Le Università in molte parti del mondo ridiscutono i menù delle proprie mense scolastiche. Diminuendo, o addirittura eliminando, le proposte di carne. Dal Brasile a New York, passando per la California, da Londra al Portogallo, le proposte vegetali nei menù di scuole e università crescono a dismisura e strizzano l’occhio alla tutela dell’ambiente.
Secondo l’ultimo studio dell’IPCC, il comitato scientifico dell’Onu per il clima, il settore alimentare globale contribuisce a circa il 25/30% delle emissioni di gas serra del pianeta. In particolare, gli allevamenti di bovini costituiscono una delle maggiori cause della quantità di metano rilasciata in atmosfera.
In America Latina, dove la tradizione della carne è decisamente salda e particolarmente sentita, nascono alcune delle iniziative a favore dell’alimentazione vegan. La Casa Rosada, l’ufficio presidenziale della Repubblica Argentina, già da un paio d’anni si è impegnata a servire solo cibi vegetali ogni lunedì. Un primo passo importante per affrontare in modo concreto il surriscaldamento globale e aprire un serio dibattito sulla carne.
Ancora in Sud America, da segnalare il passo storico compiuto dal Brasile.
Quattro città dello Stato nord-orientale di Bahia (Serrinha, Barroca, Teofilandia e Biritinga) stanno facendo in modo che tutti i pasti serviti presso le mense delle loro scuole pubbliche, siano al 100% vegetali. L’obiettivo è quello di ridurre l’impronta ambientale delle città e promuovere abitudini alimentari salutari per gli studenti.
Il progetto è stato denominato “Escola Sustentável” (Scuola Sostenibile), vedrà coinvolti 30.000 studenti, toccherà oltre 23 milioni di pasti l’anno e i ragazzi effettueranno periodici test del sangue che valuteranno tutti i valori utili a constatarne lo stato di salute. In Brasile hanno inoltre rilevato che metà della popolazione è in sovrappeso o obesa e all’interno di questa fascia è compreso un bambino su tre di età tra i cinque e i nove anni. Consumando pasti equilibrati e completamente vegetali, la salute dei ragazzi non potrà che guadagnarci.
A New York, il Dipartimento della Pubblica istruzione ha bandito dalle mense scolastiche tutte le carni processate, quindi hot dog, bacon, e affettati, per favorire scelte alimentari sane e meno impattanti sull’ambiente. Con il suo programma “Green New Deal”, il sindaco Bill de Blasio punta infatti a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra nel giro di pochi anni.
In California, invece, una petizione on line promossa dagli studenti, ha chiesto la messa al bando della carne rossa da tutti gli esercizi di ristorazione dell’Università. Nello stesso Stato esiste già un esempio di sostenibilità invidiabile. Si tratta della Muse School, fondata nel 2006 dal regista James Cameron e dalla moglie Amis.
Il modello educativo della scuola è incentrato sulle tematiche ambientali, prevede lezioni che promuovono uno stile di vita eco-compatibile e offre pasti completamente vegani.
Passi importanti verso un futuro più sostenibile anche in Europa.
L’Università di Goldsmiths a Londra affronta una scelta coraggiosa. Per combattere il cambiamento climatico, ha infatti deciso di contrastarne una delle cause, vietando la carne di manzo nella mensa e in tutti i negozi di cibo del campus. La Goldsmiths, cercherà di indirizzare i suoi studenti verso carriere professionali che contribuiscano alla lotta contro il cambiamento climatico.
Un’altra pagina importante la scrive l’Università di Coimbra, in Portogallo.
Con la grande ambizione di diventare la prima università portoghese a zero emissioni, ha annunciato di eliminare, dal 2020, la carne rossa da tutte le mense scolastiche.
Ogni anno, presso l’Università di Coimbra, vengono consumate circa 20 tonnellate di carne bovina. Bandirla dai menù sarà un passo fondamentale per ridurre le emissioni.
Nel suo discorso incentrato sul rispetto dell’ambiente, il rettore Falcao ha sottolineato che: “Stiamo vivendo un momento di emergenza climatica e dobbiamo frenare questa catastrofe ambientale annunciata”.
I più recenti studi scientifici internazionali e le più rinomate organizzazioni che si occupano di salute a livello mondiale giungono alle stesse conclusioni: dovremmo consumare meno carne e più vegetali. Anche le linee guida per una sana alimentazione italiana, emanate a livello ministeriale, raccomandano un consumo regolare di cereali in chicco, legumi, verdura e frutta di stagione a fronte di una riduzione della carne rossa e dei salumi.
In Italia stiamo proponendo il progetto MENOPERPIÙ con cui, aiutati da un team di professionisti, affianchiamo le imprese di ristorazione collettiva a sostenere la transazione verso una proposta più ecologica e con meno proteine animali. Al fine di creare menù più salutari e sostenibili ma comunque economici.
È ormai necessario pensare a una nutrizione sempre più vegetale, un modo sano ed equilibrato di alimentarsi senza danneggiare la salute e il pianeta. E il momento è adesso.