Smentisce di avere in mente altri progetti e rivendica di aver agito per difendere il programma M5s. O almeno “il suo spirito espansivo” e contro le regole volute da Bruxelles. Meno di 24 ore dopo l’espulsione dal Movimento 5 stelle, il senatore Gianluigi Paragone dice di non riconoscere la decisione del collegio dei probiviri e, forte del sostegno di peso dell’ex deputato Alessandro Di Battista, annuncia che non lascia il gruppo in Senato. “Mi dovranno buttare fuori”. Quindi, assicura, per il momento non ha in programma scissioni o passaggi ad altri partiti (neppure alla Lega). Il giornalista è stato messo sotto accusa per aver votato contro il voto di fiducia alla legge di Bilancio a dicembre scorso, atto che viola il regolamento. “Cacciarmi è stata una decisione arbitraria e presa in conflitto d’interessi”, ribatte Paragone. Che chiede la stessa velocità di intervento per “chi non restituisce lo stipendio” o i tre che hanno firmato per il referendum contro il taglio dei parlamentari. E se al Movimento dà possibilità di risollevarsi, definisce spacciato Di Maio: “Ormai non ha più la muscolatura per avanzare”. E ancora: “E’ immaturo e presuntuoso”. L’ultimo appello lo fa al ministro Alfonso Bonafede: “E’ questo il vostro senso di giustizia?”.
Senatore iniziamo da domani: lei è fuori dal Movimento, cosa succede ora?
Difenderò la mia posizione. E mi opporrò alla decisione presa dai signori del nulla: per me il collegio dei probiviri e chi lo telecomanda è il nulla. Voglio rimanere nel Movimento, fare le battaglie del Movimento, mantenere vivo lo spirito del programma che ci aveva fatto prendere il 33 per cento. Vado avanti.
Dice di difendere il programma, ma ha votato contro la fiducia al governo voluto dagli iscritti Pd-M5s. Non è un controsenso?
Se il governo col Pd smentisce il programma, quel programma è vincolante esattamente tanto quanto i voti sul governo di fiducia. Già una volta il Movimento 5 stelle ha smentito il governo: il voto sul Tav (in Senato ad agosto scorso ndr) fu una smentita totale del presidente Giuseppe Conte. Poi siccome in qualche modo il M5s aveva paura di quel voto, lo ha camuffato e anestetizzato.
Ma non era un voto di fiducia.
Ovviamente, perché saremmo andati sotto. Ma lì il Movimento ha dimostrato che il programma e gli ideali sono più importanti del governo. E quando sento dire che ho votato contro quota 100 e reddito di cittadinanza, faccio notare che nella manovra c’è la parte finanziaria. Ma la parte politica l’abbiamo messa nella manovra scorsa.
Però senza i fondi, i provvedimenti si sarebbero fermati.
Sì, ma dentro la legge di Bilancio c’era il minimo sindacale. Questa manovra è scritta con il solito rigore ordinato da Bruxelles, se sei dentro una crisi profonda che è sociale più che economica devi incentivare una forte e massiccia spesa pubblica.
Al momento della candidatura ha firmato un regolamento secondo cui avrebbe dovuto sempre votare la fiducia ai governi M5s.
Non c’è scritto da nessuna parte nel regolamento, me lo sono visto con il mio avvocato, che per votare una fiducia devi smentire il programma elettorale. Il nostro programma è quello di una forza che ha contestato le regole assurde di Bruxelles. Contesto la mancanza di coraggio. Per me è più grave firmare un referendum che rimette in discussione il taglio dei parlamentari (come hanno fatto 3 senatori M5s ndr). Ma non mi sembra che con la stessa velocità abbiano istruito una causa del genere. Per il Movimento è o non è identitaria la questione delle restituzioni? Sembra che io abbia fatto un dispetto a tutti parlando delle restituzioni.
Lei parla di programma, ma tante sono le parti inattuate. Ad esempio la liberalizzazione della cannabis.
Ma parliamo di un singolo punto. Le politiche espansive sono l’afflato del programma elettorale. Di come interpreti lo schema economico. Sfido chiunque a trovarmi dentro il programma una parte che è europeista nel senso tradizionale del termine.
Perché quando Beppe Grillo ha incontrato i senatori lei ha disertato per una cena con gli attivisti e Di Battista?
