“La Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra”. E chi invece sceglie la violenza, “espone il nostro Paese a ritorsioni”. Il ministro degli Esteri e leader M5s Luigi Di Maio è intervenuto su Facebook per commentare la crisi internazionale tra Iran e Stati Uniti, ma anche la tensione crescente in Libia. “Le vicende” degli ultimi giorni, si legge, “ci riportano a ricordi di un passato di guerra, un passato non lontano, che ci parla di distruzione, di morti, di paura. E che rinnova una paura che nessuno di noi vorrebbe vivere”. Un concetto che già aveva espresso il 4 gennaio scorso, ma che oggi ha rilanciato. “In entrambi gli scenari, pur con tutte le relative differenze e specificità, il faro che ci guida è sempre e solo un’unica, semplice verità: la guerra genera altra guerra, la violenza chiama altra violenza, la morte altra morte”. Di Maio ha anche annunciato le sue prossime missioni: “Sono in continuo contatto con i miei omologhi europei e non solo. L’8 gennaio sarò al Cairo, poi Algeria e Tunisia”. Mentre, “questo pomeriggio faremo il punto alla Farnesina sugli ultimi sviluppi”.

Quindi il capo politico dei 5 stelle ha rievocato quanto c’è scritto nella Carta: “Come Movimento 5 stelle, questa verità ce l’abbiamo ben chiara, è una sorta di legge fisica. In tanti conflitti, in tante scelte sbagliate, a partire dalla guerra in Libia nel 2011 e dagli errori già compiuti in Iraq, c’è scritto ciò che non dobbiamo ripetere. Vite umane sacrificate, civili e militari, attacchi terroristici, flussi migratori di disperati che non hanno scelta, e che l’Italia non può gestire”. E ha continuato: “I nostri Padri costituenti ce lo hanno ricordato nelle parole dell’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale: ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali'”.

Secondo Di Maio l’Italia è esposta a ritorsioni proprio a causa di chi sceglie la violenza: “La guerra e la violenza, appunto, non sono soluzioni, e non possono essere mai considerate tali. Sono l’unica risposta che è stata trovata in passato, una risposta vecchia, e su cui abbiamo già ricevuto fin troppe lezioni. Chi ancora crede che la strada sia la violenza, è fermo al passato o non ha ancora compreso le lezioni dalla storia. E, quel che è peggio, sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni”. E ha chiuso: “Ora è il momento di scommettere sul dialogo, sulla diplomazia e sulle soluzioni politiche”. Perché, ha scritto, “questo non è un gioco, e non abbiamo nessuna intenzione di ripetere gli errori del passato. È semplice? No, ma le conquiste più grandi non sono mai semplici, richiedono determinazione e tempo”.

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