Almeno 56 persone sono morte e oltre 200 sono rimaste ferite nella calca durante la cerimonia di sepoltura del generale Qassem Soleimani a Kerman, la sua città natale in Iran. Lo riferiscono media locali e televisione di Stato iraniana. Le immagini pubblicate online mostrano persone che giacciono senza vita su una strada, altri che urlano e cercano di aiutarli. La sepoltura è stata nel frattempo rinviata.
Domenica al funerale a Teheran, al quale ha partecipato anche la guida suprema Ali Khamenei, sono state milioni (si stima fossero 7) le persone scese in strada per l’ultimo saluto al comandante delle forze Qods, assassinato venerdì dagli Stati Uniti con un raid vicino all’aeroporto di Baghdad. E i media iraniani parlano di milioni di persone in strada anche a Kerman, dove Soleimani sarà seppellito insieme al generale Hossein Pourjafari, anche lui ucciso nell’attacco con drone degli americani.
Protagonista delle operazioni più delicate degli ultimi due decenni in Medio Oriente, tutte le più importanti vittorie dell’Iran portano la firma di Soleimani, morto a 62 anni. In Iraq e Siria la sua azione è stata determinante e dopo l’11 settembre 2001 era considerato uno dei nemici giurati degli Usa e, a sua volta, Soleimani ha tentato in ogni modo di sconfiggere il “nemico” statunitense, in maniera ancora più determinata da quando alla Casa Bianca si è insediato Donald Trump. In patria era considerato una sorta di rockstar, aveva milioni di followers sui social e il The Times, proprio negli scorsi giorni, lo aveva inserito nella classifica dei 20 personaggi protagonisti del 2020.