L'associazione denuncia che poche ore prima la postazione 118 della Stazione Centrale "si trovava al Loreto Mare per un intervento" quando "improvvisamente nel pronto soccorso entra un gruppo di ragazzi che prende di forza l'equipaggio e li costringe a salire in ambulanza" per soccorrere un amico che aveva una semplice lussazione. I vertici dell'Asl Napoli 1: "Che fossimo in 'guerra' lo sapevamo già. Demoralizzati, ma non arretreremo"
Un gruppo di ragazzi ha “sequestrato un’ambulanza e operatori sanitari del 118″ all’ospedale Loreto Mare di Napoli per “costringerli a soccorrere un amico 16enne con una distorsione al ginocchio”. È la denuncia dell’associazione ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’ fondata dal medico di pronto soccorso Manuel Ruggiero proprio per raccontare gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari. Il fatto – stando al racconto, confermato dalla direzione dell’Asl Napoli 1 – è avvenuto sabato pomeriggio.
L’associazione denuncia che poche ore prima la postazione 118 della Stazione Centrale “si trovava al Loreto Mare per un intervento” quando “improvvisamente nel pronto soccorso entra un gruppo di ragazzi che prende di forza l’equipaggio e li costringe a salire in ambulanza”. A quel punto con “3 di questi individui a bordo” e, sottolinea Nessuno Tocchi Ippocrate, “sotto minaccia” l’equipaggio “si dirige verso il quartiere denominato Case nuove”, vicino al Loreto Mare.
Lì viene “circondato da una orda di astanti inferociti che incominciano a ricoprire d’insulti i sanitari”. Il medico, dopo essersi fatto largo tra la folla, “trova un ragazzino 16enne con distorsione al ginocchio”, una situazione “che si presenta di lieve entità”, prosegue l’associazione. “Nonostante ciò all’equipaggio – conclude il post – viene intimato, con minacce, a trasportare il giovane in ospedale”.
Dall’inizio del 2020 è la quinta aggressione a Napoli. E così è tornato a farsi sentire il direttore generale dell’Asl Napoli, Ciro Verdoliva: “Che fossimo in ‘guerra’ lo si era capito sin dal primo giorno ma non non arretreremo di un millimetro: non possiamo cedere a comportamenti delinquenziali che non devono caratterizzare Napoli, noi siamo di più, molti di più”. E annuncia che, in attesa che il governo “porti a termine l’iter per la promulgazione delle proposte di legge impantanate”, prosegue “a passo spedito la procedura di installazione di telecamere a bordo dei mezzi”.
Una misura confermata dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese: “Massima l’attenzione del Viminale sui gravissimi episodi di violenza ed aggressione agli operatori del 118 in città e in provincia di Napoli, avvenuti in questi ultimi giorni – ha dichiarato – Dal 15 gennaio saranno attive le prime telecamere sulle ambulanze in servizio nel territorio di Napoli come sollecitato il 16 dicembre scorso in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Inoltre, ha aggiunto, è prevista “la realizzazione da parte dei presidi ospedalieri di sistemi di videosorveglianza collegati con le centrali delle Forze di polizia”. Si tratta, conclude il ministro, di uno “sforzo operativo che verrà rafforzato per garantire sicurezza e tutela al personale sanitario quotidianamente impegnato a servizio della comunità”.
“Gli episodi ai quali assistiamo sono demoralizzanti, ma ci devono far capire quanto grandi siano i traguardi che abbiamo raggiunto. In questi primi giorni dell’anno stiamo purtroppo assistendo a continui episodi di violenza. Alcuni sono stati legati al disagio psichico degli aggressori, altri all’abitudine di prevaricare”, conclude Verdoliva. Le telecamere a bordo dei mezzi, afferma il dg, “serviranno da deterrente e aiuteranno le forze dell’ordine nell’identificare e punire chi si macchia di reati tanto gravi e oggi è stata anticipata la riunione con i tecnici già prevista per domani”.
L’Ordine dei medici chiede invece di “prevedere la presenza di posti di pubblica sicurezza di Polizia nei Pronto soccorso di maggiore affluenza e la presenza di vigilantes sulle ambulanze nelle aree di maggiore criticità”. Per il presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, “questa è diventata una vera emergenza e lo Stato deve trovare le risorse economiche per attuare una risposta forte”.