Milano. I fatti risalgono al gennaio 2019 quando i giovani hanno "colpito" in via Rembrandt, in via Osoppo e in via Senofonte. Per i tre arrestati è stato deciso il collocamento in diverse comunità
Hanno messo a segno nel gennaio 2019 tre rapine sequestrando le vittime e tentando di costringerle ad “arruolarsi” nel gruppo per altri colpi. “Ora venite a scavallare con noi, altrimenti vi beccate il ferro”, minacciavano. La polizia di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare con collocamento in comunità per due 17enni, uno italiano e uno di origini cinesi, e un 18enne egiziano. Il loro modus operandi era sempre lo stesso: avvicinavano un minore fingendo cordialità, gli mettevano un braccio attorno al collo e lo “sequestravano” per pochi minuti, il tempo necessario per portargli via soldi, cellulari e cuffie. Il primo colpo è avvenuto in via Rembrandt ai danni di due ragazzini, poi hanno bloccato due vittime in via Osoppo e infine un altro minore in via Senofonte: “In un caso – spiegano gli agenti – hanno tentato di coinvolgere le vittime nel furto di un motorino. Invece in tutti i casi hanno cercato di convincere i ragazzini di turno a unirsi a loro”.
L’inchiesta, condotta dagli agenti del Commissariato Porta Genova, è scattata dopo la denuncia da parte di alcune vittime e genitori. La polizia è riuscita a risalire all’identità dei giovani consultando i tabulati dei telefoni delle vittime rapinate e passando in rassegna i video delle telecamere di videosorveglianza. Dalle indagini è emerso anche che i tre, conosciuti nell’oratorio di Villapizzone, hanno avuto contatti con un’altra banda di minori, i 12 componenti sono stati arrestati dai carabinieri. Da parte dei tre, dunque, non c’era solo una “spiccata attitudine all’associazionismo criminoso interno nell’individuare e sequestrare le vittime ma risultava anche una specie di rappresentanza imprenditoriale con altre realtà analoghe. Un giro legato probabilmente a frequentazioni scolastiche ed extra scolastiche”.