Musica

Radio Zero, tra punk e cantautorato una nuova promessa del rock (in) italiano

Di strada ne hanno fatta i Radio Zero sin dai loro esordi nel 2001. Il quartetto toscano-ligure, con base tra le città di Carrara e La Spezia, in realtà è composto da musicisti in giro nell’underground italiano già sin dagli anni ’80: Luca “Lungo” Ratti (voce, armonica, theremin, ex cantante dei Polvere di Pinguino, uno dei gruppi di punta del garage revival anni ’80), Enrico “Gas” Gastardelli (chitarre e cori) e la granitica sezione ritmica di Paolo “Pitto” Terenzoni (basso) e Claudio Cla’ Cerretti (batteria).

La band ha il merito di coniugare in un modo insolito per la musica italiana l’irruenza del garage rock e del punk con la canzone d’autore. Dopo aver esordito con l’ep Get Out Of My Life Woman (Area Pirata, 2002) ed essersi fatta le ossa suonando in numerosi concerti dal vivo, anche a fianco di artisti del calibro di Fuzztones, Fleshtones, Deniz Tek dei Radio Birdman (ne è testimonianza il cd Radio Zero Live del 2009, in apertura al compianto Sky Saxon dei Seeds), la band matura una propria identità stilistica e approda al cantato in italiano: pubblica, quindi, prima il 45 giri Sangue e Fragole (Mangora Spider Records, 2015), impreziosito dalla splendida copertina dell’illustratore americano Chuck Sperry e, a seguire, il primo vero album, Vecchi Treni Resistenti (Mangora Spider Records, Curaro Dischi 2016), lavoro intenso e vibrante, che si fa apprezzare per la sua travolgente energia e per l’urgenza comunicativa delle sue canzoni, che spaziano dal garage rock al punk, dal blues al rock’n’roll, con melodie e testi che restano facilmente impressi dopo l’ascolto.

Dopo il mini cd Resurrezione (Curaro Dischi, 2018) arriva il secondo album, Onda Magnetica (Curaro Dischi, 2019), che dà nuova linfa al loro rock barricadero, selvaggio e senza compromessi: in scaletta 12 brani incendiari, che omaggiano sia la tradizione del rock anni ’70 (con due cover, Gioia e Rivoluzione degli Area e Carry On di Crosby Stills Nash & Young), sia quella punk anni ’80 (con Non Voglio Parlare Con Te Mai Più, libero riadattamento di un classico degli Hüsker Dü, Never Talking To You Again).

La band mostra di avere grande padronanza della materia, passando da un rock blues con venature hard (Come Quando) a un ruvido garage rock e a ritmi rock’n’roll più incalzanti. Come loro stessi hanno dichiarato, la loro musica è un rock dalla forte identità sociale, che denuncia il disagio, la precarietà della vita e le ingiustizie sociali con cui ogni giorno ci confrontiamo. Orgogliosamente autoprodotto in vinile, il disco è la prova che esiste ancora una via italiana al rock assolutamente credibile e verace.