Un’ora davanti al giudice. “Sono sconvolto e devastato per quello che è successo” ha detto Pietro Genovese, il 20enne accusato di omicidio stradale per aver investito e ucciso due 16enni durante l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto a Roma. Il ragazzo deve rispondere della morte di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Giaccone scuro e sguardo basso, il 20enne era accompagnato dai suoi difensori, Franco Coppi e Gianluca Tognozzi. L’indagato ha ribadito di essere partito con il semaforo verde: “Sono ripartito con il verde, il semaforo segnava verde, questo lo ricordo”. “Quella sera – ha sostanzialmente detto l’indagato – ero andato ad una festa a casa di un mio amico che rientrava a Roma dal progetto Erasmus. Abbiamo quindi deciso di tornare a casa e ho imboccato Corso Francia. In auto con me c’erano due miei amici. Ricordo che il semaforo era sul verde e ho ripreso la marcia, sono ripartito”. I difensori del giovane al termine dell’atto istruttorio non hanno presentato alcuna istanza per chiedere l’attenuazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. “Questa è una tragedia per tutte e tre le famiglie coinvolte – hanno detto Franco Coppi e Gianluca Tognozzi lasciando la cittadella giudiziaria -. Genovese non è il killer descritto e merita rispetto e comprensione come le famiglie di queste due ragazze“. E ancora: “Ad ora non abbiamo presentato istanza di attenuazione della misura cautelare. Rifletteremo anche su un eventuale ricorso al Riesame”. Domani potrebbero essere ascoltati come testimoni i due ragazzi che erano a bordo del Suv con Genovese quella sera.

Nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice le indagini preliminari, Bernadette Nicotra, aveva rilevato che l’automobilista guidava con “imprudenza e imperizia” e “teneva una velocità superiore al limite consentito di 50 chilometri orari”. In più “si era messo alla guida nonostante avesse assunto bevande alcoliche e nonostante in passato gli fosse stata già ritirata la patente di guida per violazioni del codice della strada. Questo comportamento dimostra noncuranza, se non addirittura disprezzo verso i provvedimenti e i moniti dell’autorità amministrativa e di pubblica sicurezza ed è sintomo di una personalità incline alla violazione delle regole“. la misura, quella dei domiciliari, era stata è motivata dal “pericolo concreto ed attuale di reiterazione di condotte analoghe”. Le tracce di droghe trovate nel sangue non dimostrano però che quella notte fosse alla guida sotto effetto di quelle sostanze, motivo per cui il gip aveva escluso l’aggravante dell’alterazione psicofisica. Dai test effettuati all’ospedale Umberto I subito dopo l’incidente a Corso Francia, al 20enne è stato riscontrato un tasso alcolemico dell’1,4 ma, come scrive il gip “le sostanze stupefacenti riscontrate sebbene presenti ben potevano essere state assunte dal Genovese in epoca precedente”.

Nell’ordinanza Nicotra parlava anche di Gaia e Camilla che avrebbero attraversato la strada col semaforo rosso, tenendo una “condotta vietata, incautamente spericolata, così concorrendo alla causazione del sinistro mortale“. “Nella ricostruzione di un incidente stradale, nella sua dinamica e nella sua eziologia, il giudice di merito deve necessariamente tenere conto delle condotte dei singoli utenti della strada coinvolti – si leggeva nell’ordinanza – per accertarne le responsabilità, determinare l’efficienza causale di ciascuna eventuale colpa concorrente. Alla luce di quanto accertato in questa prima fase – scriveva il gip – le due ragazze, in ora notturna, in zona scarsamente illuminata e con pioggia in atto” stavano “attraversando la carreggiata, scavalcando il guard rail, nel momento in cui il semaforo era fermo sulla luce rossa per i pedoni”.

Ma sul punto non c’è concordanza. Nell’ambito delle verifiche sono stati acquisiti i video delle telecamere di sicurezza di alcuni esercizi commerciali lungo Corso Francia che potrebbero aver ripreso gli istanti prima e dopo il terribile incidente che ha fatto sbalzare le due ragazzine che stavamo attraversando lontano dalle strisce pedonali in un tratto buio dove la visuale è resa ancora più ardua per la presenza della rampa verso la tangenziale. Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di versioni contrastati da parte di alcuni testimoni.

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