“Serve una profonda revisione del Jobs act“. È quanto dichiara in un’intervista al Corriere della Sera il ministro della Salute Roberto Speranza, che annuncia anche che Leu chiederà di ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che prevedeva la reintegra automatica nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. “Chiederemo garanzie a partire dalla disciplina sui licenziamenti collettivi, su cui i giudici di Milano e Napoli hanno già rinviato alla Corte di Giustizia europea perché valuti se l’esclusione della reintegra nel posto di lavoro è compatibile con i principi di parità di trattamento e di non discriminazione. La richiesta segue di pochi giorni le indiscrezioni trapelate da ambienti Cinque Stelle e riportate dal Corriere, secondo cui una parte del Movimento sarebbe orientata a riproporre la reintroduzione dell’articolo 18. Norma abrogata dal Partito democratico, all’epoca guidato dall’avversario Matteo Renzi ora alleato di governo.

L’argomento non è stato affrontato a livello di coalizione, nemmeno nell’incontro di sabato tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Ma il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci ha replicato alle dichiarazioni di Speranza affermando che “il Jobs act non si tocca. Come tutte le leggi, a distanza di qualche anno, può essere giusto valutare gli effetti, ma l’impianto generale del provvedimento continua a funzionare. Il lavoro non si difende guardando al ripristino dell’articolo 18, ma spingendo sulla crescita“.

Secondo Speranza tuttavia al tavolo della verifica di governo bisognerà “trovare il coraggio di correggere radicalmente gli errori commessi sul mercato del lavoro. L’idea che comprimere i diritti dei lavoratori aiuti il Paese a crescere è sbagliata e dobbiamo dirlo, definitivamente”. Il ministro osserva che “se per il Pd il lavoro è al primo posto, concorderà che per far ripartire l’Italia servono più diritti, non meno“. Speranza aggiunge che “come leve per combattere le diseguaglianze chiederemo anche di investire su scuola e università e di ragionare di economia circolare ed energie rinnovabili. Sarà poi fondamentale continuare il lavoro importante che abbiamo avviato nel comparto salute”.

Anche il senatore di Leu Francesco Laforgia, favorevole a ripristinare l’articolo 18, lunedì ha accolto come “una bella notizia” le indiscrezioni sulla disponibilità del Movimento Cinque Stelle a rivedere le norme sul lavoro. Il parlamentare ha ricordato che c’è una sua “proposta di legge depositata al Senato, da tempo, sulla reintroduzione dell’art.18″ e chiede di discuterla “al più presto”. Laforgia ritiene necessario avviare “un dibattito, dentro e fuori dal Parlamento, che deve avere l’obiettivo di arrivare ad un nuovo statuto dei lavoratori. Salario minimo, tutele per vecchi e nuovi lavori e riduzione dell’orario di lavoro devono essere il cuore della rivoluzione dei prossimi anni in materia di lavoro. Nelle riunioni di maggioranza delle prossime settimane, che siano conclavi o concistori, si discuta di questo”.

La reazione degli alleati di governo di Italia Viva è dura. Il presidente dei senatori del partito Davide Faraone ha replicato così a Speranza: “Ma davvero pensiamo di creare nuovi posti di lavoro, vitali per la ripresa economica, con le battaglie ideologiche? Davvero ancora c’è chi ritiene sia meglio togliere il Jobs Act piuttosto che il decreto dignità, quota 100 o il reddito di cittadinanza che hanno letteralmente scardinato la nostra economia?”. Faraone continua affermando che “il triennio 2015-2017 con le riforme del governo Renzi , dal Jobs act a industria 4.0 fino al bonus 80 euro è stato il migliore per l’Italia. Cosa propone il ministro Speranza dunque? Ovviamente di abolire i provvedimenti di quel triennio e mantenere inalterato tutto il resto! L’Italia adesso ha solo bisogno di crescere a partire dallo sblocco di 120 miliardi di investimenti”, aggiunge il senatore.

Anche da Più Europa arriva una posizione netta contro le proposte di Leu: “Non ci stupisce, dopo Quota 100, reddito di cittadinanza, Ilva, Alitalia, proposta di nuova Iri e varie amenità, che il M5S proponga la reintroduzione dell’articolo 18”. Lo scrive su Facebook il segretario del partito, Benedetto Della Vedova. “I portavoce del M5S sono coerentemente quello che sono sempre stati: populisti per la decrescita. Il M5S è maggioranza della maggioranza, ma da solo non potrebbe governare: arriverà sull’articolo 18 un no forte e chiaro dalle altre forze o un ‘discutiamone’?”, conclude il segretario.

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