Mondo

Iran, risposta agli Usa: missili su basi in Iraq. Putin ed Erdogan: ‘Da Trump azioni illecite’. Conte: ‘Tuteliamo militari italiani’

Nella notte tra il 7 e l'8 gennaio l'operazione 'Soleimani Martire'. La tv iraniana ha parlato di 80 vittime ma non ci sono conferme. Salvi i militari italiani, rifugiati nei bunker a Erbil. Il ministro della Difesa Guerini: "La loro sicurezza è la priorità assoluta". Di Maio: "Condanniamo l'attacco, è la storia che si ripete". Il suo omologo Zarif: "E' legittima difesa, non vogliamo escalation né guerra". 24 ore dopo due missili esplodono nella Green Zone, nessuna vittima

L’Iran ha avviato la propria rappresaglia contro gli Usa per l’uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa. Alle 1:20 della notte tra martedì e mercoledì (intorno alla mezzanotte italiana) è partito un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano e che si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil. L’operazione è stata battezzata ‘Soleimani Martire‘ ma, secondo diverse fonti Usa citate dalla Cnn, Teheran ha appositamente evitato di fare vittime e ha mandato un primo colpo ‘a vuoto‘. Il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha fatto esplicito riferimento all’articolo 51 della Carta Onu e parla di “legittima difesa”.

24 ore dopo l’attacco, due razzi sono caduti sulla Green Zone di Baghdad. Lì hanno sede diverse ambasciate tra cui quella americana. In giornata i presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, hanno condannato l’operato degli Stati Uniti, definendo le operazioni militari “illecite e molto rischiose“. Nel pomeriggio, il presidente Usa Donald Trump ha parlato alla nazione, sottolineando la bontà dell’uccisione di Soleimani, annunciando nuove sanzioni all’Iran e prospettando un “nuovo accordo che faccia prosperare l’Iran”. Toni meno incendiari del solito, quindi, che come sottolineato dagli analisti statunitensi sembrano preannunciare un ammorbidimento della strategia militare.

Tornando alla rappresaglia iraniana contro gli Usa, il personale del contingente militare italiano ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza e gli uomini si sono rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi. “La loro sicurezza è la priorità assoluta”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sottolineando che “in questo momento è indispensabile agire con moderazione e prudenza“. Parole simili a quelle pronunciate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “In queste ore di tensione esprimo la mia sentita vicinanza a tutti i nostri soldati che svolgono con dedizione e professionalità la loro missione in Iraq e non solo. Faremo di tutto per tutelarli e per trovare soluzioni che impediscano una pericolosa spirale di conflittualità”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Condanniamo l’attacco da parte di Teheran. Purtroppo è la storia che si ripete, invitiamo le parti alla responsabilità”.

Khamenei: “Schiaffo agli Usa, ma non è ancora abbastanza”
Il Pentagono, in una nota, ha affermato che dopo aver messo al corrente dei fatti il presidente americano Donald Trump sta ancora valutando le conseguenze dell’offensiva. Nel frattempo Trump twittava: “Tutto va bene!“. A Washington si è riunito il consiglio per la sicurezza nazionale alla presenza del segretario di Stato Mike Pompeo e del numero uno del Pentagono, Mark Esper. Intanto ha parlato la Guida suprema iraniana, l’ayataollah Ali Khamenei: “Attacco riuscito”, ha annunciato in un discorso trasmesso in diretta tv. L’Iran “ha dato uno schiaffo agli Stati Uniti, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Usa dovrebbe finire”. “Coloro che pensano che se facciamo un passo indietro i nostri problemi saranno risolti commettono un errore. Credono che non dovremmo far arrabbiare gli Stati Uniti, ma invece dovremmo lasciarli arrabbiare“, ha aggiunto la Guida Suprema.

