La scelta della leader del movimento No Tav, Nicoletta Dosio, di scontare in carcere la pena ingiustamente inflittale – rifiutando i benefici che le sarebbero consentiti anche in ragione dei suoi 73 anni di età – appare esemplare per varie ragioni. Proviamo ad elencarle.
1. In primo luogo va rilevata la portata del suo gesto dal punto di vista etico e morale. Nicoletta, che è stata condannata in quanto leader riconosciuta del movimento No Tav, si assume tutta la responsabilità delle azioni che ha compiuto per fermare, insieme alla grande maggioranza dei cittadini direttamente interessati, un’opera non solo inutile, ma suscettibile di arrecare danni gravissimi e irreparabili all’ambiente, nonché espressione di una visione dell’intervento pubblico che aggrava anziché contrastare i deleteri fenomeni di degrado ambientale in corso, primo fra tutti il cosiddetto cambiamento climatico.
Evidente la portata esemplare di questo gesto in un Paese nel quale coloro che vedono delinearsi la prospettiva della galera sono pronti a tutto pur di evitare di finirci dentro. E gli esempi non mancano, a cominciare da politici di vertice imputati di gravi reati o ritenuti collusi con la criminalità. Nicoletta invece, che ha agito sia pure al di fuori della legalità strettamente intesa in nome della sua comunità ma anche dell’umanità tutta, ripercorre con il suo gesto generoso il sentiero di grandi leader come Fidel, Mandela, Gandhi e altri, che non hanno esitato ad affrontare la sfida del carcere per affermare una più alta legalità.
2. In secondo luogo Nicoletta contribuisce, con il suo gesto, ad evidenziare la cruda realtà del carcere, luogo che oggi è tutto tranne che un ambito destinato a promuovere la rieducazione dei condannati, secondo la visione fatta propria dall’art. 27 della nostra Costituzione. Troppo spesso coloro che si eccitano all’idea del carcere e delle manette dimenticano questa elementare e banalissima realtà. Un carcere come quello che abbiamo in Italia, che istiga ogni giorno al suicidio coloro che vi vivono, è una mostruosità che va abolita, trasformandola radicalmente.
A tale fine vanno finalmente adottate misure risolutive per evitare la sovrappopolazione carceraria, depenalizzando molti reati e riservando la detenzione ai criminali peggiori, che fanno parte tutti dei settori di vertice o intermedi della nostra società, a cominciare dai mafiosi di ogni genere e dei politici e imprenditori con essi collusi. Il vero garantismo non è un buonismo indifferenziato o solo enunciazione astratta di garanzie valide per tutti, ma un movimento di pensiero che esprime la necessità di tutelare, anche nell’ambito penale e carcerario, anzitutto i diritti e gli interessi dei soggetti economicamente e socialmente più deboli.
3. In terzo luogo Nicoletta rilancia in tal modo la lotta e l’iniziativa contro il Tav. Una grande opera che, oltre che presentare i difetti profondi già accennati dal punto di vista ambientale, è stata decisa in netta contrapposizione con la volontà delle popolazioni coinvolte e che esprime esclusivamente gli interessi di un ceto imprenditoriale. In un caso è stato anche appurato l’interessamento di una cosca della ‘ndrangheta ai lavori del Tav.
Se partiamo dal presupposto che i principali problemi dell’Italia di oggi sono la corruzione e la criminalità organizzata, non vi è davvero contraddizione tra i movimenti partecipativi – che come quello No Tav vogliono impedire grandi opere inutili e dannose – e quelli più generali contro la ‘ndrangheta e le altre mafie.
Ciò detto, è quindi ora che lo Stato abbandoni ogni pretesa punitiva nei confronti di protagonisti del movimento No Tav, approfondendo invece il rapporto esistente tra l’obbrobrio del Tav e la criminalità organizzata e procedendo a identificare imprenditori e politici coinvolti. Nicoletta Dosio, donna esemplare, e i suoi compagni vanno liberati al più presto.
