In Libia si combatte per il controllo di Sirte. Le forze governative di Fayez al-Sarraj hanno lanciato una controffensiva per riprendere il controllo della città sulla costa a sud-est di Misurata, dopo che le forze del generale Khalifa Haftar ieri (lunedì) hanno annunciato di aver conquistato il territorio che al-Sarraj controllava dal 2016. Secondo fonti vicine al generale, le truppe puntano ora a ovest, proprio verso Misurata. A Bruxelles si è tenuto un vertice straordinario a cui ha partecipato Luigi Di Maio, insieme all’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri, Josep Borrell, e ai ministri degli Esteri dei Paesi parte del processo di Berlino: quindi Francia, Regno Unito e Germania. Proprio in Libia, oggi, i quattro avrebbero dovuto discutere la situazione sul terreno, ma il viaggio è stato annullato. In Libia devono “cessare tutte le interferenze“, ha detto il ministro degli Esteri a Bruxelles, prima di volare stasera proprio in Turchia, dove incontra il suo omologo Mevlut Cavusoglu.
In Libia “bisogna parlare con tutti e convincerli al cessate il fuoco“, ha aggiunto Di Maio al termine del vertice. “Tuteliamo i nostri interessi quando chiediamo all’Ue di essere protagonista“, ha proseguito, sottolineando “che il rischio per l’Europa sta anche nel pericolo di terrorismo oltre che per i fenomeni migratori. Il nostro lavoro da domani riguarda come l’Ue sarà coesa, l’Ue deve parlare con una sola voce”. “Sarà una settimana importante per il governo italiano e per l’Ue – ha concluso Di Maio – La riunione di oggi si doveva tenere in Libia ma l’importante è che si sia fatta. Le iniziative da domani dell’Unione europea vedranno un cambio di passo“.
Il vertice a 4 di Bruxelles: “Evitare azioni unilaterali”
“Abbiamo sottolineato la necessità di evitare azioni unilaterali come la firma di accordi che esacerbano il conflitto o azioni che creano un pretesto per l’interferenza esterna che sono contrari agli interessi del popolo libico e dell’Europa, come sottolineato dalla conclusioni del Consiglio Europeo del 12 dicembre 2019″. È quanto si legge in una nota congiunta dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell e dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito, in un riferimento tra l’altro gli accordi tra Tripoli e Ankara. “In Libia noi dobbiamo sicuramente parlare con tutti gli attori rilevanti del processo libico, con Sarraj e di sicuro con il maresciallo Haftar. Speriamo che forse nei prossimi giorni avremo modo di stabilire i contatti che fino ad ora non siamo riusciti ad avere”, ha detto l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell. “Continueremo a provare a restare in contatto con gli attori libici per esprimere loro questi punti rilevanti che abbiamo espresso oggi con i colleghi europei”. “L’Europa non usa la forza ma attività diplomatiche“, ha aggiunto. “La tregua e l’arresto dei conflitti sono le nostre priorità in Libia”, ha replicato il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin, in dichiarazioni diffuse dall’agenzia ufficiale turca Anadolu. “La comunità internazionale – ha aggiunto Kalin – neanche condanna più gli attacchi perpetrati da Haftar”.
La cena tra Di Maio e Borrell: “No soluzione militare”
Lunedì 6 febbraio il primo gruppo di soldati di élite turchi è sbarcato a Tripoli e le forze del generale Haftar hanno annunciato di aver preso il controllo di una città strategica come Sirte espellendo le milizie che sostengono il Governo di accordo nazionale di Sarraj. Ma è anche sfumata la missione europea, complici i problemi di sicurezza e l’evoluzione dello scenario mediorientale. “Fino all’ultimo abbiamo provato con la missione in Libia, ma dopo l’attacco all’Accademia militare, che abbiamo condannato con forza, sono ovviamente venute a mancare le condizioni di sicurezza“, ha spiegato lo stesso Di Maio su Facebook. “Continuiamo tutti a ritenere che non esista alcuna soluzione militare e ne discuteremo oggi in sede europea”, ha sottolinea il leader del M5s. Che lunedì sera a Roma ha incontrato Borrell. Al centro del colloquio i vari dossier, tra cui l’Iran ma sopratutto la crisi libica, sulla quale i due hanno ribadito nettamente che non esiste soluzione militare.
La battaglia per il controllo di Sirte
Sul campo invece, come riporta in un tweet The Libya Observer, “le forze dell’operazione al Bunyan al Marsous, che hanno sconfitto l’Isis a Sirte, mobilitano i propri uomini e mezzi per lanciare un contrattacco a Sirte per respingere i gruppi armati di Haftar che hanno preso il controllo della maggior parte della città”. Secondo Lev Dengov, capo del gruppo di contatto russo in Libia, “al momento Sirte è di nuovo sotto il controllo delle forze di al-Sarraj“. “Le forze di Tripoli hanno arrestato dozzine di prigionieri di guerra, sequestrato 20 mezzi e ucciso 50 persone tra i soldati dell’esercito di Haftar”. Tuttavia le ostilità continuano ed è possibile che la situazione “possa cambiare”, ha precisato Dengov all’agenzia Interfax. Fonti militari delle Forze del generale Khalifa Haftar, accreditate da Al Arabiya, hanno segnalato che le milizie dell’uomo forte della Cirenaica stanno avanzando ad ovest di Sirte puntando verso Misurata, la più potente città libica schierata con il premier Fayez al Sarraj insediato a Tripoli. “Le unità militari avanzano al di là della città di Sirte e impongono il proprio controllo su nuove posizioni a ovest della città”, scrive la pagina Facebook ‘Divisione informazione di guerra’ delle forze di Haftar.