Sondaggi, Lega in calo: -2% in due mesi. Tra i leader Meloni scavalca Salvini. Fiducia nel governo in calo e per 6 su 10 il M5s si scinderà
I dati di Ixè per Cartabianca. Il Carroccio scende al 29,5% pur restando primo partito. E quello che perde è recuperato dagli alleati: Fdi vicino all'11. Indecisi e potenziali astenuti diminuiscono lievemente ma sono ancora la maggioranza relativa: 35,5% dell'elettorato. In termini di fiducia Conte (40%) prevale sugli altri leader politici, Renzi è ultimo
La Lega perde terreno, totalizzando un calo di tre punti in due mesi anche se con il 29,5% rimane primo partito. Giorgia Meloni però sorpassa Matteo Salvini nella classifica della fiducia degli elettori, ancora guidata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il primo sondaggio del 2020 dell’istituto Ixè per CartaBianca di Rai3 vede un po’ di novità soprattutto nel campo dell’opposizione. Resta invece lo scetticismo nei confronti del governo che raccoglie solo il 34 per cento di fiducia (in calo di 3 punti rispetto a un mese fa). Il 63 per cento ha poca o nessuna fiducia nell’esecutivo (uno su 4 risponde nessuna, ma è anche vero che si può sovrapporre allo zoccolo duro dell’elettorato del centrodestra). Tra gli altri dati significativi 6 elettori su dieci, per esempio, pensano ora che una scissione del Movimento 5 Stelle sarà inevitabile.
Continua a flettere il Carroccio, che rispetto alla stima di metà novembre (32,6%) ha ceduto oltre 3 punti percentuali (ora al 29,5%). Il partito di Salvini mantiene comunque la posizione di testa e i punti ceduti in questi mesi sono sostanzialmente rimasti nell’alveo del centrodestra, che nel complesso raccoglie quasi la metà dei votanti. Rientra lievemente, sottolinea l’Osservatorio politico di Ixè, la quota di indecisione e potenziale astensione, che comunque comprende il 35,5% dell’elettorato restando quindi l’opzione più frequente tra gli intervistati.
Più precisamente la Lega abbandona l’orizzonte del 30 per cento e si attesta al 29,5. A seguire il Pd, anch’esso in leggera flessione, con il 20. La terza forza politica è il M5s che in questi 20 giorni riesce almeno a riprendere la tendenza positiva (sia pure con un incremento lieve). A beneficiare dell’exploit personale della Meloni è il suo partito: Fratelli d’Italia si avvicina all’11 per cento (10,7). Riprende ossigeno anche ForzaItalia, al 7,3 (+0,3). In questi ultimi due casi appare chiaro che ciò che perde la Lega viene recuperato dagli alleati di centrodestra. Per Ixè Italia Viva di Matteo Renzi continua a non superare il 3,6, mentre la Sinistra scende di poco, al 3. Poi ci sono i partiti che sarebbero fuori dal Parlamento, se si votasse oggi, qualsiasi sia la legge elettorale: +Europa al 2,3, Europa Verde all’1,3, Azione di Carlo Calenda all’1,3, Cambiamo! di Giovanni Toti all’1.
Quanto alla fiducia personale nei leader, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte perde un punto, ma resta di gran lunga il primo della classe, con il 40 per cento del gradimento. La sorpresa – ma è il risultato di una tendenza dell’ultimo anno – è che a seguire c’è Giorgia Meloni, appunto, con il 33% di fiducia, davanti a Matteo Salvini che però nell’ultimo mese è rimasto stabile al 32. A seguire poi ci sono il segretario del Pd Nicola Zingaretti (al 26, in calo) e il capo politico del M5s Luigi Di Maio (al 23 in aumento). L’ultimo della graduatoria, distaccato dal penultimo SilvioBerlusconi, è sempre l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi che raccoglie solo il 13 per cento di fiducia.
Il sondaggio si è anche focalizzato sulle vicende del Movimento 5 Stelle, con la contestata espulsione del senatore Gianluigi Paragonesbagliata anche per il 28% degli stessi elettori del Movimento, ma anche di una maggioranza relativa degli elettori Pd, 37 contro 24%. Per il 58% degli intervistati sarà inevitabile una scissione e la pensa così anche un quinto dell’elettorato grillino. Per due intervistati su 3, in ogni caso, non c’è speranza di rilancio del M5s e continuerà a perdere consensi: il 42% della stessa base Cinquestelle pensa che rimarrà stabile sui valori attuali e non potrà crescere più di tanto.