Secondo le prime informazioni raccolte dalla polizia, l'uomo non era legato alla criminalità organizzata. Ma al momento non si esclude alcuna pista nelle indagini per risalire a chi e perché abbia deciso di freddare Roberto D'Angelo, vecchi precedenti per reati contro il patrimonio
Lo hanno raggiunto mentre stava posteggiando sotto casa, in una zona periferica di Foggia. Due colpi esplosi alla testa da distanza ravvicinata dai killer che lo hanno affiancato a bordo di una moto attorno alle 21.30 di giovedì in viale Candelaro. È morto pochi secondi dopo, appena il tempo di lasciare il posto di guida e accasciarsi sul marciapiede, Roberto D’Angelo, 53 anni, commerciante d’auto con piccoli precedenti penali per reati contro il patrimonio.
Secondo le prime informazioni raccolte dalla polizia, l’uomo – il cui padre fu ucciso nelle vicinanze dello stadio comunale nel 1974 – non era legato alla criminalità organizzata foggiana. Ma al momento non si esclude alcuna pista nelle indagini per risalire a chi e perché abbia deciso di freddare D’Angelo, che pare non abbia avuto liti o screzi nell’ultimo periodo. Il commerciante era solo alla guida dell’auto, una Fiat 500 L, alla quale si è affiancata una moto con in sella uno o due persone che hanno fatto fuoco. Alle indagini, seguite dalla Squadra mobile, potrebbero essere utili le immagini delle telecamere di videosorveglianza di diversi esercizi commerciali e abitazioni private presenti in zona.
Foggia, nella notte di San Silvestro, è stata scossa da due attentati incendiari nei confronti di altrettanti negozi del capoluogo dauno. Le due esplosioni – secondo fonti investigative – sarebbero riconducibili a una “strategia” della Società foggiana per riaffermare la propria forza dopo un 2019 segnato da decine di arresti e condanne contro i clan della quarta mafia, sotto pressione dall’agosto 2018 dopo la strage di San Marco in Lamis. Tuttavia, le informazioni raccolte dalla polizia nelle ore seguite all’omicidio sono convergenti: l’agguato a D’Angelo sarebbe slegato da dinamiche mafiose.
Gli agenti non hanno eseguito stub, l’esame per verificare la presenza di polvere da sparo, ma hanno ascoltato parenti e amici della vittima. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire le sue ultime ore di vita: a quanto si apprende, l’uomo era uscito di casa verso le 17. Poi, poco prima di essere ucciso, aveva telefonato alla moglie, che era a casa di un parente, per dirle che stava passando a prenderla. Poi l’agguato.