devastare questo Paese e, se abbiamo dovuto trovare delle convergenze sui temi, è per via di una legge elettorale infame appositamente votata per non farci governare da soli.
Alcuni più severi sostengono che l’atteggiamento di Paragone sia scaturito dal non aver avuto la presidenza della Commissione Banche. Anche se registro una costante correlazione positiva tra poltrone anelate ma non avute e crescita di critica, io non credo che Gianluigi sia un voltagabbana. Temo che il suo lavoro oggi sia stato più subdolo, di recente egli ha adoperato il suo mandato elettorale per brandire una “coerenza” fine al suo personaggio televisivo.
Gianluigi, ma davvero ritieni che noi, impossibilitati a governare da soli, avremmo potuto in pochi mesi abbattere dei pilastri che contraddistinguono da quasi un secolo la nostra collocazione geopolitica? Nel bene e nel male la storia del nostro Paese ha tre fondamentali orientamenti: 1) quello europeista, 2) atlantista e 3) con una vocazione verso il mediterraneo. Scardinare questi pilastri senza avere una prospettiva solida che non sia quella degli slogan pronunciati in studi televisivi, francamente rileva un’ingenuità e temo anche un’inconsapevolezza imbarazzante. Chi scrive di certo non è tenero verso le politiche economiche imposte a Bruxelles e quelle di politica estera sovente auspicate da Washington. È evidente e indispensabile che l’Italia si debba liberare da scelte scellerate come l’austerity e dalle “guerre umanitarie”. L’ho scritto e lo rivendico.
Noi siamo un Paese che dopo la sconfitta del secondo conflitto mondiale ha reso la nostra sovranità limitata, sovranità che ora stiamo riacquisendo passo dopo passo. Nemmeno Salvini, noto per le sue balle spaziali, potrebbe affermare nei suoi comizi che è sufficiente un anno e mezzo di governo per raggiungere una piena autonomia decisionale.
I cambiamenti strutturali richiedono del tempo, noi li stiamo realizzando, stiamo convertendo l’inquietante sistema neoliberista che domina in Europa e ovunque, ricordando l’importanza del ruolo dello Stato. Un’idea di Stato che è stata sbriciolata dopo la controrivoluzione degli anni 80 di Thatcher e Reagan. In Tv Paragone si dice contro l’Ue, ma il M5s è stato in passato molto critico contro la moneta comune e le politiche d’austerity imposte da Bruxelles, ma non ha una vocazione anti europeista, noi siamo per un’Europa dei popoli. Ma poi, ammesso che l’Italia uscisse (viva) addirittura dall’Ue come propugnato da Paragone, cosa cambierebbe? L’Italia potrebbe davvero adottare massicce politiche di stampo keynesiano?
Se davvero si vuole affrontare con profondità certe questioni bisogna avere la forza di dire che il dramma è stato la perdita di sovranità monetaria, dopo il divorzio tra banca d’Italia e Tesoro nel 1981. Anche sul famigerato debito pubblico (cresciuto proprio dopo il 1981) bisogna ricordare che l’Italia è pressocché sempre stata in avanzo primario negli ultimi 30 anni e che il debito aumenta per via degli interessi che paghiamo su di esso. Ma su questo silenzio, colpa dell’Europa matrigna. Troppo semplice scaricare sull’Ue, la realtà è che il nostro vero nemico è quel sistema economico neoliberista, quel pensiero unico che ha creato un’egemonia culturale che l’Italia da sola (figuriamoci solo una forza politica) non può sconfiggere in meno di 2 anni.
Mi rammarica costatare che Gianluigi non abbia voluto scorgere i segnali di cambiamento, quell’inversione di tendenza che senza il M5s sarebbe stata impossibile. Il Reddito di cittadinanza, cioè lo Stato che si prende cura dei più fragili, ha ridonato dignità a quasi 2 milioni e mezzo di persone, l’Istat ci dice che il livello di povertà si è ridotto del 60%. E i rimborsi dei truffati delle banche? Il decreto fiscale? Il decreto dignità? Lo stop alla prescrizione? Il ricollocamento in tutta Europa dei migranti? Il superamento della legge Fornero? Ma ci rendiamo conto che senza il M5s questi risultati epocali non si sarebbero mai potuti realizzare?
Troppo comodo ora massacrare il M5s e non cercare di collaborare per perseguire la strada del cambiamento. Impuntarsi solo sul proprio tassello di puzzle e non avere la capacità e l’umiltà di comprendere l’intero disegno mi sembra un atteggiamento egoico e poco proficuo.
Ci stiamo aprendo al mondo inaugurando una nuova fase che è quella del multipolarismo, il memorandum firmato con la Cina è un passaggio storico che dovrebbe essere colto da un giornalista attento.
Mi sarei augurato che Paragone fosse rimasto, donando al M5s il suo contributo critico ma positivo, e non facendo di tutto per farsi espellere (Ha votato contro la legge di Bilancio). Invece ha persistito con un atteggiamento da bambino dispettoso cercando di coagulare istanze di malessere di altri colleghi, favorendo di fatto la Lega. Ora mi auguro che abbia l’onestà intellettuale di dimettersi del resto è legittimo non rivedersi più in un progetto. La vera coerenza sarebbe stata quella di resistere, di continuare a combattere una battaglia che si sapeva essere lunga e dura. Troppo comodo invece è fare del fuoco amico e tradire chi ci ha votato affinché resistessimo fino alla fine.
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Un ente come Fondazione Bicocca è assolutamente innovativo perché apre totalmente al privato. Una formula coerente con le intenzioni del governo, che sta novellando le norme legate al partenariato pubblico-privato per un equilibrato rapporto tra gli interessi pubblici e l'interesse privato”. Così Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Bicocca, pertanto, sta facendo una bellissima esperienza: una start up all'interno della start up. Ci auguriamo, quindi, che il buon successo di questa iniziativa possa essere preso come esempio da molti altri. Il giusto e sano collegamento tra un'accademia, come questa l'università, e le imprese è una cosa buona e giusta che perseguiamo con grande attenzione”, conclude.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - "Oggi presentiamo Fondazione Bicocca a tutta la comunità e a tutti i nostri possibili stakeholders. Lo scopo della Fondazione è quello di mettere in relazione il territorio con l'università. È un facilitatore e quindi speriamo di ottenere dei grossi risultati. Oggi il primo evento di una lunga serie”. Così Marco Orlandi prorettore vicario dell'università Milano-Bicocca e presidente di Fondazione Bicocca durante l'evento "Connessioni per il futuro". Un incontro pensato per presentare Fondazione Bicocca, un nuovo ente in grado di supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico dell’ateneo. “Siamo molto orgogliosi, siamo un'università giovane nata 26 anni fa, ma in questi 26 anni abbiamo ottenuto degli ottimi risultati e questo era il momento di dotarsi di un altro strumento per essere ancora più attrattivi per il territorio e per i nostri stakeholders" conclude Orlandi.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".