Zarif: “Misura di legittima difesa. Non vogliamo la guerra”
“Noi non vogliamo l’escalation verso la guerra, ma ci difenderemo contro l’aggressione”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha definito l‘attacco missilistico contro le basi Usa in Iraq una “misura proporzionata di auto difesa”. “La Repubblica islamica ha preso di mira una base degli Stati Uniti da cui avevano colpito il comandante Soleimani e che avevano usato in passato per attacchi contro le forze della Resistenza. Perciò è stato un obiettivo legittimo secondo il diritto internazionale”, ha aggiunto Zarif parlando ai media. L’Iran minaccia “azioni ancor più devastanti” se gli Usa dovessero decidere di rispondere. “Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio – avvertono le Guardie Rivoluzionarie – Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran”. “La risposta iraniana a qualsiasi cattiveria commessa dagli Stati Uniti sarà ancora più forte e più violenta”, ha ribadito il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, il generale Mohammad Hossein Baqeri.

Milizie sciite irachene: “Nostra risposta agli Usa non sarà meno importante di quella iraniana”
Una “risposta” che “non sarà meno importante di quella iraniana”. È la minaccia rivolta agli Stati Uniti dal comandante della milizia filo-iraniana in Iraq Asaib Ahl al-Haq. In un tweet, Qais al-Khazali dice che “è arrivato il momento della prima risposta irachena all’assassinio” del comandante iracheno Abu Mahdi al-Mohandes, ucciso insieme a Soleimani la scorsa settimana in Iraq. “È una promessa”, incalza.

CRONACA ORA PER ORA (aggiornata fino alle 22)

22 – Due razzi sulla Green Zone di Baghdad, nessuna vittima
Due razzi sono caduti sulla Green Zone di Baghdad, dove hanno sede diverse ambasciate tra cui quella americana. Lo rendono noto fonti della sicurezza. L’attacco è avvenuto quasi 24 ore dopo che Teheran ha lanciato missili nelle basi irachene che ospitano forze di coalizione americane, in risposta all’uccisione da parte degli Stati Uniti di Qasem Soleimani. Sono razzi Katyusha quelli caduti nella Zona Verde a Baghdad e, secondo quanto riferito dal Washington Post che cita le forze di sicurezza irachene, non ci sarebbero vittime. Secondo alcune fonti sarebbero tre i razzi che hanno colpito la capitale irachena.

21 – Colloquio Conte-Mattarella al telefono
“Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi il Presidente Conte ha commentato insieme ad Haftar gli aspetti salienti del comunicato congiunto emesso al termine dell’incontro fra i Presidenti Putin e Erdogan, ove si invitano le parti al raggiungimento di un rapido cessate-il-fuoco”. Lo rende noto Palazzo Chigi.

20 – Colloquio Trump-Johnson
Il presidente Usa Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con il premier britannico Boris Johnson. Lo rende noto la Casa Bianca, riferendo che i due leader hanno discusso dell’attuale situazione in Medio Oriente e hanno concordato di proseguire lo stretto coordinamento a sostegno degli interessi condivisi di sicurezza nazionale.

19 – Onu: “Bene discorso Trump, si allontana da escalation”
Le Nazioni Unite accolgono con favore il discorso con il quale il presidente Donald Trump si è “allontanato dall’escalation” con l’Iran. “Salutiamo con favore ogni indicazione che i leader si allontanino da un confronto di ampie dimensioni e facciano qualsiasi cosa per avitare ogni ulteriore escalation”, ha detto la portavoce Onu Stephane Dujarric parlando con i giornalisti.

18 – Petrolio, corsa al ribasso a New York
La corsa al ribasso del petrolio a New York non accenna a fermarsi. Le quotazioni perdono il 4,5% e scendono sotto i 60 dollari al barile, bruciando tutti i guadagni accumulati con le tensioni fra Stati Uniti e Iran. Tensione stemperate dalle parole di Donald Trump alla nazione.(

17.44 – Trump: “Noi pronti ad abbracciare la pace”
“Gli Usa sono pronti ad abbracciare la pace con l’Iran” ha aggiunto il presidente Usa rivolgendosi “al popolo e ai leader iraniani” a conclusione del suo intervento dalla Casa Bianca, dove ha anche sollecitato l’Europa, la Cina, la Russia ed altri Paesi ad uscire dall’accordo sul nucleare iraniano.

17.42 – Trump: “Iran sembra indietreggiare dopo attacchi”
“La Nato deve essere più coinvolta in Medio Oriente”, ha detto ancora Trump, che poi ha sottolineato come “l’Iran sembra indietreggiare” dopo gli attacchi alle basi Usa in Iraq.

