Il Ministero della Difesa ha annunciato di aver alzato le misure di sicurezza dei contingenti dove operano i soldati italiani e sono stati limitati al minimo gli spostamenti al di fuori delle basi: sono le prime misure dopo il raid statunitense che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleiman. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini – si apprende da una nota del Ministero – ha subito ricevuto informazioni dal Comando Operativo di Vertice Interforze sui contingenti nazionali presenti nei vari teatri operativi. Il Ministero degli Esteri definisce gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq “molto preoccupanti”. Sul fronte diplomatico è sempre una nota, ma della Farnesina, a far sapere che “l’Italia lancia un forte appello perché si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l’estremismo violento”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, impegnato in una serie di riunioni a Palazzo Chigi, si è detto “fortemente preoccupato” per il rischio di “escalation” in Medio Oriente. “L’Italia sostiene fortemente l’invito rivolto dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell verso l’esercizio della massima moderazione e a mostrare responsabilità in questo momento – dice in una nota il ministro degli Esteri – Siamo tutti concordi sul fatto che un’altra crisi rischia solo di compromettere anni di sforzi per stabilizzare l’Iraq. La priorità nella regione è la lotta allo Stato Islamico“.
Il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa, pensa a possibili ripercussioni per le forze armate italiane: “Non c’è dubbio che di fronte a questa azione l’Iran dovrà reagire, non può perdere la faccia. In che modo? Non lo sappiamo, ma è chiaro che l’Italia con i suoi mille militari in Libano, i 300 in Libia e gli addestratori in Iraq è particolarmente esposta“.
Arrivano poi anche i commenti della politica. Ad iniziare dal segretario della Lega Matteo Salvini che su Twitter ringrazia il presidente americano per la sua azione: “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”. Al contrario, l’eurodeputato di Azione Carlo Calenda parla di un “errore” e aggiunge: “Non si comprende in che modo questa azione sia collegata alla strategia Usa in Medio Oriente. Se c’è. Siamo su un’area di faglia collegata con una zona in pieno terremoto. L’equivalente di quanto vissuto durante la guerra dei 30 in Europa”.
Il capogruppo democratico alla Camera, Graziano Delrio, teme una “drammatica e incontrollata esplosione della tensione nell’area mediorientale” che potrebbe indebolire le ragioni dei moderati in Iran e in tutti i paesi dell’area. Chiede perciò che si attivi l’intera comunità internazionale “per evitare che il rischio di nuovi tragici conflitti si muti in devastante realtà. L’Italia promuova un’iniziativa dell’Unione europea che coinvolga quanti hanno a cuore la pace non solo in quella terra martoriata”. Il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, chiede all’Europa di scongiurare il rischio di un’escalation di violenze: “Il raid voluto dal presidente Trump fa crescere in modo esponenziale il rischio di un conflitto su larga scala – scrive su Twitter – L’Italia si faccia promotrice con l’Unione europea di un’iniziativa per evitare una drammatica escalation”. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana-Leu) parla di una vera e propria “dichiarazione di guerra”: “Quello di Trump è un atto di violenza ingiustificata e unilaterale. L’Italia e l’Europa condannino questa ennesima follia e agiscano per riportare l’equilibrio nell’area”.