Massima attenzione, appelli al “dialogo” e alla “responsabilità” perché l’uso della forza “non ha mai portato da nessuna parte”. Anzi: “Ha sempre provocato ulteriore destabilizzazione ed effetti devastanti sia sul piano umanitario, sia su quello migratorio”. Sono le linee attorno alle quali ruota la strategia del premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dopo l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani e l’escalation di tensione tra Usa e Iran che sta agitando il Medio Oriente.
In particolare Conte, che quanto spiegano fonti governative presta massima attenzione ai “militari italiani di stanza in Medio Oriente”, assiste con forte preoccupazione a quanto sta avvenendo e fa appello “alla moderazione, al dialogo, al senso di responsabilità delle parti”. E nella prospettiva di una mediazione, secondo il premier, l’Unione Europea “può giocare un ruolo fondamentale e offrire un contributo determinante”. Proprio per questo, spiegano da Palazzo Chigi, Conte si sta prodigando affinché l’Ue possa esercitare il suo peso diplomatico per evitare sviluppi imprevedibili e vanificare così tutti gli sforzi per stabilizzare l’area.
“Le missioni continuano come programmate, c’è stato un innalzamento delle misure di sicurezza previsto in situazioni di questo tipo e deciso con la coalizione”, dice il ministro della Difesa Lorenzo Guerini a Sky Tg24. “Nelle procedure di sicurezza che sono state innalzate si è deciso di sospendere temporaneamente l’attività di addestramento delle forze irachene, che riprenderà appena le condizioni lo permetteranno – ha già aggiunto – La missione prosegue e questa è una delle attività della missione”.
Il ministro ha spiegato che innalzamento delle misure di sicurezza “significa soprattutto limitare le attività fuori dalle basi e alzare le condizioni di sicurezza e di controllo sulle basi stesse e sui nostri insediamenti”. Si tratta, ha spiegato, di “procedure previste in situazioni di questo tipo e vengono fatte ordinariamente. Non ci sono elementi di preoccupazioni legate a evidenze particolari, però c’è una situazione di tensione che richiede da parte nostra che in tutte le nostre missioni vi sia l’innalzamento di queste misure”.
Di Maio ricorda invece che l’uso della forza “ha sempre provocato ulteriore destabilizzazione ed effetti devastanti sia sul piano umanitario, sia su quello migratorio”. E annuncia che “in primavera, in Italia, ospiteremo la riunione della coalizione anti-Daesh”. Perché “in quella regione la nostra priorità è e resta la lotta al sedicente Stato Islamico”, ha ribadito il ministro degli Esteri ricordando che “ci sono nostri militari che sono stati gravemente feriti o sono morti per combattere Daesh, in ogni sua forma. Uomini e donne in uniforme che rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza. Il nostro pensiero va al loro operato e alla loro incolumità”.
“In queste ore siamo al lavoro come Governo sugli ultimi sviluppi della situazione in Iraq, che ovviamente preoccupano tutto il mondo”. In quella regione “la nostra priorità è e resta la lotta al sedicente Stato Islamico”, ricorda. “Negli ultimi giorni come Italia abbiamo lanciato un forte appello al dialogo e alla responsabilità, invitando a mantenere aperti i canali con tutti gli interlocutori, evitando atti che possano avere gravi conseguenze”, scrive nella nota sui social. “Ma se vogliamo essere davvero incisivi – ha aggiunto il titolare della Farnesina – l’Unione Europea deve saper parlare con una sola voce. Ed è per questo che ho apprezzato l’invito alla moderazione e alla de-escalation dell’alto rappresentante Ue, Josep Borrell”.