Oltre 10mila cammelli saranno uccisi da tiratori scelti a bordo di elicotteri perché non bevono troppa acqua potabile, rischiando di consumare tutte le riserve dell’Australia del sud devastata dalla siccità e dagli incendi che stanno distruggendo milioni di ettari di foreste. L’abbattimento inizia oggi, mercoledì 8 gennaio, e dovrebbe durare cinque giorni: il provvedimento è stato disposto dagli aborigeni della zona di Anangu Pitjantjatjara Yankunytjatjara (APY), Marita Baker, dopo le proteste degli abitanti della zona, esasperati dal fatto che questi animali stanno facendo danni alla ricerca di qualsiasi fonte d’acqua disponibile, compresi i serbatoi dei condizionatori e i rubinetti nelle case. “Siamo bloccati in condizioni di caldo estremo, non stiamo bene, perché i cammelli vengono qui, buttano giù le recinzioni e cercano di prenderci l’acqua“, ha spiegato Baker al quotidiano The Australian.
Non solo, la popolazione lamenta anche il fatto che i cadaveri in putrefazione degli animali che per sete, fame o malattie muoiono “hanno contaminato importanti fonti d’acqua”, come ha spiegato un portavoce del Dipartimento per Ambiente e Acqua dell’Australia Meridionale ai media locali, avvalorando il piano di abbattimento di cammelli e dromedari. Senza questa misura, spiegano gli esperti, la loro popolazione attuale raddoppierebbe nel giro di 8-10 anni. Inoltre questi esemplari contribuirebbero con le loro flatulenze al riscaldamento globale, a causa delle loro elevate emissioni di gas serra, equivalente a una tonnellata di anidride carbonica all’anno.
La Somalia ha chiesto alla popolazione australiana di risparmiare i cammelli: il presidente della “Somaliland Camel Herders Association”, Mustafe Cali Deeq, vorrebbe che gli animali tornassero da dove originariamente provengono, “ricollocandoli” in Africa. Per i somali infatti sono animali molto preziosi, veri e propri status symbol.