17.35 – Trump: “Soleimani era il maggior terrorista al mondo. Ora accordo per far prosperare l’Iran”
Nel corso del suo discorso alla nazione, Trump ha rivendicato la bontà dell’azione militare, sottolineando che il generale iraniano Qassem Soleimani era il “maggiore terrorista mondiale”, con “le mani sporche del sangue dei soldati americani e iracheni”. Il presidente ha poi spiegato che “tutte le opzioni restano sul tavolo per contrastare la minaccia dell’Iran, che deve abbandonare le sue ambizioni nucleari e finire di sostenere il terrorismo”. Poi i toni sono diventati più distensivi: “Dobbiamo raggiungere un accordo che permetta all’Iran di crescere e prosperare”.

17,31 – Trump: “Finché ci sarò io l’Iran non avrà la bomba nucleare. Nuove sanzioni contro Teheran”
“Finché sarò presidente l’Iran non avrà mai l’arma nucleare”: lo ha detto Donald Trump parlando alla nazione americana dopo l’attacco dell’Iran alle sue basi in Iraq. Dietro di lui tutto lo stato maggiore della sua amministrazione, dal vicepresidente Mike Pence, al segretario di stato Mike Pompeo al capo del Pentagono Mark Esper. Il tycoon ha poi sottolineato che “nessun americano è rimasto ferito, solo piccoli danni ma i nostri soldati sono rimasti incolumi”. Successivamente l’annuncio: gli Usa imporranno nuove sanzioni all’Iran.

16.37 – Putin ed Erdogan: “Da Usa azioni illecite e rischiose”
I presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, a Istanbul hanno discusso della situazione nell’area del Golfo “alla luce delle azioni illecite e molto rischiose condotte in Iraq dagli Usa contro i cittadini iraniani, compreso il comandante delle forze speciali Quds Soleimani”: lo riferisce il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, ripreso dalle agenzie.

15.07 – Rohani: “Non ci ritiriamo di fronte all’America”
“È stato chiaramente dimostrato che non ci stiamo ritirando di fronte all’America”, ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani al consiglio dei ministri dopo l’attacco missilistico contro due basi irachene che ospitano truppe americane seguito all’uccisione da parte americana del generale Soleimani. “Se gli americani sono saggi, non intraprenderanno alcuna altra azione in questo frangente”.

14.53 – Erdogan: “Cerchiamo di far calare tensione”
Tra Iran e Stati Uniti “cerchiamo di far calare la tensione attraverso tutte le vie diplomatiche”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando alla cerimonia di inaugurazione del gasdotto TrukStream a Istanbul insieme all’omologo russo Vladimir Putin.

14.45 – Team di sicurezza nazionale di Trump alla Casa Bianca
I membri del team di sicurezza nazionale del presidente Trump sono arrivati poco fa alla Casa Bianca. Lo riferisce la Cnn, registrando la presenza del capo di stato maggiore Mark Milley, del consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien e del Vice Presidente Mike Pence. Il presidente Trump ha detto che farà una dichiarazione, ma non è stato precisato a che ora.

13.41 – Conte: Tuteleremo i nostri soldati”
“In queste ore di tensione esprimo la mia sentita vicinanza a tutti i nostri soldati che svolgono con dedizione e professionalità la loro missione in Iraq e non solo. Faremo di tutto per tutelarli e per trovare soluzioni che impediscano una pericolosa spirale di conflittualità”, ha dichiarato il presidente del Consiglio.

13.19 – Stoltenberg (Nato): “Condanniamo gli attacchi”
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, “condanna gli attacchi missilistici iraniani contro le forze della coalizione e degli Usa in Iraq”. In un tweet afferma che “la Nato invita l’Iran ad astenersi da ulteriori violenze. Gli alleati continuano a consultarsi e rimangono impegnati nella nostra missione di addestramento in Iraq”.

12.46 – Rohani: “Soleimani ha difeso Europa dall’Isis”
“Il generale Soleimani ha combattuto eroicamente contro l’Isis, al Nusra, Al Qaeda e altri. Se non fosse stato per la sua guerra al terrorismo, le capitali europee sarebbero ora in grande pericolo”. Lo ha scritto su Twitter il presidente iraniano Hassan Rohani. “La nostra risposta finale alla sua uccisione consisterà nel cacciare tutte le forze Usa dalla regione”, ha aggiunto.

