Inizierà il 17 febbraio davanti al giudice per l’udienza preliminare, Natalia Imarisio, l’udienza preliminare per 71 imputati dell’inchiesta “Mensa dei poveri”. Tra loto l’ex vice-coordinatore lombardo di FI ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, il consigliere lombardo ‘azzurro’ Fabio Altitonante, l’imprenditore Daniele D’Alfonso e anche il deputato di FI Diego Sozzani – qui risponde solo di finanziamento illecito, Cuore del procedimento l’ipotizzato “sistema” di mazzette, appalti pilotati e finanziamenti illeciti, del quale l’ex coordinatore di Forza Italia di Varese Nino Caianiello sarebbe stato il “burattinaio”.
A chiedere il processo, dopo la chiusura indagini lo scorso 1 ottobre, sono stati i pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, con la responsabile della Dda Alessandra Dolci, titolari dell’indagine che lo scorso 7 maggio aveva portato a 43 misure cautelari, tra carcere, domiciliari e obblighi di firma (per Sozzani la Camera aveva respinto la richiesta di arresto). Inoltre, ancora in fase di indagine preliminare, i pm hanno stralciato la posizione di 11 indagati tra cui lo stesso Caianiello e Alberto Bilardo ex segretario di FI a Gallarate (Varese) – con le loro dichiarazioni hanno dato nuovi impulsi all’inchiesta – e dato il consenso a patteggiamenti a pene tra 1 anno e 8 mesi e 3 anni poi respinti dal giudice Maria Vicidomini.
Per questi 11 nelle prossime settimane è atteso l’avviso di chiusura delle indagini in vista dalle richiesta di processo con rito ordinario, come è attesa la definizione della posizione del Governatore della Lombardia Attilio Fondana, indagato per abuso di ufficio in un filone dell’inchiesta che riguarda la nomina in un organismo regionale di un suo ex socio di studio legale. Restano aperti, poi, altri filoni della maxi indagine, in particolare quelli per corruzione su Sozzani e sull’ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi in concorso con l’ex dg di Afol Giuseppe Zingale e l’ex ad Tigros Paolo Orrigoni.