Mafie

‘Ndrangheta, il sindaco di Pizzo Callipo si è dimesso: “Io estraneo”. Ma per il giudice era “riferimento per le cosche”

La missiva, già allegata agli atti dell’interrogatorio di garanzia effettuato all’indomani dell’arresto ordinato dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro, è stata protocollata in Comune il 31 dicembre scorso

Per il giudice per le indagini di Catanzaro era “il riferimento delle cosche”e per questo ne aveva ordinato l’arresto nell’ambito del blitz contro la ‘ndrangheta Vibo Valentia. Il 31 dicembre scorso Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo, si è dimesso. “Mi dimetto dall’incarico di sindaco. Prendo questa sofferta decisione nell’attesa che la mia posizione venga chiarita e nella consapevolezza di essere totalmente estraneo alle accuse che mi vengono mosse” si legge nella lettera inviata al segretario comunale Adriana Avventura, al vice sindaco Maria Pascale e al presidente del Consiglio comunale Giacinto Maglia annunciando le sue dimissioni da sindaco di Pizzo (Vibo Valentia).

La missiva, già allegata agli atti dell’interrogatorio di garanzia effettuato all’indomani dell’arresto ordinato dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro, è stata protocollata in Comune il 31 dicembre scorso. Una decisione, quella di dimettersi, che davanti al giudice Callipo ha motivato come un estremo atto d’amore nei confronti della città, per non gravare con la sua vicenda personale sulle sorti e sull’immagine di Pizzo. “Ho sempre agito nell’interesse di Pizzo e dei pizzitani – sottolinea l’ex sindaco -. Non ho compiuto alcun atto per interesse personale, anzi ci ho anche rimesso dal punto di vista economico. Ma soprattutto non ho agevolato in alcun modo la criminalità, che ho sempre contrastato”. Nell’ordinanza il giudice scriveva però che il politico ha favorito la cosca “operante sul territorio della provincia di Vibo Valentia e su altre zone del territorio calabrese, nazionale ed estero, ed in particolare della locale di San Gregorio (cosca Razionale-Gasparro) e della ‘ndrina di Pizzo”. Il sindaco, inoltre, sempre secondo il gip “come concorrente ‘esterno‘, nella qualità di imprenditore del settore alberghiero e di Sindaco del comune di Pizzo, forniva uno stabile contributo alla vita dell’associazione mafiosa“.

Dopo aver rimarcato la sua innocenza, dicendosi “certo di poter dimostrare l’assoluta legittimità e legalità degli atti posti in essere nel corso del suo mandato”, Callipo ha rivendicato i risultati raggiunti in sette anni di amministrazione: “Dalla massiccia riqualificazione del centro storico al rilancio turistico di Pizzo, dall’avviato risanamento finanziario dell’Ente alle grandi opere infrastrutturali, come la progettazione e il finanziamento del lungomare che unirà la Marina di Pizzo al borgo della Seggiola, mettendo contestualmente in sicurezza la rupe su cui sorge il nucleo urbano più antico. Sono stato eletto con oltre il 63 % dei consensi, con quasi 1.500 voti di scarto rispetto al mio principale competitor. A scegliermi è stata la mia città, la stragrande maggioranza dei pizzitani, ovvero gente onesta, non certo qualche delinquente”. Ma l’accusa più grave per il politico è proprio quella di essere stato, secondo la Dda e il gip, “in diretto contatto con i vertici dell’organizzazione criminale operante in Pizzo… ” da cui riceveva “il sostegno elettorale. Dopo aver ringraziato i dipendenti comunali, i dirigenti, i consiglieri e gli assessori della sua giunta, Callipo si augura che chi verrà a guidare il Comune dopo di lui “prosegua nel lavoro svolto in questi anni, per non vanificare risultati che considera estremamente importanti per la crescita economica, sociale e culturale di Pizzo”.