Riaffermiamo, come fanno i giuristi democratici, il sacrosanto diritto alla protesta, e chiediamo con forza “un radicale cambio di rotta nella gestione dei conflitti sociali e ambientali, quale è certamente quello relativo al progetto Tav, che dovrebbe tornare a essere materia di un serio, civile, realistico e produttivo confronto tra comunità e governi locali e centrali, anziché materia di giudizi penali e ostentazione di potere militare e di ordine pubblico”.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Cronaca - 6 Gennaio 2020
Nicoletta Dosio, una donna esemplare in carcere per una grande opera inutile
La scelta della leader del movimento No Tav, Nicoletta Dosio, di scontare in carcere la pena ingiustamente inflittale – rifiutando i benefici che le sarebbero consentiti anche in ragione dei suoi 73 anni di età – appare esemplare per varie ragioni. Proviamo ad elencarle.
1. In primo luogo va rilevata la portata del suo gesto dal punto di vista etico e morale. Nicoletta, che è stata condannata in quanto leader riconosciuta del movimento No Tav, si assume tutta la responsabilità delle azioni che ha compiuto per fermare, insieme alla grande maggioranza dei cittadini direttamente interessati, un’opera non solo inutile, ma suscettibile di arrecare danni gravissimi e irreparabili all’ambiente, nonché espressione di una visione dell’intervento pubblico che aggrava anziché contrastare i deleteri fenomeni di degrado ambientale in corso, primo fra tutti il cosiddetto cambiamento climatico.
Evidente la portata esemplare di questo gesto in un Paese nel quale coloro che vedono delinearsi la prospettiva della galera sono pronti a tutto pur di evitare di finirci dentro. E gli esempi non mancano, a cominciare da politici di vertice imputati di gravi reati o ritenuti collusi con la criminalità. Nicoletta invece, che ha agito sia pure al di fuori della legalità strettamente intesa in nome della sua comunità ma anche dell’umanità tutta, ripercorre con il suo gesto generoso il sentiero di grandi leader come Fidel, Mandela, Gandhi e altri, che non hanno esitato ad affrontare la sfida del carcere per affermare una più alta legalità.
2. In secondo luogo Nicoletta contribuisce, con il suo gesto, ad evidenziare la cruda realtà del carcere, luogo che oggi è tutto tranne che un ambito destinato a promuovere la rieducazione dei condannati, secondo la visione fatta propria dall’art. 27 della nostra Costituzione. Troppo spesso coloro che si eccitano all’idea del carcere e delle manette dimenticano questa elementare e banalissima realtà. Un carcere come quello che abbiamo in Italia, che istiga ogni giorno al suicidio coloro che vi vivono, è una mostruosità che va abolita, trasformandola radicalmente.
A tale fine vanno finalmente adottate misure risolutive per evitare la sovrappopolazione carceraria, depenalizzando molti reati e riservando la detenzione ai criminali peggiori, che fanno parte tutti dei settori di vertice o intermedi della nostra società, a cominciare dai mafiosi di ogni genere e dei politici e imprenditori con essi collusi. Il vero garantismo non è un buonismo indifferenziato o solo enunciazione astratta di garanzie valide per tutti, ma un movimento di pensiero che esprime la necessità di tutelare, anche nell’ambito penale e carcerario, anzitutto i diritti e gli interessi dei soggetti economicamente e socialmente più deboli.
3. In terzo luogo Nicoletta rilancia in tal modo la lotta e l’iniziativa contro il Tav. Una grande opera che, oltre che presentare i difetti profondi già accennati dal punto di vista ambientale, è stata decisa in netta contrapposizione con la volontà delle popolazioni coinvolte e che esprime esclusivamente gli interessi di un ceto imprenditoriale. In un caso è stato anche appurato l’interessamento di una cosca della ‘ndrangheta ai lavori del Tav.
