Tafida Raqeeb è uscita mercoledì dal reparto di rianimazione dell’ospedale Gaslini dove si trovava dal 30 ottobre 2019. La bimba di 5 anni era stata portata in Italia da Londra, dopo la battaglia avviata dai genitori perché non le venisse interrotto il supporto alle funzioni vitali come chiesto invece dal Royal London Hospital. Gli specialisti dell’ospedale pediatrico di Genova hanno disposto il trasferimento della piccola nell’hospice, dove sarà sottoposta a cure riabilitative e allo svezzamento parziale della ventilazione assistita.

Dal punto di vista della coscienza “la bimba è sostanzialmente stabile ma è estremamente difficile capire qual è il suo grado di partecipazione all’ambiente e nel dubbio ci si deve sempre comportare come se la partecipazione fosse maggiore di quella che noi riusciamo a percepire”. Queste le parole del responsabile del centro di rianimazione neonatale e pediatrica del Gaslini Andrea Moscatelli. Tafida “non ha manifestato segnali che possono in maniera univoca definire uno stato di coscienza ed è per questo che abbiamo cercato di ‘comprare del tempo’”. Moscatelli ha aggiunto che la piccola “inizia a poter stare mezz’ora o un’ora staccata dal ventilatore. Quindi inizia a poter respirare autonomamente. L’obiettivo è quello di consolidare questo risultato”.

Tafida, in coma dopo l’operazione subita a Londra per la rottura di un aneurisma cerebrale, era arrivata al Gaslini con un aereo ambulanza il 15 ottobre. Alistair MacDonald, giudice dell’Alta Corte d’Inghilterra, aveva dato ragione ai genitori della piccola, che erano ricorsi alla giustizia inglese dopo la decisione del Royal London Hospital di interrompere le cure. La piccola era stata ricoverata nel reparto di rianimazione pediatrica dove le erano state somministrate le prime cure.

La madre di Tafida, Shelina Begum, ha dichiarato in una breve conferenza stampa che “l’opinione dei medici inglesi espressa di fronte alla Alta Corte di Londra e la prognosi che era stata fatta si sono dimostrate sbagliate e la prova è la stessa Tafida. Oggi è un giorno estremamente speciale per noi – ha aggiunto – perché Tafida è uscita dalla rianimazione. Questo significa molto per noi e vogliamo ringraziare la squadra di medici del Gaslini per essersi presi cura di Tafida”.

Ma il dottor Andrea Moscatelli è stato più cauto nell’attribuzione di un’opinione errata ai medici inglesi: “Non possiamo parlare in termini assoluti di una prognosi non corretta. Si è dimostrato che il nostro piano di cura era quello più corretto per la bambina”. E questo, ha affermato, “non perché lo abbiamo detto noi ma perché c’è stata una valutazione collegiale in cui anche l’opinione dei medici inglesi ha avuto la sua importanza. Non è una battaglia tra sistemi differenti ma un’integrazione e il giudice ha capito come integrare al meglio diversi approcci”.

Il direttore generale del Gaslini, Paolo Petralia, ha incontrato la stampa: “Siamo felici di aver accolto Tafida al Gaslini, esaudendo il desiderio dei genitori che hanno chiesto tempo e tutta la qualità di vita migliore possibile per la loro piccola. Purtroppo non sempre è possibile guarire, ma è sempre doveroso prendersi cura“.

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