Le forze del generale Khalifa Haftar “hanno preso il controllo di Sirte dopo una battaglia durata tre ore”. L’annuncio è stato dato dal portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), Ahmed al-Mismari, che parlato di “liberazione” della città dalle “milizie terroristiche”. In un tweet di al-Hadatah, la tv di sole notizie di al-Arabiya, l’emittente televisiva degli Emirati Arabi Uniti, con sede a Dubai, si dà conto anche del controllo dell’aeroporto.
Un tweet di al-Hadath segnala inoltre che le forze di Haftar “dislocano rinforzi (…) lungo gli assi di combattimento a Tripoli”. Ma in una nota il Governo di accordo nazionale libico smentisce “le voci che parlano di successi delle milizie e dei mercenari del criminale di guerra Haftar” nella città. “La situazione all’interno è completamente sotto controllo – si legge in una nota citata dall’agenzia di stampa turca Anadolu – e gli scontri di ieri sono avvenuti fuori dalla città”.
Sirte era controllata dalle milizie che sostengono il governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj dalla metà del 2016, dopo la cacciata dei jihadisti dell’Isis completata a dicembre di quell’anno anche grazie a raid aerei statunitensi. Situata circa 450 chilometri a est di Tripoli, Sirte fra l’altro è un importante porto ed è la città natale del defunto dittatore libico Muammar Gheddafi.
La conquista della città è stata portata avanti dal battaglione di fanteria 192 delle forze di Haftar, sotto il comando di Omar Abessit, agevolato anche dal gruppo madkhalita 604 e dal ritiro delle forze del Governo di accordo nazionale, come scrive il sito Libya Observer, vicino alle forze di al-Sarraj. I madkhaliti sono considerati “una corrente di stampo salafita ultraconservatrice” e ritenuti “al soldo della casa reale dei Saud”.
L’escalation di tensione in territorio libico è stata al centro di una “lunga conversazione telefonica” tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Nel corso della telefonata, sono stati esaminati “in modo approfondito i dossier relativi alla Libia e all’Iran-Iraq”. Su quanto sta avvenendo a Tripoli, in particolare, “è stata ribadita la necessità di elevare al massimo la pressione diplomatica – fa sapere Palazzo Chigi – per promuovere quella soluzione politica che si vorrebbe affrontare nel corso della programmata Conferenza di Berlino”.