Se partiamo dal presupposto che i principali problemi dell’Italia di oggi sono la corruzione e la criminalità organizzata, non vi è davvero contraddizione tra i movimenti partecipativi – che come quello No Tav vogliono impedire grandi opere inutili e dannose – e quelli più generali contro la ‘ndrangheta e le altre mafie.
Ciò detto, è quindi ora che lo Stato abbandoni ogni pretesa punitiva nei confronti di protagonisti del movimento No Tav, approfondendo invece il rapporto esistente tra l’obbrobrio del Tav e la criminalità organizzata e procedendo a identificare imprenditori e politici coinvolti. Nicoletta Dosio, donna esemplare, e i suoi compagni vanno liberati al più presto.
Riaffermiamo, come fanno i giuristi democratici, il sacrosanto diritto alla protesta, e chiediamo con forza “un radicale cambio di rotta nella gestione dei conflitti sociali e ambientali, quale è certamente quello relativo al progetto Tav, che dovrebbe tornare a essere materia di un serio, civile, realistico e produttivo confronto tra comunità e governi locali e centrali, anziché materia di giudizi penali e ostentazione di potere militare e di ordine pubblico”.
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Mondo
Terremoto in Tibet: scossa di magnitudo 6.8 uccide almeno 95 persone tra la Cina e il Nepal
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "La visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Militello Val di Catania non e' un evento solo per la nostra comunita', ma per tutta la Sicilia e per tutti quei comuni medio piccoli che costituiscono un patrimonio prezioso per l'Italia. Avviene il giorno dopo quella che nel calendario civile del Paese non e' solo la festa della Epifania, ma anche la tragica ricorrenza della barbara uccisione per mano della mafia di Piersanti Mattarella, figura straordinaria di una Sicilia che voleva cambiare. Lo accoglieremo con il bagaglio di attese, speranze, difficolta', paure che solo chi vive in quella cosiddetta Italia 'minore' puo' comprendere". Lo scrive Giovanni Burtone, deputato regionale e sindaco di Militello Val di Catania, in un intervento su 'La Sicilia', che oggi pomeriggio accoglie il presidente della Repubblica nel suo Comune. "Il suo discorso di fine anno - dice - è stato come al solito pieno di contenuti e rappresenta davvero quella bussola sulla quale calibrare la nostra rotta di amministratori locali. Le nostre comunita' soffrono il ridimensionamento dei servizi che riguardano la sanità, la scuola, i trasporti. Spesso vedono i propri figli partire per studiare, lavorare, affermarsi in luoghi lontani, ritornare nelle feste comandate e avere un cuore sanguinante perché le radici sono forti e fa male andare via. L'inverno demografico si sta trasformando in glaciazione e non e' solo con la monetizzazione che si può affrontare. Serve una visione, serve convogliare nuove energie per tornare a dare speranza a questi luoghi".
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella inaugurerà oggi pomeriggio il plesso scolastico dell’Istituto onnicomprensivo statale “Pietro Carrera” di Militello Val di Catania (Catania). Il taglio del nastro all’edificio comunale, che è stato di recente ristrutturato e adeguato alle norme antisismiche, sarà preceduto da un atto di omaggio agli Eroi della Resistenza e della Repubblica partigiana dell’Ossola, ai giardini pubblici comunali, e davanti all’area monumentale che ricorda anche il carabiniere Salvo D’Acquisto, i Caduti di tutte le guerre e le vittime del terrorismo. Il Capo dello Stato ha accolto l’invito del sindaco Giovanni Burtone, che è anche deputato regionale. Mattarella sarà poi ricevuto al Palazzetto dello sport per gli ultimi atti del cerimoniale, i saluti istituzionali e gli interventi. Prevista la presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione, Renato Schifani, del sindaco metropolitano, Enrico Trantino, che guiderà la folta “pattuglia” dei sindaci dell’area calatina e del Catanese tutto.