12.20 – Ministro della Difesa Kuwait: “Anche noi abbiamo ricevuto una lettera di ritiro dagli Usa”
Il ministro kuwaitiano della Difesa, Ahmed Mansoor Al-Ahmad Al-Sabah, ha annunciato di un aver ricevuto una lettera ufficiale del comandante in capo di Camp Arifjan in Kuwait nella quale si annuncia il ritiro in tre giorni di tutte le forze militari americane. Successivamente, l’agenzia di stampa ufficiale del Kuwait Kuna che ha riportato la notizia l’ha poi smentita, spiegando che il suo “account Twitter è stato hackerato”.

12.17 – Pasdaran: “Colpiremo alleati Usa da cui partono attacchi”
I Guardiani della rivoluzione iraniani hanno messo in guardia gli alleati degli Usa, tramite una nota diffusa dall’agenzia di stato Irna. “Mettiamo in guardia tutti gli alleati americani, che hanno dato le loro basi al loro esercito terrorista, che ogni territorio che sia punto di partenza dei loro atti d’aggressione contro l’Iran sarà preso di mira”, hanno affermato i Pasdaran, minacciando anche Israele.

11.52 – Borrell: “Accordo sul nucleare più importante che mai”
Nel collegio dei commissari stamani a Bruxelles si è discusso della “situazione del Jcpoa (l’accordo con l’Iran sull’uso dell’energia nucleare, ndr), che è più importante che mai, perché è il solo luogo in cui possiamo sederci con russi e cinesi per parlare su base multilaterale, nonché uno degli strumenti più importanti per la non proliferazione e per la sicurezza regionale”. Lo dice l’Alto Rappresentante Ue per gli Affari Esteri Josep Borrell, al termine della riunione.

11.37 – Guerini: “Servono moderazione e prudenza”
“In questo momento è indispensabile agire con moderazione e prudenza”. Lo ha sottolineato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in un colloquio telefonico con il collega iracheno Al Shammari per ricevere le sue valutazioni dopo gli attacchi della scorsa notte. “Ogni possibile soluzione – ha aggiunto Guerini – sarà affrontata insieme alla coalizione, con un approccio flessibile, anche per non vanificare gli sforzi fino ad oggi profusi”.

11.32 – Guerini: “Sicurezza dei nostri militari è priorità”
“La sicurezza dei nostri militari è la priorità assoluta, a loro va la più stretta vicinanza, da parte mia e di tutte le Istituzioni”. Lo dice il ministro della Difesa Lorenzo Guerini sottolineando che fin dall’inizio dell’attacco iraniano alle basi statunitensi in Iraq la Difesa sta seguendo “la situazione e le evoluzioni con la massima attenzione”. Guerini nel corso della notte ha sentito il comandante del contingente italiano, il generale Fortezza che lo ha rassicurato sulle condizioni dei nostri militari.

11.27 – Iran ha informato Baghdad prima dell’attacco
L’Iraq ha annunciato che l’Iran lo aveva informato di un attacco imminente contro gli americani sul suo territorio.

11.24 – Di Maio: “Vicinanza ai nostri militari”
“In queste ore difficili esprimo a nome del governo anche tutta la mia vicinanza ai nostri militari e li ringrazio”. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

11.20 – Di Maio: “Condanniamo l’attacco da parte di Teheran”
“Seguiamo con particolare preoccupazione gli ultimi sviluppi e condanniamo l’attacco da parte di Teheran. Si tratta di un atto grave che accresce la tensione in un contesto già critico e molto delicato”. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Purtroppo è la storia che si ripete – ha proseguito il titolare della Farnesina nel suo post – Invitiamo entrambe le parti alla moderazione e alla responsabilità. Si apprenda dagli errori del passato e si torni al dialogo”.

11.09 – Netanyahu: “Se ci attaccano, risposta ancora più dura”
“Chiunque dovesse attaccarci riceverebbe una risposta ancora più dura”. Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo che nella notte missili iraniani hanno colpito basi utilizzate dai militari americani in Iraq. “Manteniamo forza e determinazione”, ha aggiunto Netanyahu in un discorso a Gerusalemme ripreso dai media locali. “L’America non ha amico migliore di Israele – ha detto ancora – E Israele non ha amico migliore degli Stati Uniti”.

