A cinque giorni dall’interrogatorio davanti al giudice di Roma i difensori di Pietro Genovese, il 20enne accusato dell’omicidio stradale di Gaia e Camilla, hanno presentato ricorso al tribunale del Riesame per chiedere l’attenuazione della misura cautelare. Genovese si trova agli arresti domiciliari dal 26 dicembre. L’udienza verrà fissata nei prossimi giorni. Durante l’interrogatorio ha ribadito di essere passato con il verde all’incrocio di Corso Francia e di non avere visto le ragazze che stavano attraversando la strada.Il 20enne era in auto con due amici e subito dopo l’impatto ha provato a soccorrere le vittime, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, ma per le due giovani non c’è stato nulla da fare, mentre il giovane, sotto shock, è stato portato in ospedale per accertamenti e analisi ed è risultato positivo ai test alcolemico tossicologici con un tasso di alcol tre volte superiore a quello consentito per guidare.
“Sono ripartito con il verde, il semaforo segnava verde, questo lo ricordo” ha fatto mettere a verbale Genovese, assistito dai difensori Franco Coppi e Gianluca Tognozzi. “Quella sera – ha sostanzialmente detto l’indagato – ero andato ad una festa a casa di un mio amico che rientrava a Roma dal progetto Erasmus. Abbiamo quindi deciso di tornare a casa e ho imboccato Corso Francia. In auto con me c’erano due miei amici. Ricordo che il semaforo era sul verde e ho ripreso la marcia, sono ripartito“.
La procura di Roma nominerà consulenti, a cui sarà affidato un mandato di sessanta giorni per completare le verifiche sulla dinamica dell’incidente. In primo luogo chi indaga punta ad accertare la velocità a cui procedeva il suv e il punto preciso dell’impatto con le due ragazze in modo da poter chiarire, definitivamente, se le due vittime fossero sulle strisce pedonali. In questo ambito i pm, che procedono per omicidio stradale plurimo, vogliono chiarire anche il funzionamento dei semafori così come sollecitato nei giorni scorsi dai legali dei familiari delle due vittime.