Gaza, 7 gen. (Adnkronos/Afp) - Il ministero della Salute della Striscia di Gaza controllata da Hamas ha dichiarato che nelle ultime 24 ore sono state uccise 31 persone nel territorio palestinese, portando il bilancio complessivo delle vittime dall'inizio della guerra a 45.885.
Il ministero ha inoltre affermato in una nota che almeno 109.196 persone sono rimaste ferite nella guerra tra Israele e Hamas, scatenata dall'attacco del gruppo palestinese del 7 ottobre 2023.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - È stato fermato dalla Polizia l’uomo che, nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio, avrebbe accoltellato un 14enne all’interno di un vagone della metro C Borghesiana. L'uomo è stato rintracciato nella serata di lunedì in via Casilina.
A riconoscerlo è stata la stessa vittima che, intorno alle 19.30, mentre si trovava in compagnia di un amico a bordo della metro C, ha notato l’aggressore che lo aveva accoltellato al polpaccio sinistro tre giorni prima. L’uomo indossava ancora gli stessi abiti, come poi ricostruito dai poliziotti dall’analisi delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza della metropolitana dove si era verificato l’episodio.
Dopo essersi reciprocamente riconosciuti, il presunto aggressore ha subito minacciato la vittima provando nuovamente ad aggredirla, per poi cercare di fuggire scendendo alla fermata presso la stazione Granito. Tuttavia i due amici, senza perderlo di visto, lo hanno seguito a distanza, mentre la vittima nel frattempo chiamava il padre riferendogli di aver riconosciuto l’uomo che lo aveva aggredito tre giorni prima. Il padre, in contatto con la Sala operativa della Questura, ha raggiunto il figlio per poi mettersi lui stesso all’inseguimento dell’aggressore fornendo istante per istante la posizione dell’uomo fino a quando quest’ultimo non è stato accerchiato, in via Caterina 20, dalle volanti e dalle autoradio del distretto Casilino.
Il 46enne, di origini rumene, in stato di alterazione alcolica, ha cercato di divincolarsi scalciando con violenza nei confronti degli operatori che, non senza difficoltà, lo hanno messo in sicurezza per poi portarlo presso gli uffici del distretto Casilino per gli approfondimenti necessari. Senza fissa dimora, l'uomo ha alle spalle numerosi precedenti per resistenza a pubblico ufficiale: è accusato di tentato omicidio. Nelle vicinanze del luogo in cui è stato intercettato, gli agenti hanno trovato a terra un coltello lungo circa 15 cm che è stato sequestrato.
Nuova Delhi, 7 gen. (Adnkronos/Afp) - Sono "profondamente rattristato" per il potente terremoto che ha colpito la regione himalayana del Tibet, a sud-ovest della Cina, che secondo un rapporto provvisorio ha provocato almeno 95 morti. Lo ha scritto il Dalai Lama in un comunicato. "Offro le mie preghiere a tutti coloro che hanno perso la vita e auguro una pronta guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti", ha aggiunto il leader politico e spirituale dei tibetani in esilio.
Roma, 7 gen (Adnkronos) - "Nell’anniversario del Tricolore, celebriamo con orgoglio il simbolo che da 228 anni accompagna la storia della nostra Nazione, unendo gli italiani nei momenti più importanti e ispirandoli nei traguardi comuni. La bandiera non è solo un emblema, ma il richiamo a quei valori di unità, libertà e solidarietà che hanno costruito la nostra identità e che ci guidano nel futuro". Lo scrive sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa.
Roma, 7 gen (Adnkronos) - "Nel 228esimo anniversario della proclamazione del Primo Tricolore d'Italia, ricordiamo e sottolineiamo i significati profondi della Bandiera italiana, voluta dai Costituenti quale emblema della Repubblica, e anche simbolo di pace, libertà e democrazia. È questo, oggi più che mai, un messaggio positivo al mondo, di cui il Tricolore è testimone universale, rappresentando, a livello internazionale, i principi fondamentali della nostra comunità". Lo dice il presidente della Camera Lorenzo Fontana.