10.58 – Pasdaran ribadiscono: “80 militari Usa morti. Danni a droni ed elicotteri”
Ottanta morti tra i militari americani. Sarebbe questo, secondo i Guardiani della Rivoluzione iraniana (i Pasdaran), il bilancio dell’attacco missilistico compiuto contro le basi militari Usa in Iraq. “Sono stati identificati almeno 140 obiettivi statunitensi e dei loro alleati nella regione. E se gli americani commetteranno un altro errore, queste posizioni saranno attaccate”, ha detto un alto responsabile. La fonte ha quindi aggiunto che l’attacco contro le basi di Ain al-Assad e di Erbil ha provocato gravi danni ai droni e agli elicotteri degli Stati Uniti.

10.47 – Difesa Iran: “Prossime risposte proporzionate”
L’Iran ha compiuto la sua “dura vendetta e le prossime risposte saranno proporzionate a quello che faranno” gli Usa. Lo ha detto il ministro della Difesa iraniano Amir Hatami parlando con i media a Teheran. “Trump ha trasformato l’amministrazione Usa in un governo terroristico”, ha accusato Hatami, confermando che l’obiettivo finale di Teheran resta “l’espulsione” delle truppe americane dalla regione.

10.17 – Rohani: “Taglieremo le gambe agli Usa”
Se gli Stati Uniti hanno “tagliano la mano” al generale Soleimani, l’Iran risponderà tagliando loro “le gambe”. Lo ha dichiarato il presidente iraniano Hassan Rohani.

10.03 – Berlino condanna l’attacco alle basi Usa
“Posso dire a nome del governo tedesco che condanniamo più fermamente possibile l’aggressione” iraniana alle basi Usa in Iraq: lo ha detto la ministra della Difesa tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer in un’intervista stamattina all’emittente pubblica Ard.

10.01 – Borrell: “A rischio gli sforzi e il lavoro della coalizione anti-Daesh”
“I recenti sviluppi della situazione in Iran, Iraq e in tutta la regione sono estremamente preoccupanti. Una cosa è chiara: l’attuale situazione mette a rischio gli sforzi del passato e ha anche implicazione per l’importante lavoro della coalizione anti-Daesh”. Così l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, a margine della riunione del Collegio dei commissari che ha discusso delle crisi in Iran, Iraq e Libia. “Non c’è alcun interesse ad aumentare questa spirale di violenza”.

09.51 – Zarif: “Legittima difesa contro attacco terroristico”
L’attacco dell’Iran alle basi Usa in Iraq è stato condotto per “legittima difesa” contro un “attacco terroristico”. Lo ha detto ai media a Teheran il ministro degli Eteri iraniano Mohammad Javad Zarif. “Non ho dati precisi sul numero” delle vittime dell’attacco, “li fornirà l’esercito. Ciò che è certo è che la Repubblica islamica ha preso di mira una base degli Stati Uniti da cui avevano colpito il comandante Soleimani e che avevano usato in passato per attacchi contro le forze della Resistenza. Perciò è stato un obiettivo legittimo secondo il diritto internazionale”, ha aggiunto Zarif.

09.47 – Von der Leyen: “Fermare uso delle armi”
“L’uso delle armi deve essere fermato ora per lasciare spazio al dialogo”. Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a margine della riunione del Collegio dei commissari che ha discusso delle crisi in Iraq, Iran e Libia.

09.34 – Nessun militare francese colpito
Nessuno dei militari francesi dispiegati in Iraq nell’ambito dell’operazione Chammal è rimasto coinvolto negli attacchi missilistici. Lo ha reso noto un comunicato del ministero della Difesa parigino.

09.22 – Cina: “Usa e Iran mostrino moderazione”
La Cina esprime preoccupazione per gli ultimi sviluppi della crisi in Medio Oriente tra Usa e Iran, invitando le parti a mostrare misura e moderazione. “Usa e Iran devono risolvere i loro conflitti”, ha affermato in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang.

