Diritti

Gran Bretagna, unioni civili anche per le coppie etero: celebrata la prima cerimonia

A dare inizio alla battaglia legale sono stati Rebecca Steinfeld e Charles Keidan, che dal 2014 hanno cercato di usufruire dell'istituto, consentito alle sole coppie omosessuali. I due sostenevano che privare gli eterosessuali di una tale opportunità era discriminatorio

Nell’ultimo giorno del 2019 si è potuta celebrare in Inghilterra la prima unione civile di una coppia eterosessuale, dopo l’entrata in vigore della legge il 2 dicembre. Anche in Galles è ora possibile unirsi civilmente fra uomo e donna, mentre la Scozia aveva già provveduto e l’Irlanda del Nord lo farà a febbraio. Le unioni civili sono state introdotte nell’ordinamento britannico nel 2005 come una forma di tutela per le coppie gay, alle quali nel 2014 è stato esteso anche il matrimonio. Ma molte coppie etero sentivano il bisogno di un istituto alternativo al matrimonio e analogo a quello riservato alle coppie Lgbt.

A dare inizio alla battaglia legale sono stati Rebecca Steinfeld (38 anni) e Charles Keidan (43 anni), che dal 2014 hanno cercato di usufruire dell’istituto, consentito alle sole coppie omosessuali. I due sostenevano che privare gli eterosessuali di una tale opportunità equivaleva a una forma di discriminazione. Nel 2018 la Corte Suprema ha accolto il ricorso della coppia e nello stesso anno il governo ha apportato le modifiche di legge, che tuttavia sono entrate in vigore solo a dicembre 2019.

Quindi il 31 dicembre, alle dieci e mezzo del mattino, Rebecca e Charles si sono presentati all’ufficio dell’anagrafe di Chelsea, quartiere nel cuore di Londra, per ufficializzare la loro relazione con la cosiddetta civil partnership. “Oggi, mentre un decennio finisce e un altro sta per cominciare, diventiamo partner civili di fronte alla legge”, ha detto la donna. “Per noi è un momento unico, speciale e molto personale”. Rebecca ha detto che con il compagno voleva formalizzare la relazione “in modo moderno, basato su parità e rispetto reciproco” e non esclude che “avendo posto fine alla posizione privilegiata del matrimonio” si possa “discutere del riconoscimento legale di altri tipi di relazioni“, per tutelare i vincoli di amicizia o di genitorialità condivisa.

Le coppie unite civilmente avranno diritti quasi identici a quelli delle coppie sposate, in termini di eredità, esenzioni fiscali e riconoscimento e diritti dei figli. In Gran Bretagna le istituzioni sociali stanno cambiando e sempre più coppie etero scelgono la convivenza invece del matrimonio. Sono già tre milioni, e fra di loro ci sono anche il primo ministro Boris Johnson e la fidanzata Carrie Symonds. Secondo le stime del governo, nel 2020 circa 84mila coppie utilizzeranno le unioni civili. Per molti il matrimonio è un istituto antiquato che non rispetta la parità tra i sessi. Ad esempio Mary Ann Lund, che si è unita civilmente a Gareth Wood, ha dichiarato alla Bbc: “C’è una sorta di retaggio patriarcale nel matrimonio che non ci appartiene”. Sempre Rebecca Steinfeld, invece, aveva detto ai giornalisti del Guardian che “è così che ti sposi se sei femminista. Serve a ricordare alle persone l’uguaglianza tra loro e un’equa divisione del lavoro all’interno della famiglia”. Quindi, alla base della scelta dell’unione civile al posto del matrimonio sembra esserci una questione di valori, più che motivi legali o economici.