Sostengono che ho spinto per rompere e poi mi contestano che vado a cena con gli attivisti? Andate a vedere chi davvero vota e cosa al momento della fiducia. Io ci metto la faccia, sono così, un ribelle eretico.
Non sarebbe stato utile il chiarimento?
Non sarebbe stato un confronto salvifico. Infatti da quello non è uscito nulla. Se il problema sono soltanto io, mi prendi e mi parli.
Grillo non l’ha cercata?
No, non credo ne avesse neanche l’interesse né la voglia. Ma non farei un caso. Sono andato a cena con gli attivisti, c’erano anche altri parlamentari e Alessandro. Io la politica la vivo così. Non riesco a viverla come la burocrazia. Purtroppo quello che contesto proprio ai vertici è essere diventati palazzo. E’ così che perdi voti.
Ora chiama Di Maio il nulla. Ma tra voi i rapporti all’inizio erano molto buoni.
Non ha saputo gestirmi. E’ lui che mi ha cercato, che mi ha portato sul palco, lui che mi ha chiesto le conduzioni di Italia 5 stelle. Non è che uno dice “uh mamma mia ora è diventato anti Bruxelles”. Le mie tesi erano quelle. Ad esempio io non mi sono mai autocandidato alla presidenza della commissione banche. Checché ne dicano che io mi sono arrabbiato per questo.
E chi l’ha candidata?
Di Maio.
Cosa si è rotto e quando?
Non è un mio amico, né la mia fidanzata. Non devo sapere quando c’è stata la scaramuccia. E’ un cambio netto, ma progressivo. Io sono quella parte che continua a rompere le scatole. Magari sono in errore, ma tu lascia l’eretico dentro il Movimento. Visto che è l’unico cretino che ti vota no.
Ma se “l’eretico” viola le regole? Chiede un’eccezione.
Allora tutti quelli che hanno violato delle regole devono essere trattati allo stesso modo. E’ un processo del quale non si conoscono neppure le regole di ingaggio. Su tre probiviri uno è incompatibile, perché è una ministra. Fabiana Dadone fu eletta in sostituzione di un ministro ed è in conflitto di interesse perché io ho votato contro il governo. Mi hanno scritto che non ha partecipato al voto. Allora qual era il quorum? E noi parliamo di regole a casa di altri? E poi io non sono stato sentito. Si chiama diritto questo? Hanno preso un decisione non con la terzietà del giudice, ma con l’arbitrio di chi in conflitto di interesse sta decidendo di tapparmi la bocca.
I probiviri e le misure disciplinari sono previste da statuto, perché non ha protestato quando ci sono state le altre espulsioni?
Ognuno si difende per i fatti propri. E poi ognuno ha avuto una storia a sé. Io non ho mai chiesto la difesa per conto terzi.
Contesta il sistema, perché non lo ha fatto prima?
Io adesso lo so che funziona così.
Alessandro Di Battista si è schierato in sua difesa. Che cosa significa?
Io ho conosciuto il Movimento grazie ad Alessandro, io e lui predichiamo bene o male le stesse cose. A me è piaciuta la sua radicalità. Onestamente non me lo aspettavo. E gli avevo anche detto di non dire nulla. Perché adesso si sta alzando la polvere e lui può essere usato. Ha detto una cosa che aveva voglia di dire. Ma dietro non c’è nulla. Anzi. Il mio modo di fare a volte può mettere in imbarazzo.
Di Maio cosa ha detto dopo la difesa di Di Battista?
Non lo so. Io e Ale siamo amici e non voglio metterlo dentro una questione che è mia.
Condivide le sue stesse tesi sul Movimento?
Non dirò niente per non metterlo dentro.
Dentro però ci si è messo lui. C’è qualcuno ipotizza una scissione guidata da Di Battista e Paragone.
Ora che ho smentito ogni passaggio alla Lega, adesso pensano a un altro scenario. Io difendo me stesso e il programma elettorale su cui ci ho messo la faccia.
Non è un’ipotesi così impossibile. L’ex ministro Fioramonti ad esempio, si dice abbia già il nome per un altro gruppo.
A me non interessa.
I 5 stelle ritengono che i parlamentari espulsi debbano tornare a casa. Ha pensato di dimettersi?
Era un’opzione a cui avevo pensato, ma ho visto che i miei temi danno fastidio. E non è giusto lasciarli agli altri.