09.17 – Khamenei: “Non faremo un passo indietro”
“Coloro che pensano che se facciamo un passo indietro i nostri problemi saranno risolti commettono un errore. Credono che non dovremmo far arrabbiare gli Stati Uniti, ma invece dovremmo lasciarli arrabbiare”. Lo ha detto, nel suo discorso in tv, la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei.

09.14 – Khamenei: “La rivoluzione è viva”
Il “martirio” di Qassam Suleimani “mostra che la rivoluzione è viva”. Lo ha detto la Guida suprema iraniana, l’ayataollah Ali Khamenei, di fronte alla folla che scandiva lo slogan “morte all’America”. “Il generale Soleimani era un uomo che usava la logica nella sua azione ed era prudente non sul campo di battaglia ma nell’area della politica”, ha continuato.

09.09 – Capo Forze armate iraniane: “Mostrata minima parte delle nostre capacità”
L’attacco missilistico ha mostrato solo “una minima parte delle capacità delle forze armate” dell’Iran. Lo ha dichiarato il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, il generale Mohammad Hossein Baqeri. “La risposta iraniana a qualsiasi cattiveria commessa dagli Stati Uniti sarà ancora più forte e più violenta”, ha proseguito.

08.58 – Khamenei: “Schiaffo agli Usa, ma non è ancora abbastanza”
L’Iran “ha dato uno schiaffo agli Stati Uniti con l’attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Stati Uniti dovrebbe finire”. Lo ha detto il leader supremo iraniano, Ali Khamenei, in un messaggio in tv

08.47 – Khamenei: “La presenza degli americani nella regione deve finire”
“Gli americani diffondono distruzione e corruzione nella regione e per questo motivo la loro presenza deve finire”, ha aggiunto Khamenei.

08.43 – Khamenei: “Attacco riuscito”
È “riuscito l’attacco” sferrato dai Guardiani della Rivoluzione iraniana (Pasdaran) contro le basi militari americane in Iraq. Lo ha affermato la Guida suprema iraniana, l’ayataollah Ali Khamenei, nel discorso di commemorazione della protesta del 1978 di Qom trasmesso in diretta.

08.30 – Soleimani seppellito a Kerman
Il generale iraniano Hossein Soleimani è stato seppellito questa mattina nella sua città natale di Kerman. Lo ha annunciato l’agenzia iraniana Irna. La sepoltura, prevista per ieri, era stata rinviata per le 56 morti e oltre 200 feriti causati dalla calca durante la cerimonia funebre.

08.22 – I militari italiani “al sicuro”
I militari italiani in Iraq, a Baghdad e a Erbil, “sono tutti al sicuro”. Il personale militare ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza e gli uomini si sono rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi.

08.17 – Zarif: “Non vogliamo escalation”
L’Iran “non vuole una escalation ma ci difenderemo contro ogni aggressione”. Lo afferma il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, dopo l’attacco alle due basi in Iraq che ospitano truppe americane.

08.00 – Terremoto di magnitudo 4.5 in Iran
Il sisma ha colpito oggi una zona dell’Iran vicina ad un impianto nucleare. L’Istituto geofisico americano (Usgs) indica che l’epicentro del sisma è stato localizzato a 17 km a sudest di Borazjan, ad una profondità di 10 km. Per il momento non ci sono notizie di danni o vittime.

06.25 – La televisione di Stato iraniana cita fonti ben informate della Guardia Rivoluzionaria secondo le quali circa 80 persone sono state uccise ed altre 200 sono rimaste ferite.

04.37 – Un Boeing 737 della Ukraine Airlines è precipitato dopo il decollo all’aeroporto di Teheran. “Guasto tecnico”

3.51 – Trump twitta: “Va tutto bene”
“Va tutto bene! Missili lanciati dall’Iran a due basi militari in Iraq. Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore. Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Rilascerò una dichiarazione in mattinata”. Lo twitta Donald Trump.

01-29 – L’Iran ha dato il via ad un secondo round di attacchi contro le basi militari americane dopo aver lanciato decine di missili sulla base militare statunitense di Al-Asad, la più grande in Iraq.

00.28 – L’Iran ha iniziato l’attacco contro una base in Iraq che ospita le truppe americane