Il tempo impiegato per spostarsi da casa alla propria sede di impiego? Anche quello è lavoro. Almeno in Svizzera, dove dallo scorso 1° gennaio i dipendenti pubblici federali potranno vedersi riconosciuti come orario lavorativo – e quindi retribuiti – i minuti spesi per raggiungere il proprio ufficio.

Ne danno conto i media locali svizzeri, spiegando che il cambiamento di regole è stato autorizzato da Berna dopo le sollecitazioni giunte da quattro sindacati durante lo scorso anno. “Una maggiore flessibilità nella forma del lavoro è un’esigenza dei nostri giorni”, ha detto Anand Jagtap dell’Ufficio federale del personale, specificando però che per ottenerne il riconoscimento sarà comunque necessaria l’autorizzazione di superiori, con i casi che verranno esaminati di volta in volta sulla base delle loro caratteristiche.

La modifica della direttiva “Lavoro mobile nell’Amministrazione federale” ha permesso di introdurre la novità, a patto che “durante il viaggio per recarsi in ufficio” si svolga effettivamente del lavoro e che “il tipo di lavoro, la durata e le condizioni del viaggio” rendano effettivamente possibile lo svolgimento di alcune mansioni. In altri termini: fare a una telefonata con il capo, rispondere a una mail o a messaggi in app e sui social nei quali si danno chiarimenti o indicazioni inerenti le proprie mansioni sarà considerato lavoro.

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