Il pubblico ministero di Tokyo ha emesso un mandato di arresto per la moglie di Carlos Ghosn, Carole. La 53enne, che ha la cittadinanza libanese, si è a lungo battuta per la liberazione del marito, criticando duramente il sistema giudiziario giapponese. Carole Ghosn, precisa l’agenzia Kyodo, è accusata in particolare di falsa testimonianza davanti a una corte nipponica durante un’udienza nell’aprile scorso. Suo marito, ex numero uno di Renault-Nissan, è fuggito in Libano con un jet privato, riunendosi con la moglie a Beirut lo scorso lunedì. È destinatario di un mandato d’arresto dell’Interpol, emesso il 2 gennaio.
Da parte sua, l’ex top manager ha fatto sapere tramite uno dei suoi avvocati che terrà una conferenza stampa il prossimo 8 gennaio a Beirut per raccontare la sua versione dei fatti che lo hanno portato all’arresto per frode fiscale, malversazione e abuso di fiducia aggravata nel novembre del 2018 a Tokyo, dove ha trascorso 130 giorni in carcere prima di essere rilasciato su cauzione.
All’ex tycoon 65enne era stato vietato di vedere la propria consorte nel periodo di detenzione, e aveva un accesso limitato alle conversazioni tramite videoconferenza durante la libertà su cauzione. Al suo arrivo in Libano, la scorsa settimana, Ghosn ha escluso che la moglie avesse orchestrato il piano di fuga, insistendo che il progetto era stato ideato da lui personalmente.
Carole – che mantiene anche la cittadinanza statunitense – aveva lasciato il Giappone lo scorso aprile, dopo il quarto mandato di arresto a carico di Ghosn, ma aveva continuato la campagna di sensibilizzazione in diversi paesi, chiedendo un equo processo e la liberazione del marito.