Così non tradisce il mandato M5s?
La mia espulsione è fatta senza regole. Io non ho cambiato idea, non smentisco alcunché per cui ho fatto la campagna elettorale. Sa qual è la pagina Facebook che è cresciuta di più in assoluto nell’ultimo mese? La mia, più della Meloni. Vada a vedere i balzi che ho fatto io a dicembre. Tra ieri e oggi sono inondato di messaggi privati e ci sono Meetup che mi stanno chiedendo di andare a parlare da loro.
Il malumore è più grande di quello che si racconta?
Non c’è malumore. Quello c’è solo nelle dinamiche di palazzo. C’è voglia di fare Movimento. Se non parliamo più alle persone, si rovina tutto.
Una parte del Movimento dice che fin dall’inizio lei era infiltrato dalla Lega.
Parole in libertà.
Il Carroccio non la tenta?
Come posso passare con la Lega quandola pensa all’opposto di me? Io parlo della nazionalizzazione fin dal mio primo libro Gang bank, pensi che infiltrato. Io dico giù le mani dall’acqua. Ma il Parlamento è ingolfato e da due anni non lo mette in calendario. Sono contro le liberalizzazioni. Però non puoi chiedere la revoca delle concessioni autostradali dopo che tu ministro hai chiesto ai Benetton di salvare Alitalia.
Ancora Di Maio. Ma gliene ha mai parlato?
Ogni volta che portavi o porti un pensiero, sembra che stai chiedendo la rivoluzione… Però.. Non è difficile da capire. Sono scelte sue. Se abbiamo perso due elettori su tre è perché i signori del nulla stanno perdendo di visto le esigenze della gente che ci hanno votato. Noi eravamo una forza antisistema.
Ha partecipato a molti vertici importanti. Ci dice secondo lei cosa non funziona?
Io ho partecipato a qualche riunione. Ma poche, non fatevi chissà quale cinema in testa. Dicevo le stesse cose, gli altri non erano d’accordo. E io rispondevo: “Così andiamo a sbattere”.
Di Maio è un leader che ascolta?
Non ascolta un tubo. Soltanto chi ha voglia di ascoltare lui. Due anni fa, prima che diventasse quello che è diventato, era una risorsa. Un ragazzo che riesce a fare una cosa così è bravo. Ma siccome hai 32 anni e non hai esperienza, ti devi costruire una squadra che ti irrobustisca. Quella campagna elettorale (2018 ndr) se l’è caricata sulle spalle. Poi non ha vinto lui. Dall’altra Alessandro ha fatto il resto. Io ci ho messo il mio, Roberto e Paola il loro (Fico e Taverna ndr). Ma sei troppo giovane. Lui non studia, dovrebbe avere il tempo per studiare. Quando entri in un loop negativo diventi un looser.
Dovrebbe farsi da parte?
Ormai non ha più la muscolatura per avanzare. Non ce la fa. Mi fa anche tenerezza. La colpa è sua. Mi dispiace perché s’è bruciato. Non lo fa perché è molto presuntuoso, infantile. Quando un ragazzo di 32 anni pensa di giocare la partita da solo…purtroppo non è Maradona. Ha delle grandi potenzialità ma non è Maradona.
Il Movimento si risolleverà?
Solo se si aggancia alla società che ha bisogno. Il Pd non la rappresenta. Se io chiedessi di rimettere l’articolo 18, né il Pd né la Lega lo voterebbero. Se dicessi revochiamo le liberalizzazioni, né il Pd né la Lega sarebbero d’accordo.
Senatore ce lo dice qual è il suo obiettivo?
Non sono uno che ha fatto questo per pensare a chissà cosa. La politica pensa sempre che tu stia facendo un’azione per accaparrarti un pezzo di potere. Io ero vicedirettore di Rai2 a tempo indeterminato, ma ho lasciato il posto. Sono un testardo. Rivendico il diritto di dire quello che penso.
Quindi, concretamente, da domani si iscrive al gruppo Misto in Senato e poi si vede?
Mi devono prima buttare fuori. Io rivendico la mia appartenenza ai banchi del Movimento. Perché non mi vogliono ascoltare? E’ prevista la possibilità di fare appello alla decisione dei probiviri. E invece mi hanno liquidato in due righe. Questa è giustizia? Lo chiedo al ministro Bonafede, è questo il vostro senso di giustizia?