Collaudi bocciati e nulla osta che tardano ad arrivare. Mentre sulla linea A della metropolitana di Roma tornano ad essere tre le stazioni chiuse, superati ormai i 12 mesi dall’incidente sulla scala mobile della fermata Repubblica, con 24 cittadini russi feriti. Dietro i disservizi del metrò capitolino emerge un braccio di ferro burocratico fra l’Atac, la società capitolina del Tpl, e l’Ustif (Ufficio speciale trasporti impianti fissi) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dal 30 dicembre, le tre fermate interdette al pubblico sono la centralissima Barberini e le due stazioni strategiche del quartiere Aurelio, ovvero Baldo degli Ubaldi e, ultima, Cornelia.
Il collaudo bocciato a Barberini – Barberini, posizionata sotto l’omonima piazza da cui nascono via Veneto, via del Tritone e via Quattro Fontane, sconta il sequestro da parte della magistratura avvenuto il 23 marzo 2019, sull’onda di quanto accaduto cinque mesi prima a Repubblica. La decisione dei pm ha rappresentato il prologo all’inchiesta scaturita nelle quattro misure di custodia cautelare emesse nei confronti di tre dipendenti Atac (13 indagati in tutto) lo scorso 12 settembre. I vertici della municipalizzata speravano di poter arrivare alla riapertura prima di Natale, ma a quanto conferma la stessa Atac in una nota, una delle quattro scale mobili “non ha superato con esito positivo prove e verifiche” e dunque “sono in corso, a cura di Otis (nuova appaltatrice dopo l’esclusione della Metro Roma Scarl, ndr), le attività tecniche al termine delle quali il collaudo sarà ripetuto”. Quest’ultimo impianto era in scadenza di revisione generale. Fonti del Mit spiegano che “nel momento in cui Atac eseguirà l’intervento di ripristino sulla seconda scala mobile, l’Ustif potrà ripetere le prove di collaudo”. Difficile pronosticare, dunque, una data per la riapertura.
Baldo degli Ubaldi non riapre. Dirigente Atac: “Indicazioni Ustif tardive” – Ma in questi giorni i romani si trovano ad avere a che fare con un altro disservizio di non poco conto. Atac sta svolgendo la revisione ventennale a due stazioni del quadrante ovest della città, Baldo degli Ubaldi e Cornelia, che servono una zona piuttosto popolosa pochi chilometri alle spalle del Vaticano. “Non abbiamo mai fatto i controlli qui”, diceva uno dei responsabili tecnici indagati. I vertici della municipalizzata speravano di attuare una sorta di staffetta, ma così non è andata. Il 23 dicembre scorso, ottenuto il collaudo positivo per i nuovi impianti di traslazione, l’Ustif ha però riscontrato l’assenza di un dispositivo antincendio entrato in vigore solo successivamente all’ultima revisione e, dunque, non ha concesso il nulla osta per la riapertura. Il risultato è che, non essendo più prorogabile la chiusura di Cornelia, a Roma ovest per quasi 4 km la metropolitana non ferma mai. E la cosa sta creando molti problemi agli utenti, nonostante le navette sostitutive messe a disposizione da Atac. “Avrebbero potuto e dovuto avvertirci prima – si sfoga a Ilfattoquotidiano.it un importante dirigente della società capitolina – e invece negli ultimi mesi alcune cose sono cambiate. Il sistema segnalato a Baldo degli Ubaldi non è obbligatorio per legge, avremmo potuto implementarlo in corso d’opera. Così invece dobbiamo stare ai loro tempi, che sono lunghissimi”.
A San Giovanni c’è il collaudo, non il nulla osta – La situazione è critica. Su tutta la rete della metropolitana ci sono decine di scale mobili ferme. Ormai, sul suo sito ufficiale Atac segnala le stazioni dove sono fruibili solo le scale tradizionali, ovvero Flaminio (alle spalle di piazza del Popolo), Cipro e Battistini, anche queste ultime nel quadrante ovest. Ma ce ne sono diverse anche in altre stazioni. Come Furio Camillo o come San Giovanni, fermata strategica oltre che per il turismo, anche per l’intersezione con la linea C. “Il collaudo è fatto e ha dato esito positivo ormai 4 mesi fa – afferma lo stesso dirigente Atac – ma l’Ustif non ci ha fatto ancora arrivare il collaudo”. Restano i ritardi della società capitolina sulla programmazione della revisione ventennale e il fallimento del bando vinto da Metro Roma Scarl con il 49,7% di ribasso, poi revocato dopo i fatti di Repubblica. “Atac porti i documenti in commissione trasparenza”, attacca la consigliera di centrosinistra, Svetlana Celli.